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Discussione: Canzoni e poesie

  1. #16
    Opinionista L'avatar di Tiberio
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    Le rose di Pantani (Gianni D'Elia-Claudio Lolli)

    Le rose che attendevano Pantani...
    Ma piene di spine e sole di dolore...
    Dal podio del mondo alle ferite mani...

    Dite la vera storia del campione…
    E di un sistema drogato che fa esami…
    E come di questo vincere si muore...
    Se vivere non basta più al domani...
    E come tocca correre poi a folle...
    Estinguere quel male che più impari...
    Altro non fu l'ebbrezza che malore,
    L'occhio di morte, la fine dell'eroe
    Come il Pirata ciclista, l'autore
    Assassinato, di SCRITTI CORSARI…
    Scesi dal galeone, come cani...
    Matati dal deserto delle folle...
    Marco, vola sulla bici leggera...
    L'ultima tappa è quella ch'è più vera...
    Tu te ne vai dal falso di quest'era...
    Marco, vola sulla bici leggera....

    O gente del deserto, offri una rosa...
    Ma piangerà anche i sassi... una cosa pietosa...
    Spettacolo d'Italia, amore e orrore…
    E' tutta un'onda in pianto la Riviera…
    Nel Paese dei Balocchi è notte nera…

    Una bici da corsa, rovesciata
    E con le ruote che girano per aria
    Ma si sente, fin da qui, il fiato del mare
    Nella risacca roca è un pedalare
    Il papavero rosso del campione
    Un fiore nel sole, poesia del corridore
    La nobiltà della strada e del sudore

    E Marco, vola sulla bici leggera...
    L'ultima tappa è quella ch'è più vera...
    Tu te ne vai dal falso di quest'era...
    Marco, vola sulla bici leggera...
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  2. #17
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    Da alcuni è ritenuta la più bella canzone del mondo in lingua italiana

    La cura (Manlio Sgalambro-Franco Battiato)

    Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
    dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
    Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
    dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
    Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
    dalle ossessioni delle tue manie.
    Supererò le correnti gravitazionali,
    lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
    E guarirai da tutte le malattie,
    perché sei un essere speciale,
    ed io, avrò cura di te.

    Vagavo per i campi del Tennessee
    (come vi ero arrivato, chissà).
    Non hai fiori bianchi per me?
    Più veloci di aquile i miei sogni
    attraversano il mare.

    Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
    Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.

    I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi
    la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
    Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
    Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
    Supererò le correnti gravitazionali
    lo spazio e la luce per non farti invecchiare.

    Ti salverò da ogni malinconia
    perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te ...
    Io sì, che avrò cura di te.
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  3. #18
    Opinionista L'avatar di Tiberio
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    Le testament (Georges Brassens)

    Je serai triste comme un saule
    Quand le Dieu qui partout me suit
    Me dira, la main sur l'épaule
    “Va-t'en voir là-haut si j'y suis”
    Alors, du ciel et de la terre
    Il me faudra faire mon deuil
    Est-il encor debout le chêne
    Ou le sapin de mon cercueil
    S'il faut aller au cimetière
    J'prendrai le chemin le plus long
    J'ferai la tombe buissonnière
    J'quitterai la vie à reculons
    Tant pis si les croqu'-morts me grondent
    Tant pis s'ils me croient fou à lier
    Je veux partir pour l'autre monde
    Par le chemin des écoliers
    Avant d'aller conter fleurette
    Aux belles âmes des damnées
    Je rêv' d'encore une amourette
    Je rêv' d'encor m'enjuponner
    Encore un' fois dire: “Je t'aime”
    Encore un' fois perdre le nord
    En effeuillant le chrysanthème
    Qui est la marguerite des morts
    Dieu veuill' que ma veuve s'alarme
    En enterrant son compagnon
    Et qu'pour lui fair' verser des larmes
    Il n'y ait pas besoin d'oignon
    Qu'elle prenne en secondes noces
    Un époux de mon acabit
    Il pourra profiter d'mes bottes
    Et d'mes pantoufl's et d'mes habits
    Qu'il boiv' mon vin, qu'il aim' ma femme
    Qu'il fum' ma pipe et mon tabac
    Mais que jamais - mort de mon âme
    Jamais il ne fouette mes chats
    Quoique je n'aie pas un atome
    Une ombre de méchanceté
    S'il fouett' mes chats, y a un fantôme
    Qui viendra le persécuter
    Ici-gît une feuille morte
    Ici finit mon testament
    On a marque dessus ma porte
    “Fermé pour caus' d'enterrement”

    J'ai quitté la vie sans rancune
    J'aurai plus jamais mal aux dents
    Me v'là dans la fosse commune
    La fosse commune du temps

    Il testamento

    Sarò triste come un salice
    Quando il Dio che ovunque mi segue
    Mi dirà, mano sulla spalla,
    «Va un po a vedere lassù se ci sono»
    Allora, sul cielo e sulla terra
    Dovrò per forza mettere una croce
    È ancora in piedi la quercia
    O l'abete della mia bara?
    Se bisogna andare al cimitero,
    Prenderò la strada più lunga,
    Marinerò la tomba
    Lascerò la vita a ritroso
    Tanto peggio se i becchini mi sgridano
    Tanto peggio se mi credono matto da legare,
    Voglio partir per l'altro mondo
    Con la testa tra le nuvole come uno scolaretto
    Prima di andare a giocar a "m'ama, non m'ama"
    Dalle belle anime dei dannati
    Sogno giusto un amorino ancora
    Sogno di andar ancora a donne
    Ancora una volta dire «Ti amo»
    Ancora una volta perdere la bussola
    Sfogliando il crisantemo
    Che è la margherita dei morti
    Dio voglia che la mia vedova si attristi
    Seppellendo il suo compagno,
    E che per farle versar lacrime
    Non ci sia bisogno di cipolle,
    Che lei prenda in seconde nozze
    Uno sposo della mia taglia
    Lui potrà approfittare dei miei stivali
    E delle mie pantofole, e dei miei abiti
    Che beva pure il mio vino, che ami la mia donna
    Che fumi la mia pipa e il mio tabacco
    Ma che mai – che io sia dannato
    Che mai maltratti i miei gatti
    Per quanto io non abbia un briciolo,
    Un' ombra di cattiveria
    Se maltratta i miei gatti, ci sarà un fantasma
    Che andrà a perseguitarlo
    Qui giace una foglia morta
    Qui finisce il mio testamento.
    Si è scritto sulla mia porta
    «Chiuso per lutto»

    Io ho lasciato la vita senza rancore
    Non avrò mai più mal di denti
    Eccomi nella fossa comune,
    La fossa comune del tempo.
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

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