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Discussione: Poesie

  1. #1456
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    TIMIDEZZA

    Appena seppi, solamente, che esistevo
    e che avrei potuto essere, continuare,
    ebbi paura di ci�, della vita,
    desiderai che non mi vedessero,
    che non si conoscesse la mia esistenza.
    Divenni magro, pallido, assente,
    non volli parlare perch� non potessero
    riconoscere la mia voce, non volli vedere
    perch� non mi vedessero,
    camminando, mi strinsi contro il muro
    come un'ombra che scivoli via.
    Mi sarei vestito
    di tegole rosse, di fumo,
    per restare l�, ma invisibile,
    essere presente in tutto, ma lungi,
    conservare la mia identit� oscura,
    legata al ritmo della primavera.

    Pablo Neruda
    amate i vostri nemici

  2. #1457
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Per il mio cuore...

    Per il mio cuore basta il tuo petto,
    per la tua libert� bastano le mie ali.
    Dalla mia bocca arriver� fino in cielo
    ci� che stava sopito sulla tua anima.

    E' in te l'illusione di ogni giorno.
    Giungi come la rugiada sulle corolle.
    Scavi l'orizzonte con la tua assenza.
    Eternamente in fuga come l'onda.

    Ho detto che cantavi nel vento
    come i pini e come gli alberi maestri delle navi.
    Come quelli sei alta e taciturna.
    E di colpo ti rattristi, come un viaggio.

    Accogliente come una vecchia strada.
    Ti popolano echi e voci nostalgiche.
    Io mi sono svegliato e a volte migrano e fuggono
    gli uccelli che dormivano nella tua anima.

    PABLO NERUDA
    amate i vostri nemici

  3. #1458
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    NULLA DI CIO' CHE ACCADE


    Nulla di ci� che accade e non ha volto
    e nulla che precipiti puro, immune da traccia,
    percettibile solo alla piet�
    come te mi significa la morte.
    Il vento ricco oscilla corrugato
    sui vetri, finge estatiche presenze
    e un oriente bianco s'esala
    nei quadrivi di febbre lastricati.
    Dalla pioggia alle candide schiarite
    si levano allo sguardo variopinto
    blocchi d'aria in festevoli distanze.
    Apparire e sparire � una chimera.
    E' questa l'ora tua, � l'ora di quei re
    sismici il cui trono � il movimento,
    insensibili se non al freddo di morte
    che lasciano nel sangue all'improvviso.
    Loro sede fulminea � qualche specchio
    assorto nella sera, ivi s'incontrano,
    ivi si riconoscono in un battito.
    Sei certa ed ingannevole, � vano ch'io ti cerchi,
    ti persegua di l� dai fortilizi,
    dalle guglie riflesse negli asfalti,
    nei luoghi ove l'amore non pu� giungere
    n� la dimenticanza di se stessi.

    MARIO LUZI
    amate i vostri nemici

  4. #1459
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    IO SONO DUE

    Io sono due
    � chiaro ora
    sono due pi� uno
    meno uno e fanno due
    che due volte sono
    nata e due volte morta
    due volte mi sono persa
    forse una volta di pi�
    perch� due e una sono tre
    le volte che ho sbattuto
    e una volta ho anche vomitato
    ma erano forse due
    dato che sono in quattro
    a tirarmi per i piedi
    mentre dormo con voce di drago
    e una volta sola ho amato
    ma saranno duecento le volte
    che ho toccato l�allegria
    per� non duecento volte sono nata
    perch� al centonovantanove
    mi sono stufata ed ecco
    al due mi sono scordata
    non fosse due sarebbe zero
    sono io e l�altra due
    prendimi come sono
    di una due e di due una.

    DACIA MARAINI
    amate i vostri nemici

  5. #1460
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    �Non andartene,
    non lasciare
    l�eclisse di te
    nella mia stanza.
    Chi ti cerca � il sole,
    non ha piet� della tua assenza
    il sole, ti trova anche nei luoghi
    casuali
    dove sei passata,
    nei posti che hai lasciato
    e in quelli dove sei
    inavvertitamente andata
    brucia
    ed equipara
    al nulla tutta quanta
    la tua fervida giornata.
    Eppure � stata,
    � stata,
    nessuna ora
    sua � vanificata�.

    MARIO LUZI
    amate i vostri nemici

  6. #1461
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    L'addio (o "Il commiato")

    Volemmo separarci? Ci parve bene, saggio?
    Ma perch� ci atterr� come un delitto
    nel farlo? Noi ci conosciamo poco.
    Perch� davvero regna in noi un Dio.

    E tradiremo chi ha creato in noi
    tutto, pensiero e vita, che ci anima,
    il Dio che ha protetto il nostro amore -
    questo, soltanto questo io non posso.

    Ma il mondo sa un'altra privazione,
    altro onore di ferro, altro diritto,
    ed assopisce l'anima
    l'abitudine, giorno dopo giorno.

    Lo so - da che il terrore informe, radicato
    ha diviso dagli uomini gli dei,
    deve il cuore espiare col suo sangue,
    deve morire il cuore di chi ama.

    Fa che non parli, e che non veda pi�
    da ora questo che mi fa perire,
    e parta alla mia pace in solitudine
    e che il congedo resti tutto nostro!

    Offrimi tu la coppa dove io possa
    bere un sacro veleno di salvezza,
    bere con te una bevanda di Lete,
    tutto dimenticare, odio e amore!

    Andare voglio. Forse ti vedr�
    Diotima, un giorno, dopo lungo tempo,
    quando sar� sfiorito il desiderio;
    vagheremo, guidati dal discorso,

    tranquilli, molto simili ai felici,
    pensosi, incerti, fin che questo luogo,
    il luogo dell�addio, evocher�
    tanto passato consolando il cuore;

    ti guarder� stupito, udir� voci
    d�un tempo antico, un canto molto dolce,
    un suonare di corde; sul ruscello
    profumer� per noi un giglio d�oro.

    Friedrich H�lderlin
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  7. #1462
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    Primo inno alla notte

    Quale vivente, dotato di senso, fra tutte le magiche parvenze dello spazio che si dilata intorno a lui, non ama la pi� gioiosa, la luce � con i suoi colori, i suoi raggi e onde; la sua mite onnipresenza di giorno che risveglia. Come l�anima pi� intima della vita la respira il mondo immane delle costellazioni senza quiete, e nuota danzando nel suo flutto azzurro � la respira la pietra scintillante, in eterno riposo, la pianta sensitiva che sugge, e il multiforme animale istintivo � ma soprattutto lo splendido intruso con gli occhi colmi di sensi, il passo leggero, le labbra dolcemente socchiuse, ricche di suoni. Come un sovrano della natura terrena, essa chiama ogni forza a metamorfosi innumeri, annoda e scioglie alleanze infinite, avvolge la sua immagine celeste intorno ad ogni creatura terrestre. La sua sola presenza rivela l�incanto dei reami del mondo.
    In plaghe remote mi volgo alla sacra, ineffabile, arcana notte. Lontano giace il mondo � sepolto nel baratro di una tomba � squallida e solitaria la sua dimora. Nelle corde del petto spira profonda malinconia: In gocce di rugiada voglio inabissarmi e mescolarmi alla cenere. Lontananze della memoria, desideri della giovinezza, sogni dell�infanzia, brevi gioie e vane speranze dell�intera e lunga esistenza vengono in grigie vesti, come nebbie vespertine dopo il tramonto del sole. In altri spazi la luce ha piantato le sue tende gioiose. Non torner� mai dai suoi figli, che l�attendono in ansia con la fede degli innocenti?
    Che cosa d�improvviso sgorga cos� carico di presagi sotto il cuore, e inghiotte l�aura tenue della malinconia? Anche tu trovi piacere in noi, oscura notte? Che cosa tieni sotto il tuo manto, che con forza invisibile mi tocca l�anima? Delizioso balsamo stilla dalla tua mano, dal fascio di papaveri. Le ali grevi dell�animo tu innalzi. Ci sentiamo pervasi da una forza oscura, ineffabile � un volto severo vedo con lieto spavento, che si piega su di me devoto e soave, e sotto i riccioli che senza fine s�intrecciano, mostra la cara giovinezza della madre. Come misera e puerile mi sembra ora la luce � come grato e benedetto il commiato dal giorno � Solo per questo quindi, perch� la notte discosta da te i fedeli, tu seminasti per l�immensit� dello spazio le sfere splendenti per annunciare la tua onnipotenza � il tuo ritorno � nei tempi della tua assenza. Pi� celesti di quelle sfere scintillanti ci sembrano gli occhi infiniti che la notte dischiude in noi. Cos� lontano non vedono le pi� pallide di quelle schiere innumerevoli � senza bisogno di luce penetrano con lo sguardo gli abissi di un�anima amante � il che colma uno spazio pi� alto di volutt� indicibile. Premio della regina del mondo, della eccelsa abitatrice di mondi sacri, custode di amore beato � a me ti manda � amata soave � caro sole della notte, � ora veglio. Perch� sono Tuo e Mio � tu mi hai rivelato che la notte � vita � mi hai fatto uomo � consuma con ardore spettrale il mio corpo, cos� che io mi congiunga etereo pi� intimamente con te e la notte nuziale duri in eterno.

    NOVALIS
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  8. #1463
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    Un altro che adoro... grande personaggio, grande poeta.

    Ozymandias

    I met a traveller from an antique land
    Who said: Two vast and trunkless legs of stone
    Stand in the desert. Near them on the sand,
    Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
    And wrinkled lip and sneer of cold command
    Tell that its sculptor well those passions read
    Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
    The hand that mock'd them and the heart that fed.
    And on the pedestal these words appear:
    "My name is Ozymandias, king of kings:
    Look on my works, ye Mighty, and despair!"
    Nothing beside remains. Round the decay
    Of that colossal wreck, boundless and bare,
    The lone and level sands stretch far away.



    Incontrai un viandante di una terra dell'antichit�,
    Che andava dicendo: �Due enormi gambe di pietra stroncate
    Stanno imponenti nel deserto� Nella sabbia, non lungi di l�,
    Mezzo viso sprofondato e sfranto, e la sua fronte,
    E le rugose labbra, e il sogghigno di fredda autorit�,
    Tramandano che lo scultore di ben conoscere quelle passioni rivelava,
    Che ancor sopravvivono, stampate senza vita su queste pietre,
    Alla mano che le plasmava, e al sentimento che le alimentava:
    E sul piedistallo, queste parole cesellate:
    �Il mio nome � Ozymandias, re di tutti i re,
    Ammirate, Voi Potenti, la mia opera e disperate!�
    Null'altro rimane. Intorno alle rovine
    Di quel rudere colossale, spoglie e sterminate,
    Le piatte sabbie solitarie si estendono oltre confine.

    Percy B. Shelley
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  9. #1464
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    Altre dello stesso autore

    Ode al Vento Occidentale

    I

    Oh tu Vento selvaggio occidentale, �lito
    della vita d'Autunno, oh presenza invisibile da cui
    le foglie morte sono trascinate, come spettri in fuga

    da un mago incantatore, gialle e nere,
    pallide e del rossore della febbre, moltitudini
    che il contagio ha colpito: oh tu che guidi

    i semi alati ai loro letti oscuri
    dell'inverno in cui giacciono freddi e profondi
    come una spoglia sepolta nella tomba,

    finch� la tua azzurra sorella della Primavera
    non far� udire la squilla sulla terra in sogno
    e colmer� di profumi e di colori vividi

    il colle e la pianura, nell'aria i lievi bocci conducendo
    simili a greggi al pascolo; oh Spirito selvaggio,
    tu che dovunque t'agiti, e distruggi e proteggi: ascolta, ascolta!

    II

    Tu nella cui corrente, nel tumulto
    del cielo a precipizio, le nuvole disperse
    sono spinte qua e l� come foglie appassite

    scosse dai rami intricati del Cielo e dell'Oceano,
    angeli della pioggia e del fulmine, e si spargono
    l� sull'azzurra superficie delle tue onde d'aria

    come la fulgida chioma che s'innalza
    sopra la testa d'una fiera Menade, dal limite
    fioco dell'orizzonte fino alle altezze estreme dello zenit,

    capigliatura della tempesta imminente. Canto funebre
    tu dell'anno che muore, al quale questa notte che si chiude
    sar� la cupola del suo sepolcro immenso, sostenuta a volta

    da tutta la potenza riunita dei vapori
    dalla cui densa atmosfera esploder� una pioggia
    nera con fuoco e grandine: oh, ascolta!

    III

    Tu che svegliasti dai loro sogni estivi
    le acque azzurre del Mediterraneo, dove
    si giaceva cullato dal moto dei flutti cristallini

    accanto a un'isola tutta di pomice del golfo
    di Baia e vide in sonno gli antichi palazzi e le torri
    tremolanti nel giorno pi� intenso dell'onda, sommersi

    da muschi azzurri e da fiori dolcissimi al punto
    che nel descriverli il senso viene meno!
    Tu per il cui sentiero la possente

    superficie d'Atlantico si squarcia
    e svela abissi profondi dove i fiori
    del mare e i boschi fradici di fango, che indossano

    le foglie senza linfa dell'oceano, conoscono
    la tua voce e si fanno all'improvviso grigi
    per la paura e tremano e si spogliano: oh, ascolta!

    IV

    Fossi una foglia appassita che tu potessi portare;
    fossi una rapida nuvola per inseguire il tuo volo;
    un'onda palpitante alla tua forza, e potessi

    condividere tutto l'impulso della tua potenza,
    soltanto meno libero di te, oh tu che sei incontrollabile!
    Potessi essere almeno com'ero nell'infanzia, compagno

    dei tuoi vagabondaggi alti nei cieli, come quando
    superare il tuo rapido passo celeste
    sembrava appena un sogno; non mi rivolgerei

    a te con questa preghiera nella mia dolente
    necessit�. Ti prego, levami come un'onda, come
    una foglia o una nuvola. Cado

    sopra le spine della vita e sanguino! Un grave
    peso di ore ha incatenato, incurvato
    uno a te troppo simile: indomito, veloce ed orgoglioso.

    V

    Fa' di me la tua cetra, com'� della foresta;
    che cosa importa se le mie foglie cadono
    come le sue! Il tumulto

    delle tue forti armonie lever� a entrambi un canto
    profondo e autunnale, e dolcemente triste.
    Che tu sia dunque il mio spirito, o Spirito fiero!

    Spirito impetuoso, che tu sia me stesso!
    Guida i miei morti pensieri per tutto l'universo
    come foglie appassite per darmi una nascita nuova!

    E con l'incanto di questi miei versi disperdi
    come da un focolare non ancora spento,
    le faville e le ceneri, le mie parole fra gli uomini!

    E alla terra che dorme, attraverso il mio labbro,
    tu sia la tromba d'una profezia! Oh, Vento,
    se viene l'Inverno, potr� la Primavera esser lontana?
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  10. #1465
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    Serenata indiana

    Nel primo dolce sonno della notte
    mi risveglio dai sogni in cui tu appari,
    quando sospira lievemente il vento
    e splendono le stelle luminose:
    mi risveglio dai sogni in cui tu appari,
    e uno spirito allora mi ha condotto,
    chiss� come, vicino alla finestra
    della tua camera, o dolcezza mia!
    Le arie vagabonde illanguidiscono
    lungo il ruscello oscuro e silenzioso,
    i profumi del Champak svaniscono
    come dolci pensieri in un sogno;
    muore il lamento dell'usignolo sul cuore
    della diletta, proprio come me
    destinato a morire sul tuo,
    o tu che sei la mia amata!
    Oh, ti prego, sollevami dall'erba!
    Muoio e mi sento debole e languido!
    Oh, che il tuo amore piova in mille baci
    sulle mie labbra e sulle smorte palpebre.
    Ahim�, le guance sono fredde e pallide,
    ed il mio cuore batte impetuoso e forte!
    Oh, stringilo al tuo cuore nuovamente,
    dove alla fine si dovr� spezzare!
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  11. #1466
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    La nascita del piacere

    Alla creazione della terra
    il Piacere, la nascita pi� divina,
    si lev� dal suolo del Paradiso,
    avvolta in dolci e selvagge melodie,
    come un'esalazione che sale in spire
    al suono dell'aria che soffia lieve
    attraverso i pini eolii, che sono
    ombra e riparo per il lago
    donde si alza tenera e lenta;
    le sue membra con il respiro della vita
    fluivano nell'armonia divina
    di una linea sempre continua
    che avvolgeva la sua forma perfetta
    di una bellezza calda e luminosa.

    Ti amerei

    Ti amerei nel vento
    Sotto il cielo terso in primavera
    Tra la dolcezza delle rose...

    Ti amerei nel canto degli uccelli
    All'ombra della vegetazione
    Sulle pietra calda e nuda
    Sotto il solo bruciante,

    Nella frescura dell'erba
    E con il canto degli insetti..
    Ti amerei il giorno e la notte,
    Nella calma e nella tempesta

    Sotto le stelle che brillano
    Sotto la rugiada della notte
    E la mattina all'alba
    Con il sorriso e con le lacrima,

    Ti amerei con tutte le mie forze...

    TEMO I TUOI BACI FANCIULLA GENTILE

    Temo i tuoi baci fanciulla gentile, ma tu
    non hai motivo di temere i miei;
    troppo profondamente il mio spirito � oppresso
    perch� io possa opprimere anche il tuo.
    Temo il tuo viso e la tua voce e i gesti, ma tu
    non hai motivo di temere i miei;
    la devozione del cuore con la quale adoro
    il tuo cuore, sii certa, � innocente.
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  12. #1467
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    I PELLEGRINI DEL MONDO

    Tu Stella dimmi, che ali di luce
    ti sospingono rapida a un volo di fiamma,
    dentro quale caverna della notte
    si chiuderanno ora le tue piume?
    E tu Luna che vai, pallida e grigia
    pellegrina del Cielo, per vie senza riparo,
    in quali abissi del giorno e della notte
    stai ora ricercando il tuo riposo?
    *
    Vento ormai stanco, che passi vagabondo
    come l'ospite esule del mondo,
    possiedi ancora un tuo nido segreto
    in vetta a un albero, in mezzo alle onde?

    * Mia nota: Leopardi l'avr� letta? Ricorda "che fa tu Luna in ciel?" del Canto notturno
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  13. #1468
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    Vi � un piacere nei boschi inesplorati
    e un'estasi nelle spiagge deserte,
    vi � una compagnia che nessuno pu� turbare
    presso il mare profondo,
    e una musica nel suo ruggito;
    non amo meno l'uomo ma di pi� la natura
    dopo questi colloqui dove fuggo
    da quel che sono o prima sono stato
    per confondermi con l'universo e l� sentire
    ci� che mai posso esprimere
    n� del tutto celare.

    George Gordon Byron
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  14. #1469
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    Ode su un'urna greca

    Tu, ancora inviolata sposa della quiete,
    Figlia adottiva del tempo lento e del silenzio,
    Narratrice silvana, tu che una favola fiorita
    Racconti, pi� dolce dei miei versi,
    Quale intarsiata leggenda di foglie pervade
    La tua forma, sono dei o mortali,
    O entrambi, insieme, a Tempe o in Arcadia?
    E che uomini sono? Che dei? E le fanciulle ritrose?
    Qual � la folle ricerca? E la fuga tentata?
    E i flauti, e i cembali? Quale estasi selvaggia?

    S�, le melodie ascoltate son dolci; ma pi� dolci
    Ancora son quelle inascoltate. Su, flauti lievi,
    Continuate, ma non per l'udito; preziosamente
    Suonate per lo spirito arie senza suono.
    E tu, giovane, bello, non potrai mai finire
    Il tuo canto sotto quegli alberi che mai saranno spogli;
    E tu, amante audace, non potrai mai baciare
    Lei che ti � cos� vicino; ma non lamentarti
    Se la gioia ti sfugge: lei non potr� mai fuggire,
    E tu l'amerai per sempre, per sempre cos� bella.

    Ah, rami, rami felici! Non saranno mai sparse
    Le vostre foglie, e mai diranno addio alla primavera;
    E felice anche te, musico mai stanco,
    Che sempre e sempre nuovi canti avrai;
    Ma pi� felice te, amore pi� felice,
    Per sempre caldo e ancora da godere,
    Per sempre ansimante, giovane in eterno.
    Superiori siete a ogni vivente passione umana
    Che il cuore addolorato lascia e sazio,
    La fronte in fiamme, secca la lingua.

    E chi siete voi, che andate al sacrificio?
    Verso quale verde altare, sacerdote misterioso,
    Conduci la giovenca muggente, i fianchi
    Morbidi coperti da ghirlande?
    E quale paese sul mare, o sul fiume,
    O inerpicato tra la pace dei monti
    Ha mai lasciato questa gente in questo sacro mattino?
    Silenziose, o paese, le tue strade saranno per sempre,
    E mai nessuno torner� a dire
    Perch� sei stato abbandonato.

    Oh, forma attica! Posa leggiadra! con un ricamo
    D'uomini e fanciulle nel marmo,
    Coi rami della foresta e le erbe calpestate -
    Tu, forma silenziosa, come l'eternit�
    Tormenti e spezzi la nostra ragione. Fredda pastorale!
    Quando l'et� avr� devastato questa generazione,
    Ancora tu ci sarai, eterna, tra nuovi dolori
    Non pi� nostri, amica all'uomo, cui dirai
    "Bellezza � verit�, verit� � bellezza," - questo solo
    Sulla terra sapete, ed � quanto basta.

    John Keats
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  15. #1470
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Paesetto di Riviera

    La sera amorosa
    ha raccolto le logge
    per farle salpare
    le case tranquille
    sognanti la rosa
    vaghezza dei poggi
    discendono al mare
    in isole, in ville
    accanto alle chiese.

    ALFONSO GATTO
    amate i vostri nemici

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