Abitare in una citt� portuale, comporta inevitabilmente un processo di interazione tra persone completamente diverse tra loro, per cultura, religione, classe sociale, razza, ecc. Spesso queste avvengono in modo strano, inaspettato, tanto che diventano episodi curiosi che rimangono nella memoria di coloro che le hanno vissute, ma anche di coloro che le hanno ascoltate e che ne sono rimasti colpiti a loro volta, tanto da raccoltarla ad altri e poi quest'altri, ad altri ancora... fino a farle diventare dei pezzi di storia di quella determinata citt�, o di quel determinato paese.

La storia che sto per raccontarvi � accaduta veramente sul finire degli anni '80 e vide protagonista un vecchio pescatore di Augusta, "ziu Carmelu".

Un giorno d'estate sul finire degli anni '80, arriv� a largo di Augusta, parte della 6� Flotta americana. Tra le diverse navi ancorate fuori porto, vi era la Portaerei Saratoga. Un mostro di 59.000 tonn. Tanto grande da non poter entrare in porto, pertanto rimase fuori per diversi giorni, scortata da altre navi. Una sera, lo stato maggiore della portaerei, decise di scendere a terra e andare a cenare presso un famosissimo locale sito nei pressi del Faro Santa Croce, un bellisimo faro che di notte illuminava, e illumina tutt'ora oltre il mare adiacente, una bella zona costiera dove da sempre tante coppiette di fidanzatini si ritrovavano a passeggiare e passare qualche ora romantica.

Gli ufficiali americani furono entusiasti delle portate del ristorante, aragoste ancora vive, prese dalla vasca e cucinate sotto gli occhi dei clienti, fasolari, ostriche e tante altre pietanze a base di pesce fresco e, naturalmente tanto vino bianco e fresco che metteva allegria. Uno dei camerieri si chiamava Domenico (divenuto in seguito mio collega, anche se per pochissimo tempo) che, giovanissimo e appena tornato dall'America, si trovava a suo agio a parlare il cosiddetto "americano", intrattenendo gli ufficiali per tutta la serata, facendo anche da traduttore per il titolare del ristorante.

Terminata la festa, un paio di taxi "prelevarono" gli ufficiali per portarli al porto, dove li attendevano le lance che li avrebbero riportati a bordo, ognuno presso le proprie navi. Mentre terminava di rassettare, domenico si accorse che a terra, sotto il tavolo, giaceva un grosso portafoglio.
Lo prese, lo apr� e si accorse che era quello del comandante della portaerei Saratoga. Si precipit� verso il porto, ma oramai era troppo tardi. Le lance avevano gi� lasciato il porto per la baia esterna e pertanto non pot� consegnarlo al comandate.

Deluso si rec� a casa. Tra una cosa e l'altra si erano fatte le tre del mattino. Appena pass� il recinto della casetta di campagna dove abitava, si accorse che la luce della cucina dell'appartamento di suo nonno, agiacente al suo, era accesa. Ziu Carmelu, un vecchio pescatore non dormiva, piuttosto si preparava un caff� perch� si preparava ad uscire con la barca per calare le sue lenze. Domenico buss� alla porta e, non appena entrato, raccont� a suo nonno l'accaduto. Il nonno ascolt� tutta la storia e poi disse al nipote di consegnare a lui il portafoglio, in quanto lo avrebbe consegnato la mattina stessa alla nave. Domenico rimase perplesso, ma di fronte all'impertubabilit� di suo nonno, gli consegno il portafoglio e and� a dormire.

Ziu Carmelu, usc� con la barca che era ancora buio. Senza fretta alcuna, si diresse verso il punto dove doveva calare le lenze. Piano piano fece il suo lavoro e, prima di ritirarsi, verso le nove del mattino, mise la prua della barca in direzione del "mostro" d'acciaio. Man mano che si avvicinava alla grossa nave, questa appariva in tutta la sua maestosit�. Una grande piattoforma d'acciaio che conteneva al suo interno oltre 6.000 persone, oltre ad aerei, elicotteri e equipaggiamento vario. Quando fu ad una certa distanza, si accorse che diversi motoscafi giravano in tondo ad essa, formando un perimetro di sicurezza invalicabile. Quando i militari a bordo di questi mezzi, si accorsero della barca di ziu Carmelu, smisero di girare in tondo e, un paio di essi si diressero verso di lui.

Il vecchio pescatore, impertubabile, continuava a proseguire la sua rotta, per niente allarmato. Quando i mezzi navali americani furono a portata di voce, con un megafono intimarono l'ALT. Senza successo per�, zio Carmelu continuava a dirigersi verso la nave. I militari allora si affiancarono alla barca intimando il vecchio, ancora pi� energicamente ad arrestarsi. Questi ferm� il motore e, non appena un militare fu a portata di braccio, gli diede il portafoglio.

Il militare l� per l� non cap� subito. Gli sembrava che il vecchio gli avesse dato il suo di portafoglio, magari per prelevare i documenti. Ma non appena lo apr� e guard� bene, si accorse che era il portafoglio del comandante della nave. Immediatamente via radio inform� l'ufficiale di bordo addetto alle comunicazioni. Questi and� a chiamare il Comandante che, capita la situazione, ordin� ai mezzi navali di scortare fin sottobordo il vecchio e la sua barca.

Giunto sottobordo, ziu Carmelu fu invitato a salire e a presentarsi dal comandante che, appena lo vide, con un sorriso sulle labbra lo abbracci� a se ringraziandolo per avergli riportato ci� che pensava aver perso per sempre. Quella notte, tanto per dire, aveva dormito in un altra cabina, in quanto nel porafoglio, tra i denari, che ritrov� tutti, e i vari documenti, aveva anche la scheda magnetica della sua cabina e non pot� aprire la porta, se non la mattina dopo, quando un altro ufficiale and� a recuperarne una di riserva.

Ziu Carmelu fu invitato a far colazione a bordo, accanto al comandante e ad altri ufficiali. Trattato come un re, mentre la sua barca, veniva riempita dai marinai americani, di ogni tipo di generi alimentari e non : conserve di marmellata, frutta fresca, barattoli di pomodoro, sacchi di farina, cioccolata, persino alcune stecche di sigarette e barattoli di pittura e altro ancora.

Quel giorno il vecchio rientr� in porto con la barca piena come non lo era mai stata. Gli altri vecchi marinai del paese lo aiutarono a scaricare la roba. Anche Domenico, suo nipote, era l� ad aspettarlo. Usc� anche un breve articolo sul giornale locale e zi� Carmelu si ritrov�, suo malgrado, molto popolare.

Circa dieci anni dopo, Domenico si trovava all'Aeroporto FJK di New York, appena atterrato, per far visita ai dei suoi parenti. All'improvviso vide un uomo in divisa, un ufficiale di marina. Lo guard� in viso per un attimo e subito ebbe l'impressione di conoscerlo. Ma si!! Era il comandante della Saratoga, la possente portaerei che per quache giorno si ancor� fuori porto ad Augusta. Senza esitare lo ferm� e questi a dire il vero, non lo riconobbe subito, ma quando Domenico gli disse che era il nipote di ziu Carmelu, il vecchio marinaio che in una splendida mattina d'estate sfid� i soldati di guardia alla nave, per consegnarli il portafoglio smarrito, questi url� di gioia per la sopresa e lo abbracci� forte come fece con suo nonno quel giorno.

Si raccontarono qualcosa e poi, quando il comandante chiese notizie di ziu Carmelu, ecco che all'improvviso Domenico si fece serio. Suo nonno era morto qualche mese prima. Una mattina, all'alba, come al solito, suo nonno usc� con la sua barca per posizionare le sue lenze e non ritorn�. Il suo corpo fu ritrovato solo qualche giorno dopo, da una squadra di soccorso composta anche da sommozzatori. Non si seppe mai cosa gli sia accaduto veramente. Brobabilmente un malore improvviso.

Il comandante per un attimo rimase in silenzio, costernato. Poi abbracci� forte nuovamente Domenico, gli fece le sue condoglianze e lo salut�. Era in partenza per prendere imbarco su un altra nave, un altro "mostro" d'acciaio, per mille altre avventure.