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Discussione: I precari sul piede di guerra

  1. #1
    preso L'avatar di mariomac
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    I precari sul piede di guerra

    I precari sul piede di guerra
    15-20 mila perderanno il lavoro

    Tre siciliani in sciopero della fame dal 17 agosto. Da venerdì due lo faranno a Roma. La mobilitazione contro i tagli si estende. E potrebbe coinvolgere anche i genitori di bambini disabili

    Sarà un autunno caldo per la scuola. Le proteste si moltiplicano e si estendono in tutta Italia. Da venerdì prossimo due precari faranno lo sciopero della fame a Roma, in piazza Montecitorio. I tagli agli organici stanno mettendo in ginocchio migliaia di famiglie, soprattutto al Sud. Ma non solo: gli alunni disabili avranno a disposizione meno ore di sostegno e le classi saranno ancora più affollate. Una situazione che rischia di scoppiare proprio con l'avvio dell'anno scolastico e con l'apertura delle scuole. La prima protesta è scoppiata dopo Ferragosto a Palermo. Ma è certo che nei prossimi giorni seguiranno altre manifestazioni.

    Dal 17 agosto, nel capoluogo siciliano, tre precari (un docente, un assistente amministrativo e un collaboratore scolastico) sono al nono giorno di sciopero della fame 1 e "non hanno nessuna intenzione di mollare". Salvo Altadonna, Giacomo Russo e Pietro Di Grusa, tutti e tre sposati e con famiglia a carico, a settembre rimarranno senza lavoro e hanno deciso di digiunare a tempo indeterminato. Di Grusa, 50 anni, ha anche sospeso le medicine per la cardiopatia da cui è affetto e domenica scorsa è finito in ospedale. Ma il giorno dopo, contro il parere dei medici, è tornato a digiunare. "Senza lavoro sono comunque un uomo morto", dichiara. Da tutte le regioni italiane, ai tre temerari palermitani, sono arrivate attestazioni di solidarietà.

    Il numero dei precari della scuola che, anche dopo un decennio, dovranno dire addio all'incarico e allo stipendio non è ancora noto con precisione, ma si parla di 15/20 mila unità in meno rispetto allo scorso anno. Ieri mattina a Caltanissetta è stata occupata la sede dell'Ufficio scolastico provinciale (l'ex provveditorato agli studi). Insegnanti e personale Ata precario intendono proseguire la protesta a tempo indeterminato. In tre anni, nella sola provincia nissena, sono spariti più di mille posti. Per Paolo Ferrero (Prc) "l'indifferenza di fronte allo sciopero della fame dei precari della scuola a Palermo è il segno che la politica italiana è afflitta da un cinismo, indegno di un Paese civile".

    Intanto, dopodomani nella Capitale si riunirà l'Osservatorio permanente dei Coordinamenti precari scuola. Dopo un incontro con i sindacati i supplenti romani intendono chiedere un aumento dei posti assegnati dal ministero e, in caso contrario, si dichiarano "pronti a rioccupare via Pianciani", la sede del provveditorato agli studi di Roma. Nelle scuole della provincia, spiegano i precari, per tagliare più posti possibile, le classi sono state riempite a dismisura. In parecchi casi si sfiorano i 30 alunni. Un trend che ormai prosegue da alcuni anni. Negli ultimi due, la popolazione scolastica è cresciuta di 50 mila alunni, ma le classi sono in calo di 6 mila unità. E per il prossimo anno si prevede un ulteriore incremento di alunni e ancora un taglio delle classi.

    Alla protesta di chi ha perso il lavoro potrebbe presto aggiungersi quella dei genitori dei bambini disabili. Dalle prime stime, il loro numero è in crescita rispetto a 12 mesi fa, ma l'organico predisposto dal ministero prevede lo stesso numero di cattedre dell'anno scorso: 90.469 posti. Questo significa che ogni alunno avrà meno ore di sostegno. Per rendere difficile l'avvio dell'anno scolastico basterà poco quest'anno. Per effetto dell'entrata in vigore della riforma delle superiori, che ha richiesto uno slittamento delle iscrizioni, tutte le operazioni di nomina del personale di ruolo e dei precari sono in enorme ritardo rispetto al passato.

    Nelle grandi città la nomina dei supplenti slitterà a settembre e certamente migliaia di precari non potranno partecipare alla riunione del primo settembre, dove si stabiliscono tutti i passaggi e i criteri per affrontare l'anno scolastico. E col suono della prima campanella dal 13 settembre in dieci regioni italiane, con tutta probabilità buona parte dei 120 mila supplenti in attesa di un incarico a tempo determinato non potrà neppure essere in classe. A Roma, tanto per fare un esempio, fino al 31 agosto si nomineranno i nuovi assunti. Il calendario delle nomine a tempo determinato verrà affisso, scrive il dirigente Giuseppe Minichiello, dopo il 2 settembre. E sarà piuttosto difficile nominare in poco più di una settimana almeno 8 mila supplenti e oltre 5 mila precari Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari).
    fonte



    Si parla di 15/20000 persone che perderanno il lavoro. Meno docenti, meno classi, meno insegnanti di sostegno per più alunni.
    Non credo che questo possa giovare alla qualità della scuola italiana. Voi pensate che questi tagli fossero davvero necessari??
    Moderatore How To
    Moderatore Scuola e lavoro



    [COLOR="DarkRed"][I]"Frank... d

  2. #2
    pensavo di esserlo... L'avatar di libero
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    asti
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    No,non sono necessari.
    Ma chi se ne frega..per il premier è più importante pararsi il suo culo..

  3. #3
    Dei tagli si dovevano fare, alcune parti della macchina dell'istruzione erano e sono troppo onerosi rispetto a quanto danno. Il punto è che i tagli fatti colpiscono un po' troppo nel mucchio, andando a danneggiare tutti.
    Membro del Consiglio degli Admin


    [RIGHT][I]L'ironia

  4. #4
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Autunno non caldo, caldissimo! Chi semina vento raccoglie tempesta.
    amate i vostri nemici

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