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Risultati da 16 a 30 di 156

Discussione: Ponzio Pilato

  1. #16
    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    Pilato, in qualit� di prefetto delegato a mantenere l'ordine pubblico, aveva sicuramente pi� interesse a mandare a morte Barabba, che era un terrorista, che non Ges�, che lui riteneva sicuramente non del tutto sano di mente.

    bar-Abba era un terorista?
    bar= "Figlio di ......"
    Abba= Padre, anche nel senso di Dio Padre.
    Dunque bar-Abba = figlio di Dio.
    Un terrorista di nome Figlio di Dio.

  2. #17
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    In un ambiente teocratico di quel genere mi sembra pure normale che ciascuno, mediamente imparentato con gli altri, facesse valere la propria discendenza e cosa c'� di pi� semplice di un nome che evoca?
    E poi la se non eri almeno figlio di dio chi ti si filava? al che avendo pure ambizioni rivoluzionarie ti pigliavi un nome che era una profezia, tanto l'anagrafe cos� precisa non era.

    La partecipazione dei prefetti alle vicissitudini dell'incarico

    L'Aquila e le risate del prefetto
    Amarezza e sconcerto per la nuova intercettazione in cui Giovanna Iurato scherza sulle lacrime versate davanti alla Casa dello studente
    http://www.repubblica.it/cronaca/201...5/?ref=HRER2-1

    Perch� sarebbe dovuto andare diversamente allora per di pi� da parte del comandante di una forza di occupazione?

  3. #18
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    Vabbuo... tralasciando l'osservazione da un punto di vista storico (bench� siano emerse diverse informazoni che ho letto con interesse, non essendo particolarmente ferrato sull'argomento) che � per forza di cose non molto facile da estrapolare, secondo me quello che preme a Cono (mi corregga se sbaglio) ruota attorno a cosa i vangeli cerchino di trasmettere riportando la vicenda in questi termini. A tal proposito non concordo minimamente con la Pazza_di_Acerra riguardo al fatto che il nostro Gelato stia affannandosi nel tentativo di conferire un valore storico alla forma anedottica dei vangeli, anzi, l'uso dei termini con i quali ha cominciato il topic ("figura totalmente negativa o qualcosa di buono... coraggioso/codardo": queste non sono questioni che concernono l'analisi storica... siamo nel campo dei giudizi morali) a mio avviso denota proprio la volont� di porre l'accento della riflessione su cosa i vangeli stiano cercando di insegnare (d'altra parte � questa la funzione dei libri del vecchio e del nuovo testamento, trattanosi di testi dottrinali, non storici) raccontando di un politico pagano che sembrerebbe riluttante di fronte all'idea di codannare a morte un uomo che a suo avviso non merita tanto (bench� ci sia da dire che i presupposti per considerare Ges� un blasfemo ci sarebbero, a meno che non si tratti effettivamente del figlio di Dio, cosa difficile da dimostrare) e di una folla infervorata decisa invece a farlo punire dall'autorit� romana con il massimo della severit�. Le possibili chiavi di lettura possono essere molte... ad esempio (e questo � un tema che non manca mai di riproporsi all'interno di tantissime storie con finalit� educative) emerge il rancore che talvolta le persone benintenzionate attirino a se proprio da parte di coloro i quali vorrebbero aiutare (la vicenda di Socrate condannato dai suoi concittadini a bere la cicuta, se vogliamo, non � cosi dissimile rispetto alla storia di un uomo che veniva seguito in giro per la Galilea da migliaia di persone desiderose di ascoltare i sui insegnamenti dichiarando di amare il loro rabbi, salvo poi ritrovarsi sotto casa di un politico locale a gridare "crocifiggilo"), ma molte altre interpretazioni si potrebbero avere, persino quella di Zeffirelli (davvero un pessimo film... Cono, con tutto rispetto, hai visto mai quante volte prendo le tue parti, ma a volte mi rendi le cose indesiderabili), che in realt� non mi � nemmeno tanto chiara dallo spezzone postato nella pagina prima... � qualcosa sul potere e l'autorit�, per� boh...
    Ultima modifica di Doppio; 20-01-2013 alle 06:53
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  4. #19
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    Pilato assolto e colpevolizzati i giudei. Connessa con questa tendenza apologetica � l'assoluzione per Pilato che va di pari passo, per�, con la colpevolizzazione non solo delle autorit� giudaiche di Gerusalemme, ma anche della folla di giudei presenti, per non dire di tutto il popolo. Vi si manifestano tre interessi convergenti degli evangelisti: anzitutto, assolvere l'autorit� romana, trascinata suo malgrado e solo pro bono pacis, si vuol far credere, a condannare Cristo; poi difendere, davanti alla societ� romana, la memoria di un crocifisso a cui vanno la propria fede ed il proprio culto; infine attaccare i giudei della seconda met� del I secolo che in massa avevano rifiutato di credere in Ges� come messia ed erano fieri contestatori delle prime comunit� cristiane, cui non risparmiavano nemmeno qualche aggressione violenta, come l'uccisione di Stefano e l'azione persecutrice di Saulo di Tarso. La demonizzazione umana e morale dell'avversario � stata nella storia una consuetudine fin troppo diffusa. In una parola, i credenti in un messia maestro d'amore che stanno dietro alle "passioni" evangeliche si sono dimostrati antigiudei con punte di manifesto accanimento ( una lettura spassionata dei testi lo dimostra) che lo stesso Ges� avrebbe condannato con tutta severit�.

  5. #20
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    Ovvero la testimonianza trasmessa attraverso il vangelo non � attendibile perch� il testimone � parte interessata nella causa e, a fronte di tale interesse, ha manipolato il racconto dei fatti a proprio vantaggio.
    Ne consegue che anche l'insegnamento che si afferma si vuol trasmettere perde di affidabilit� poggiando su eventi a loro volta inaffidabili.

  6. #21
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    Non � quello il punto; secondo me i Vangeli vanno interpretati e non presi completamente alla lettera,altrimenti non sarebbero stati scritti tanti libri su di loro.
    Essi sono affidabili se......., in parole povere, se ho le chiavi interpretative.

  7. #22
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    Lo so che non � il tuo punto, cosa che non lo esenta dall'essere il punto di altri, comunque la necessit� di interpretare deriva dall'inaffidabilit� dell'oggettivit� della testimonianza e quando si entra nel campo delle interpretazioni ciascuno se la canta e se la suona come pare a lui con quel che ne consegue.

  8. #23
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    Ovviamente la mia interpretazione non � solo un'interpretazione personale ma � lo studio e la condivisione di pensieri espressi da persone che passano la vita a fare studi di esegesi e di teologia. Quello che ho riportato � tratto eminenti studiosi del Vangelo.

  9. #24
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    Quando il finale della storia e gli scopi precedono gli studi confirmativi e' un guaio per l'affidabilita' del tutto.

  10. #25
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    Se desideri che ti arrivi il messaggio di Ges� devi porti al di l� dello spazio e del tempo, dove la logica lascia spazio al sentimento. Per me � questione di percezioni.

  11. #26
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    Vale sempre la questione per la quale vedrai comunque qualunque cosa vuoi vedere, � per questo che i soggetti affetti da tali inclinazioni non sono presi in considerazione per le valutazioni proprie.
    In tale stato di cose � pi� semplice arrivare alle conclusioni e affermarle per convizione propria quali sono risparmiandosi tutto il resto che resta evanescente.

    Circa il nostro personaggio il narratore di un secolo dopo i fatti pretende di conoscere il pensiero di quel momento e pure la sua situazione famigliare come se avesse il drone che gli ronza per casa, ma quale credito dargli?

  12. #27
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    Beh, non � sempre cos� perch� bisogna prescindere da una certa onest� intellettuale, anche se � vero che da bambino preferisci Ges� bambino che Ges� adulto, poi crescendo ti viene in mente che le due nativit�, quella di Luca e quella di Matteo, sono discorsi teologici che con la storia poco hanno a che vedere. E proprio facendo riferimento a quell'onest� intellettuale mi sorge spontanea la domanda: che cosa ho da guadagnare ad essere quello che sono ed a credere quello che credo? Se poi considero che, comportarmi, finch� mi � stato possibile, secondo il Vangelo mi � costato parecchio e non ho guadagnato nulla se non ritrovarmi migliore di quello che avrei potuto essere, mi ritengo abbastanza soddisfatto di ci� che ho fatto.
    Po,i per quello che ne so, il lasso di un secolo dalla storia di Ges� alla stesura dei vangeli sembrerebbe troppo ampio, e se poi consideri che a quei tempi esisteva la "memoria collettiva" ecco che, anche se impreciso, il messaggio originale � andato avanti in quegli anni abbastanza integro. In proposito ci sono ampi studi, e Paolo, al quale le notizie sono arrivate di seconda mano, e cio� non � stato testimone oculare degli eventi narrati, ha scritto le sue lettere verso il 50-60.
    Ultima modifica di crepuscolo; 20-01-2013 alle 14:47

  13. #28
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    Citazione Originariamente Scritto da Il gatto Visualizza Messaggio
    Lo so che non � il tuo punto, cosa che non lo esenta dall'essere il punto di altri, comunque la necessit� di interpretare deriva dall'inaffidabilit� dell'oggettivit� della testimonianza e quando si entra nel campo delle interpretazioni ciascuno se la canta e se la suona come pare a lui con quel che ne consegue.
    Dove sta scritto che gli insegnamenti morali trasmessi nella forma del racconto debbano pervenire da una realt� di fatto? Credo che sia un'eventualit� piuttosto rara: le favole e le parabole sono la forma pi� tipica del racconto con la finalit� dell'insegnamento morale e certamente non avanzano alcuna pretesa di veridicit� storica... nondimeno quando si vuole trasmettere un certo insegnamento in generale si sa in anticipo di quale insegnamento si tratta, ergo � normale che si ponga la storia in modo che giunga a determinate conclusioni, se invece si guarda ad un evento e se ne trae a posteriori le conclusioni si sta compiendo un'operazione legittima, ma che non � rivolta verso l'apprendere, non verso l'insegnare.
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  14. #29
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    Non necessariamente c'� un utile materiale, le convinzioni hanno il vantaggio di essere appaganti di per se.
    Per� � pi� lineare evitare di metterci a supporto sicuro certi dettagli praticamente impossibili da affermare e comunque la convinzione propria prescinde da tutto ci� basandosi appunto su una percezione propra valida di per se finch� la si applica a se stessi.

    Il problema lo crea il voler trasmettere agli altri, estranei alla cosa, le proprie convinzioni convalidandole con "fatti" come minimo molto dubbi e di problematico accertamento anche per il cronista postumo di almeno un secolo dell'epoca, estraneo all'entourage di pilato.
    Nel nostro caso le esitazioni di pilato e la lite famigliare con la moglie stanno a dire che c'� una evidenza della divinit� di ges� e ci� va a convalidare l'affermazione di questa divinita, solo che le "prove" non sono affidabili e usandole verso un pubblico che non ha interesse a vedere ci� che non si vede si da solo l'idea di barare come quando si presenta una perizia di parte che dice ci� che gli � impossibile potere periziare.

    Dove sta scritto che gli insegnamenti morali trasmessi nella forma del racconto debbano pervenire da una realt� di fatto?
    Il guaio � che si pongono come verit� assoluta e in caso di disobbedienza sono tortonate, in eterno.
    Cosa che trasforma l'insegnamento in un comando e ci si rende conto che serve supportartare il comando con qualcosa che dimostri la veridicit� di chi lo emette e la veridicit� delle disgrazie eterne che ti attendono se non ubbidisci.
    Non stiamo quindi pi� a parlare di normali insegnamenti che lasciano i dubbi di tutti gli insegnamenti legati alla fallacit� degli insegnanti, ma di verit� assolute, cosetta diversa.
    Ultima modifica di Il gatto; 20-01-2013 alle 14:55

  15. #30
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    Dove sta scritto che gli insegnamenti morali trasmessi nella forma del racconto debbano pervenire da una realt� di fatto? Credo che sia un'eventualit� piuttosto rara: le favole e le parabole sono la forma pi� tipica del racconto con la finalit� dell'insegnamento morale e certamente non avanzano alcuna pretesa di veridicit� storica... nondimeno quando si vuole trasmettere un certo insegnamento in generale si sa in anticipo di quale insegnamento si tratta, ergo � normale che si ponga la storia in modo che giunga a determinate conclusioni, se invece si guarda ad un evento e se ne trae a posteriori le conclusioni si sta compiendo un'operazione legittima, ma che non � rivolta verso l'apprendere, non verso l'insegnare.
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