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Discussione: coppia, possesso e identita' di se'

  1. #1
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    coppia, possesso e identita' di se'

    visto che il 3d originario � stato sputtanato, ripristino questo, che secondo me offre un sacco di spunti di riflessione:
    un passo di Umberto Galimberti, che secondo me � parecchio illuminante; qui si parte dalla nozione di tradimento, ma quello che mi interessa sottolineare � la questione dell'identit�, qui in relazione al possesso;


    Il "tradimento perfetto"

    di Umberto Galimberti

    Se il tradimento non � solo un esercizio di sessualit� a bassa definizione, io penso che abbia una sua dignit�(...)Tradire un amore, tradire un amico, tradire un'idea, tradire un partito, tradire persino la patria significa infatti svincolarsi da un'appartenenza e creare uno spazio di identit� non protetta da alcun rapporto fiduciario, e quindi in un certo senso pi� autentica e vera.

    Nasciamo infatti nella fiducia che qualcuno ci nutra e ci ami, ma possiamo crescere e diventare noi stessi solo se usciamo da questa fiducia, se non ne restiamo prigionieri, se a coloro che per primi ci hanno amato e a tutti quelli che dopo di loro sono venuti, un giorno sappiamo dire: "Non sono come tu mi vuoi".

    C'� infatti in ogni amore, da quello dei genitori, dei mariti, delle mogli, degli amici, degli amanti a quello delle idee e delle cause che abbiamo sposato, una forma di possesso che arresta la nostra crescita e costringe la nostra identit� a costituirsi solo all'interno di quel recinto che � la fedelt� che non dobbiamo tradire.

    Ma in ogni fedelt� che non conosce il tradimento e neppure ne ipotizza la possibilit� c'� troppa infanzia, troppa ingenuit�, troppa paura di vivere con le sole nostre forze, troppa incapacit� di amare se appena si annuncia un profilo d'ombra. Eppure senza questo profilo d'ombra, quella che puerilmente chiamano "fedelt�" � l'incapacit� di abbandonare lidi protetti, di uscire a briglia sciolta e a proprio rischio verso le regioni sconosciute della vita che si offrono solo a quanti sanno dire per davvero "addio". E in ogni addio c'� lo stigma del tradimento e insieme dell'emancipazione.

    C'� il lato oscuro della fedelt� che per� � anche ci� che le conferisce il suo significato e che la rende possibile. Fedelt� e tradimento devono infatti l'una all'altro la densit� del loro essere che emancipa non solo il traditore ma anche il tradito, risvegliando l'un l'altro dal loro sonno e dalla loro pigrizia emancipativa impropriamente scambiata per "amore". Gioco di prestigio di parole per confondere le carte e barare al gioco della vita.

    Il traditore di solito queste cose le sa, meno il tradito che, quando non si rifugia nella vendetta, nel cinismo, nella negazione o nella scelta paranoide, finisce per consegnarsi a quel tradimento di s� che � la svalutazione di se stesso per non essere pi� amato dall'altro, senza cos� accorgersi che allora, nel tempo della fedelt�, la sua identit� era solo un dono dell'altro. Tradendolo l'altro lo consegna a se stesso, e niente impedisce di dire a tutti coloro che si sentono traditi che forse un giorno hanno scelto chi li avrebbe traditi per poter incontrare se stessi, come un giorno Ges� scelse Giuda per incontrare il suo destino.

    Sembra infatti che la legge della vita sia scritta pi� nel segno del tradimento che in quello della fedelt�, forse perch� la vita preferisce di pi� chi ha incontrato se stesso e sa chi davvero �, rispetto a chi ha evitato di farlo per stare rannicchiato in un'area protetta dove il camuffamento dei nomi fa chiamare fedelt� e amore quello che in realt� � insicurezza o addirittura rifiuto di sapere chi davvero si �, per il terrore di incontrare se stessi, un giorno almeno, prima di morire, con il rischio di non essere mai davvero nati.
    Ultima modifica di axeUgene; 08-08-2013 alle 17:37
    c'� del lardo in Garfagnana

  2. #2
    Opinionista L'avatar di Baboulenka
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    Il primo che la butta sulla religione sar� bannato. Non voglio sentire neanche un accenno a dio, la madonna, i santi o simili.
    Per tutto quello c'� la sezione RELIGIONI.

    I solemnly swear that i am up to no good...

  3. #3
    Banana L'avatar di Ailis
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    Cercare di dare delle definizioni all'amore e archiviare, etichettare i comportamenti amorosi, sono errori in partenza.

    Non esiste un rapporto uguale ad un altro, perch� le coppie sono fatte da due universi complicatissimi che si incontrano. Una teoria del caos sentimentale.

    'Sta storia delle coppie aperte, la trovo un po' sorpassata e limitante.
    "Nulla si sa, tutto si immagina"
    Federico Fellini

  4. #4
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    dove sta la coppia aperta qui ?

    in questo scritto, il "tradimento" � chiamato in causa solo come cartina di tornasole per individuare i motivi fondanti dell'attaccamento di coppia, e lo trovo interessante poich� tutti parliamo sempre di "amore", ma poi in quella parola ognuno ci mette quel che vuole, dall'abnegazione totale, al possesso violento, passando per tutte le sfumature intermedie;

    � curioso che di una "cosa" che riteniamo essenziale nelle nostre vite, nessuno si prenda davvero la fatica di dare una definizione coerente e materiale, in termini di comportamenti, limiti, priorit� e status psicologici...
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #5
    Banana L'avatar di Ailis
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    � perch� l'amore, � la vita della persone. non puoi dare una definizione che riguardi l'intera umanit�!

    forse ho interpretato male le tue parole. boh.

    comunque non capisco cosa c'� di male o strano nell'essere fedeli, senza che dietro ci sia chiss� cosa
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  6. #6
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da Ailis Visualizza Messaggio
    � perch� l'amore, � la vita della persone. non puoi dare una definizione che riguardi l'intera umanit�!

    forse ho interpretato male le tue parole. boh.

    comunque non capisco cosa c'� di male o strano nell'essere fedeli, senza che dietro ci sia chiss� cosa
    ah, scusa; ho dimenticato di trascrivere l'autore del testo, che � Umberto Galimberti; l'avevo postato anche nell'altro 3d

    gua', io sono monogamo e, finora, fedele, senza che questo comporti alcuna pretesa di virt�; nonch�, anche propenso al matrimonio; insomma, piuttosto straight e tradizionalista, se vogliamo;

    per�, avendo vissuto qualche decennio e qualche relazione, mi sono dovuto necessariamente confrontare con tante circostanze che pongono le questioni evocate dall'articolo, e credo che la capacit� di vivere e amministrare i propri sentimenti sia potenziata dalla comprensione di tante esigenze e pulsioni che speso vengono ignorate, nascoste sotto il quadro in cui siamo soliti immaginare la natura di quegli stessi sentimenti.
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #7
    whatever.. L'avatar di Misterikx
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    visto che il 3d originario � stato sputtanato, ripristino questo, che secondo me offre un sacco di spunti di riflessione:
    un passo di Umberto Galimberti, che secondo me � parecchio illuminante; qui si parte dalla nozione di tradimento, ma quello che mi interessa sottolineare � la questione dell'identit�, qui in relazione al possesso;


    Il "tradimento perfetto"

    di Umberto Galimberti

    Se il tradimento non � solo un esercizio di sessualit� a bassa definizione, io penso che abbia una sua dignit�(...)Tradire un amore, tradire un amico, tradire un'idea, tradire un partito, tradire persino la patria significa infatti svincolarsi da un'appartenenza e creare uno spazio di identit� non protetta da alcun rapporto fiduciario, e quindi in un certo senso pi� autentica e vera.

    Nasciamo infatti nella fiducia che qualcuno ci nutra e ci ami, ma possiamo crescere e diventare noi stessi solo se usciamo da questa fiducia, se non ne restiamo prigionieri, se a coloro che per primi ci hanno amato e a tutti quelli che dopo di loro sono venuti, un giorno sappiamo dire: "Non sono come tu mi vuoi".

    C'� infatti in ogni amore, da quello dei genitori, dei mariti, delle mogli, degli amici, degli amanti a quello delle idee e delle cause che abbiamo sposato, una forma di possesso che arresta la nostra crescita e costringe la nostra identit� a costituirsi solo all'interno di quel recinto che � la fedelt� che non dobbiamo tradire.

    Ma in ogni fedelt� che non conosce il tradimento e neppure ne ipotizza la possibilit� c'� troppa infanzia, troppa ingenuit�, troppa paura di vivere con le sole nostre forze, troppa incapacit� di amare se appena si annuncia un profilo d'ombra. Eppure senza questo profilo d'ombra, quella che puerilmente chiamano "fedelt�" � l'incapacit� di abbandonare lidi protetti, di uscire a briglia sciolta e a proprio rischio verso le regioni sconosciute della vita che si offrono solo a quanti sanno dire per davvero "addio". E in ogni addio c'� lo stigma del tradimento e insieme dell'emancipazione.

    C'� il lato oscuro della fedelt� che per� � anche ci� che le conferisce il suo significato e che la rende possibile. Fedelt� e tradimento devono infatti l'una all'altro la densit� del loro essere che emancipa non solo il traditore ma anche il tradito, risvegliando l'un l'altro dal loro sonno e dalla loro pigrizia emancipativa impropriamente scambiata per "amore". Gioco di prestigio di parole per confondere le carte e barare al gioco della vita.

    Il traditore di solito queste cose le sa, meno il tradito che, quando non si rifugia nella vendetta, nel cinismo, nella negazione o nella scelta paranoide, finisce per consegnarsi a quel tradimento di s� che � la svalutazione di se stesso per non essere pi� amato dall'altro, senza cos� accorgersi che allora, nel tempo della fedelt�, la sua identit� era solo un dono dell'altro. Tradendolo l'altro lo consegna a se stesso, e niente impedisce di dire a tutti coloro che si sentono traditi che forse un giorno hanno scelto chi li avrebbe traditi per poter incontrare se stessi, come un giorno Ges� scelse Giuda per incontrare il suo destino.

    Sembra infatti che la legge della vita sia scritta pi� nel segno del tradimento che in quello della fedelt�, forse perch� la vita preferisce di pi� chi ha incontrato se stesso e sa chi davvero �, rispetto a chi ha evitato di farlo per stare rannicchiato in un'area protetta dove il camuffamento dei nomi fa chiamare fedelt� e amore quello che in realt� � insicurezza o addirittura rifiuto di sapere chi davvero si �, per il terrore di incontrare se stessi, un giorno almeno, prima di morire, con il rischio di non essere mai davvero nati.
    bastava dire;
    si tradisce per noia
    that�s it!
    " Non siamo in un salotto borbonico col mignolo sollevato e l'inchino obbligatorio. Qui siamo tutti uguali. Non ti aspettare in un forum cose difficili da trovare pure tra amici e parenti." Nahui

  8. #8
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    bastava dire;
    si tradisce per noia
    that�s it!
    Mi sa che non stiamo leggendo la stessa cosa, la tesi a me pare ben diversa: si tradisce (anche nella coppia, ma l'accento mi pare pi� verso il tradire idee e principi) per mettere in discussione lo status quo e riaffermare un proprio io slegato da vincoli.
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    Moderatore droghe

  9. #9
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    Mi sa che non stiamo leggendo la stessa cosa, la tesi a me pare ben diversa: si tradisce (anche nella coppia, ma l'accento mi pare pi� verso il tradire idee e principi) per mettere in discussione lo status quo e riaffermare un proprio io slegato da vincoli.
    da vincoli, ma soprattutto da sicurezze affettive e identitarie;

    cio�, nello scritto non si tratta di uno slancio edonistico o del rifiuto di una difficolt�, ma al contrario dell'abbandono di una protezione, di una protesi della personalit� autentica.
    c'� del lardo in Garfagnana

  10. #10
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    Pu� pure avere un senso come discorso, ma oltre a sorvolare sul fatto che le ragioni per tradire possono essere molteplici (e tra queste pu� pure esserci l'esatto contrario di quanto scritto, ovvero il tradire come ricerca di conferme, ergo un rafforzamento dell'io preesistente), lo trovo un po' forzato e certamente nutro non pochi dubbi sullaffermazione
    Il traditore di solito queste cose le sa
    qualcuno lo sapr�, ma rientrer� in quella minoranza di persone dotate di un livello di consapevolezza piuttosto alto.
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  11. #11
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    mah... l'aspetto interessante di tutto il discorso non riguarda il tradimento come positum, che in questo senso � un pretesto, ma l'identit� che si viene a creare nella "fedelt�" ad un contesto rassicurante e di comodo;

    ...Ma in ogni fedelt� che non conosce il tradimento e neppure ne ipotizza la possibilit� c'� troppa infanzia, troppa ingenuit�, troppa paura di vivere con le sole nostre forze, troppa incapacit� di amare se appena si annuncia un profilo d'ombra

    ...stare rannicchiato in un'area protetta dove il camuffamento dei nomi fa chiamare fedelt� e amore quello che in realt� � insicurezza o addirittura rifiuto di sapere chi davvero si �, per il terrore di incontrare se stessi

    io ho personalmente vissuto - e vivo ancora - questa ambivalenza, in cui la virt� e i "buoni sentimenti" sono anche una corazza e una promessa di identit� irreprensibile;
    e altrettanto vivo strappi dolorosissimi di lealt� "dovute" a ruoli che mi hanno imprigionato ingiustamente e che generano anche una reazione violenta;

    non c'� nulla di comodo, edonistico, egoistico o irresponsabile in un percorso di questo tipo quando si viene costretti a mettere in discussione e rielaborare affetti e sicurezze di fronte all'ignoto.
    c'� del lardo in Garfagnana

  12. #12
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    Ok, diciamo che sospendo le riseve che posso avere, prendo il discorso per buono semplicemente tralasciando la considerazione della differenti ragioni che possono spingere al tradimento... ma anche concetrandomi solo su questa specifica ricerca del se privandosi delle proprie sovrastrutture non si pu� ignorare che le persone sono differenti, se per qualcuno le protezioni fornite dalla fedelt� sono un bene imprescindibile o quasi, per altri mettersi di fronte all'ignoto senza protezione � un bisogno altrettanto imprescindibile e la comodit� non � poi cos� importante: scriveva Niezsche alla sorella nel 1865: "Qui le strade si dividono: se vuoi lottare per la pace dell'anima e per il piacere allora credi: se vuoi essere discepolo della verit� allora ricerca"... insomma, c'� a questo mondo chi ritiene di sapere chi � e a questa immagine si se rimane adeso e coerente (coerente nel conteso mi pare pi� calzante di fedele: fedele come parola pone l'accento pi� fortemente verso il rapporto di coppia che secondo me qui � secondario), altri invece prediligono un percorso che li metta costantemente in discussione e li esponga alle intemperie di una vita senza punti fissi, ma ambedue le posizioni mi paiono legittime, solo dettate da differenti forme di base della persona. Se vuoi l'interessante del discorso � la lettura che inverte i valori e indica la coerenza come rifugio sicuro che protegge, ma blocca anche la possibilit� di conoscere veramente se stessi, e il tadimento come il salto nel buio di chi ha veramente il coraggio di andarsi a cercare (e quando si trova farsi un culo cos�), ma in realt� , almeno secondo me, non c'� tra le due una scelta pi� valida dell'altra, ciascuna delle due ha le sue difficolt� e i suoi fattori di crescita personale, ciascuna ha i suoi moventi egoistici e fattori negativi, ma alla fine anche questo ha poca importanza, perch� si sceglie ben poco di quello che si �, ergo una via o l'altra sar� solo in minima parte effettivamente determinato da una scelta.
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  13. #13
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Se vuoi l'interessante del discorso � la lettura che inverte i valori e indica la coerenza come rifugio sicuro che protegge, ma blocca anche la possibilit� di conoscere veramente se stessi, e il tadimento come il salto nel buio di chi ha veramente il coraggio di andarsi a cercare (e quando si trova farsi un culo cos�), ma in realt� , almeno secondo me, non c'� tra le due una scelta pi� valida dell'altra, ciascuna delle due ha le sue difficolt� e i suoi fattori di crescita personale, ciascuna ha i suoi moventi egoistici e fattori negativi, ma alla fine anche questo ha poca importanza, perch� si sceglie ben poco di quello che si �, ergo una via o l'altra sar� solo in minima parte effettivamente determinato da una scelta.
    in astratto si pu� equiparare tutto, in effetti;

    per� in concreto, l'insieme delle motivazioni sociali, la prevalenza della paura sulla speranza nelle persona adulte e stabilizzate, determinano dinamiche di possesso e potere, che in ogni contesto pesano in modo diverso;
    se mi sottraggo ad una fedelt� di gruppo, o di partito, magari perdo il lavoro e l'identit� sociale;

    oppure, posso essere fedele a una donna che non amo pi� per non perdere uno status di famiglia, una collocazione, un'identit�; esattamente come posso sentirmi minacciato da quella donna che a sua volta, andandosene, mi priva di quelle prerogative e attribuzioni;

    se quotidianamente ci sono uomini che maltrattano o uccidono donne che minacciano di abbandonarli - magari con le quali avevano un rapporto pessimo e sofferente, o finito, e comunque non normalmente gratificante e desiderabile - significa che l'investimento identitario in quello status � fortissimo, e fortissimamente basato sulla paura, tipica del tratto infantile evocato;

    quando, parlando di matrimonio, ho posto la domanda a Cono - il quale perorava un non precisato "venirsi incontro" a tutela dell'indissolubilit�, col sentimento che diventa "qualcosa di pi� bello", e la cui potenza centrifuga viene neutralizzata - quale posizione si assume di fronte ad un partner che non ci vuole pi�, non c'� stata risposta;

    e allora mi � venuto in mente questo passo di Galimberti, e l'idea che in quella mancata risposta si nasconde un buco nero di paure, riconducibili all'identit� che si frantuma e deve dolorosamente essere ricostruita, probabilmente con molte mutilazioni.
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #14
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    in astratto si pu� equiparare tutto, in effetti;

    per� in concreto, l'insieme delle motivazioni sociali, la prevalenza della paura sulla speranza nelle persona adulte e stabilizzate, determinano dinamiche di possesso e potere, che in ogni contesto pesano in modo diverso;
    se mi sottraggo ad una fedelt� di gruppo, o di partito, magari perdo il lavoro e l'identit� sociale;
    O viceversa perdo il lavoro perch�, coerente con le mie (ipotetiche) posizioni, vado in ufficio con un lavalliere nero e rifiuto la scala gerarchica che contraddistingue quasi qualsiasi posto di lavoro normale o pretendo di applicare i principi di Adam Smith con il mio capo.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    oppure, posso essere fedele a una donna che non amo pi� per non perdere uno status di famiglia, una collocazione, un'identit�; esattamente come posso sentirmi minacciato da quella donna che a sua volta, andandosene, mi priva di quelle prerogative e attribuzioni;

    se quotidianamente ci sono uomini che maltrattano o uccidono donne che minacciano di abbandonarli - magari con le quali avevano un rapporto pessimo e sofferente, o finito, e comunque non normalmente gratificante e desiderabile - significa che l'investimento identitario in quello status � fortissimo, e fortissimamente basato sulla paura, tipica del tratto infantile evocato;
    Non stavi dicendo "in concreto"? Questo � un discorso astratto che non risponde alle situazioni reali tipiche dei casi di violenza domestica, tra persone equilibrate non accade in presenza di una unione inizialmente felice l'aprirsi di crepe e screzi che finiscono verso conclusioni che prevedono percosse e/o omicidio. I casi del genere, salvo eccezioni, coinvolgono quasi sempre tipologie specifiche di individui squilibrati (non solo gli aguzzini, a sposare un certo genere di brutti ceffi mediamente sono donne patologicamente succubi) per cui i concetti di "gratificante e desiderabile" esulano dalla norma, le conclusioni violente delle coppie non hanno nulla a che vedere con il tentativo di preservare lo status quo in cui ci si identifica, sono quasi sempre l'estrema conseguenza di un rapporto malato e fondato sul soppruso tacitamente accettato fin dall'inizio.

    Non stavo affatto parlando in astratto e tantomeno equiparando: le posizioni di coerenza o capacit� di mettersi in discussione sono evidentemente completamente diverse, ma sono ambedue, se applicate con criterio, dotate ciascuna di una propria specifica dignit�, in caso contrario, quando le si applica in maniera sconsiderata, sono entrambe dannose in modo differente. Per restare terra terra, tanto per evitare di essere additato come sostenitore di tesi capziose, una persona che sappia essere coerente con se stessa sar� probabilmente considerata affidabile ed ammirevole, ma se questa coerenza supera i limiti della ragionevolezza sfocer� nell'estremismo ideologico, nel fanatimo o nel bigottismo; per contro una persona in grado di mettersi in discussione e di mettere in discussione le proprie posizioni e scelte sar� indubitabilmente contraddistinta da un apertura intellettuale tale da bypassare la maggior parte dei pregiudizi, sar� pi� facilmente in grado di comprendere, apprendere e talvolta di empatizzare, ma eccedendo in tal senso finir� facilmente vittima della sua stessa incapacit� di prendere una posizione e portarla avanti, incartandosi su se stesso in un totale egocentrismo del "qui ed ora" (in pratica sar� in grado di contemplare unicamente la sua posizione assunta al momento).

    Un equilibrato compromesso � probabilmente la soluzione pi� ragionevole e pratica, come non ha senso farsi schiavizzare da elementi che ci conferiscano una identit� artefatta � incongruo mettere sempre e comunque in discussione ogni cosa per cercare la propria identit� altrove, di fatto � infantile in modo diverso anche questo.
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  15. #15
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    Non stavi dicendo "in concreto"? Questo � un discorso astratto che non risponde alle situazioni reali tipiche dei casi di violenza domestica, tra persone equilibrate non accade in presenza di una unione inizialmente felice l'aprirsi di crepe e screzi che finiscono verso conclusioni che prevedono percosse e/o omicidio. I casi del genere, salvo eccezioni, coinvolgono quasi sempre tipologie specifiche di individui squilibrati (non solo gli aguzzini, a sposare un certo genere di brutti ceffi mediamente sono donne patologicamente succubi) per cui i concetti di "gratificante e desiderabile" esulano dalla norma, le conclusioni violente delle coppie non hanno nulla a che vedere con il tentativo di preservare lo status quo in cui ci si identifica, sono quasi sempre l'estrema conseguenza di un rapporto malato e fondato sul soppruso tacitamente accettato fin dall'inizio.
    beh, la violenza fisica � certamente una punta di iceberg deviante, ma riposa comunque su una cultura del possesso che deve essere radicata per produrre statisticamente quegli effetti;
    accanto alle violenze manifeste, emerse o meno, c'� comunque un esercizio di potere nelle relazioni - non esclusivo del genere maschile, ma socialmente pi� facile e praticabile - che deve trovare una legittimazione in una figura di possesso;

    quando siamo adolescenti, c'� un periodo in cui "vogliamo avere la ragazza", non perch� ci piaccia una in particolare, ma per una questione di status, per non essere degli "sfigati"; crescendo, alcune insicurezze vengono superate, ma il pattern mentale di strumentalizzazione resta;

    vedere il partner come un'attribuzione della propria personalit� e identit� � una circostanza normale e comprensibile, che tuttavia introduce un importante elemento di crisi e conflitto, perch� quello � una persona dotata di autonomia e non � affatto detto che si presti indefinitamente ad essere incasellato nel ruolo che la nostra condizione di status gli chiede;

    senza arrivare alla rottura, quante crisi determina il semplice desiderio di progredire in carriera, cambiare lavoro o anche solo dedicarsi ad attivit� proprie, vissuto come competizione o rottura di un equilibrio ?

    Non stavo affatto parlando in astratto e tantomeno equiparando: le posizioni di coerenza o capacit� di mettersi in discussione sono evidentemente completamente diverse, ma sono ambedue, se applicate con criterio, dotate ciascuna di una propria specifica dignit�, in caso contrario, quando le si applica in maniera sconsiderata, sono entrambe dannose in modo differente. Per restare terra terra, tanto per evitare di essere additato come sostenitore di tesi capziose, una persona che sappia essere coerente con se stessa sar� probabilmente considerata affidabile ed ammirevole, ma se questa coerenza supera i limiti della ragionevolezza sfocer� nell'estremismo ideologico, nel fanatimo o nel bigottismo; per contro una persona in grado di mettersi in discussione e di mettere in discussione le proprie posizioni e scelte sar� indubitabilmente contraddistinta da un apertura intellettuale tale da bypassare la maggior parte dei pregiudizi, sar� pi� facilmente in grado di comprendere, apprendere e talvolta di empatizzare, ma eccedendo in tal senso finir� facilmente vittima della sua stessa incapacit� di prendere una posizione e portarla avanti, incartandosi su se stesso in un totale egocentrismo del "qui ed ora" (in pratica sar� in grado di contemplare unicamente la sua posizione assunta al momento).

    Un equilibrato compromesso � probabilmente la soluzione pi� ragionevole e pratica, come non ha senso farsi schiavizzare da elementi che ci conferiscano una identit� artefatta � incongruo mettere sempre e comunque in discussione ogni cosa per cercare la propria identit� altrove, di fatto � infantile in modo diverso anche questo.
    non la vedo come ricerca di una soluzione pragmatica tra due estremi, se non altro perch� non posso essere il Dominus sovrastante di una coppia; c'� una questione "ideologica" ed educativa di fondo da affrontare:

    io sono io, e posso rispondere di me; posso auspicare che le cose vadano in un certo modo e fare il possibile perch� ci� avvenga;
    ma l'altro � altro da me e se - a qualsiasi titolo e scevro da giudizi - la sua condizione con me � infelice, io devo pormi il problema di quanto e perch� sia legittimo - e utile, vitale - preservare una situazione il cui fondamento a quel punto � un mio bisogno che chiede il sacrificio altrui attraverso il mio possesso;

    capisci bene che non essere soggettivamente ed "ideologicamente" preparati alla domanda: cosa fai, come ti comporti se l'altro � infelice e ha deciso di andarsene ? � il problema rimosso dalle endorfine degli esordi prima, e dalle circostanze sociali e materiali poi, ma come lo rigiri chiede sempre a qualcuno di pagare un prezzo rispetto alla costruzione dell'esistenza che si � fatto;

    lo scritto di Galimberti porta alla luce esattamente la questione degli "ingredienti" occulti che sono alla base della ricetta, e che ad un determinato momento vengono metabolizzati e diventano costitutivi dello status in un modo di cui non siamo consapevoli e che spesso non sappiamo gestire, se non adeguatamente preparati a riconoscerli.
    c'� del lardo in Garfagnana

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