Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
è lo stratagemma usato dai preti per trattenere i credenti scettici: credi in Dio, il nostro, ma su ciò che ti lascia scettico ti lasciamo riflettere, sperando che ti venga l'illuminazione; basta che non ti metti di punta a contestare gli articoli di fede ed il nostro diritto a farli valere; che è il motivo per cui il 95% non viene scomunicato;
un sistema geniale, perfetto per i mediterranei, inclini a pensare che le leggi sono relative, come i limiti di velocità, i semafori, gli scontrini, ecc...


no, è proprio una disposizione ideologico-dottrinaria; il cattolico può essere in itinere, avere fede in Dio, ma essere scettico sul soprannaturale;
su quest'ultimo, i gerarchi gli consentono un'adesione scettica, che può essere condizionabile dalla volontà, posta la fede in Dio;
mica scemi i preti; è un modo per disgiungere ed elasticizzare ciò che sarebbe indigeribile per l'uomo moderno, non una questione di gap cognitivi; di fatto -e anche nella teologia "alta" gli articoli del Credo, quelli discutibili, sono lasciati in sospeso come tensione al voler credere, lasciando galleggiare lo scettico, senza porlo con le spalle al muro, ma tenendolo "politicamente" vincolato; è il gran trucco della religiosità mediterranea, che dovrebbe ovviare al radicalismo della Riforma, che abolisce tout court le gerarchie dottrinarie;


no, nel senso che l'interruzione della catena di necessità logica dall'alto, per cui, ammesso un dio, non c'è modo di dedurre una legge vincolante e uniforme, anche a partire dalle stesse scritture, funziona anche in senso inverso, e cioè che l'incongruenza della narrazione teologica e del sistema precettizio non inficia di per sé la stessa fede, perché la catena di necessità logica si interrompe a quello stadio;

il percorso è:
a) credere in un dio;
b) credere che quel dio abbia comunicato attraverso scritture;
c) dedurre una legge vincolante da quelle; e questo è il nodo critico di tutto il sistema, perché la linguistica, l'ermeneutica e la deontologia sono scienze;

se l'approccio ai punti a) e b) può essere adattato per trovare una coerenza, niente si può per il punto c) ma, al contrario, risalendo ai punti a) e b) si incontra un'elasticità che "protegge" il nucleo di quelle credenze dagli scossoni che provengono dal piano di sotto.
Sto seguendo su FB alcune conferenze del dott. Biglino. Praticamente sta facendo, a livello di conoscenze e competenze ben più elevato, quel che aveva già fatto Voltaire nel Dizionario filosofico, ossia trattare la Bibbia dal punto di visto filologico, come si fa di solito per ogni opera dell'antichità. I risultati sono a dir poco sconvolgenti. Particolarmente impressionante è stato il dibattito pubblico coi teologi, cattolici e no: nessuno è stato in grado di smentire o confutare le conclusioni dello studioso torinese, anzi a un certo punto il rabbino gli ha dato ragione, asserendo che gli ebrei hanno sempre saputo che la Bibbia non parla di Dio, ma di Jahve, che è cosa ben diversa.Ha definito la Bibbia dei settanta, su cui si basa il Cristianesimo, la peggior sciagura dell'umanità, e stavolta è stato Biglino a dar ragione a lui. Il fatto che essa presenta taroccamenti e travisamenti del testo ebraico di portata sostanziale. Riporta, tra i tanti esempi, la traduzione della famosa profezia di Isaia su Gesù: nel testo ebraico è scritto chiaro e tondo che una GIOVANE DONNA (che si dovrebbe tradurre in latino puella) HA PARTORITO quello là; nel testo greco della Bibbia dei settanta la puella diventa PARTHENOS (vergine) e il verbo passa misteriosamente al futuro. Chi si vuol divertire con la resurrezione della carne, l'eternità, il dio onnipotente e altre amenità dogmatiche che il Vecchio Testamento non riporta in un solo versetto, avrà materiale in abbondanza su cui meditare. Intanto ci si sta muovendo attivamente per impedire a Biglino di continuare a parlare.