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Discussione: Ma � cos� cattiva, poi, la morte?

  1. #676
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Sì cono che comandi, se tu sei quello che fondamentalmente dà regole. Armonicamente davanti ai figli non significa dare un'immagine così stereotipata ed antiquata della donna\mamma e dell'uomo\padre.
    Riduci o riducete tu e tua moglie il tutto ad un teatrino, una pantomima dove tu e lei, per nozioni travisate o inculcate da coloro a cui vi affidate, vi comportate così e recitate i ruoli del padre e della madre secondo un copione. Questo lo dico per quel che ho capito ed intuito da quel che hai detto tu.
    Nel momento in cui viene detto che una donna non deve fare e dire in linea di massima qualcosa in famiglia, come in questo caso, non stai parlando di qualcosa di naturale,di armonico, almeno per quanto riguarda il rispetto ed il riconoscimento delle capacità di una persona. Naturale, armonico e rispettoso sarebbe che i due, nei limiti del loro carattere e capacità, possano fare più o meno le stesse cose. E' assurdo dire che gli orari ecc...li deve dare il padre.
    Perchè una madre non può fiatare, non può dire anche lei degli orari? Non può avere rispetto e considerazione in questo ambito come il padre?
    La collaborazione vera, ed il rispetto ed il riconoscimento dell'altro compagno, non passa dal teatrino retrogrado e patriarcale che tu ci esponi. In ogni famiglia normale i genitori parlano con i figli e fanno presente necessità e regole.
    Qui di naturale c'è solo quella tendenza maschile a prevaricare.
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  2. #677
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Andiamo verso le vacanze: Tempo di lettura, anche. Ti consiglio questo libro di Claudio Risè, Laurina. Oggi è necessario far riemergere la figura del padre, nella Famiglia. A volte drammaticamente assente!
    Ciò non vuol dire che la Madre debba restarsene in silenzio o non avere voce in capitolo sulle varie questioni. Stiamo parlando di ARMONIA. Di CARISMI. Di essere il + equilibrati possibili nel normale mènage familiare.

    Il Padre l'assente inaccettabile

    L'Occidente contemporaneo è definito dalle scienze sociali "una società senza padri". Alcuni vi vedono la fine, positiva, di ogni "patriarcato"?; altri, come l'autore, notano con preoccupazione il vuoto lasciato dall'assenza paterna. Per Claudio Risé, psicoanalista di formazione junghiana e docente di scienze politiche e sociali, il padre è la figura psicologica che collega la biografia individuale al piano trascendente e consente così l'integrazione del dolore e della perdita attraverso l'insegnamento esemplare del suo senso. La "società senza padri" appare, quindi, come un mondo che ha smarrito il senso religioso e, con esso, la capacità di dare significato alle prove della vita, cui l'individuo reagisce infantilmente attraverso il rifiuto e la negazione o con la depressione.

    Il libro entra nel vivo della cronaca di oggi mostrando come l'assenza paterna non nasca da fumosi processi psico-sociologici, ma dalla diffusione di separazioni e divorzi, che si concludono quasi sempre con l'espulsione dei padri da casa e con la rottura (o il grave indebolimento) del loro rapporto con i figli. A questo si aggiunge l'attuale legislazione abortista, che per la prima volta nella storia umana toglie la parola al padre in materia di procreazione. Di fronte agli enormi danni umani e psicologici di questa situazione, si va delineando una reazione, diffusa soprattutto fra i giovani, di cui Risé presenta, e interpreta, le prime forme. Si tratta di un sentire condiviso, che si traduce in usi e costumi nuovi, atti a dare spazio e considerazione a un padre consapevole e responsabile.

    http://www.edizionisanpaolo.it/varie...cettabile.aspx
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  3. #678
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    Ma tu stai male sul serio. Stavo anche in pensiero sul pippone copia-incollato di risè, a sproposito come sempre.
    Ma cosa c'entra il padre assente, l'aborto, con una famiglia come la tua dove tutti siete presenti e funzionanti?
    Cosa c'entra il non lasciare facoltà alla madre fi dare indicazioni ai figli?
    Lo capisci che tu, e magari anche tua moglie, travisi completamente queste questioni in nome di una assurda, retrograda e cattiva interpretazione di questi aspetti educativi verso i figli e dei ruoli uomo e donna?
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  4. #679
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Non siamo su un'isola deserta, Laurina. Viviamo a contatto col mondo...con questa società, che ci bombarda di messaggi negativi, dove le identità del Padre e della Madre vengono continuamente messe in discussione. Coi risultati che tutti abbiamo sotto gli occhi.
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  5. #680
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    E tu non trovi soluzione migliore che quella di travisare ed estremizzare quello che possono o non possono dire e fare in casa il padre e la madre a livello educativo, coltivando ignoranza e paranoie?
    Scendi su questo mondo ogni tanto e rilassati.
    Che non succede nulla se a tutti e due i genitori capita di dare un orario ai figli!
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  6. #681
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    Ma infatti nel Cristianesimo e nell'educazione cattolica dei figli non esiste la parola DOVERE: Tutto è sempre nella Libertà, nel mutuo sovvenirsi, accogliersi....accettarsi per ciò che si è, Laurina. E cioè Mogli, Mariti....Figli. Ognuno al suo posto. Ognuno col proprio Carisma.
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  7. #682
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    Dici libertà e poi imbrigli le persone.
    Libertà, rispetto e riconoscimento delle capacità dell'altro non passano dal teatrino stereotipato dei ruoli vecchio stampo. Con il contentino che possiamo dire al maschio di turno un po' il nostro pensiero.
    Fino a prova contraria abbiamo una boccuccia per parlare ed un cervello per pensare. Poi se tu e cina siete convinti che chi non ha il pisello debba sempre far sentire la propria voce per interposta persona, son problemi culturali e psicologici vostri.
    Questa che tu o tu e cona proponete non è educazione, non è rispetto delle donne, della libertà.
    Per paure immotivate, paranoie, forse ideologie della conventicola neoc., sate portando avanti un'idea di uomo e donna retrograda. Questa sì in competizione, per quanto a te e lei non sembri. Laddove c'è bisogno di mettere i paletti, di imbrigliare le donne è palese che ci sia paura di sentirsi sminuiti, messi in discussione, perdere "potere" e controllo su chi si vuol controllare. E guarda caso, a parte le ruffianette stile miriano, tutta questa apologia religiosa sulle donne, vien quasi sempre dagli uomini e con risvolti a maggior vantaggio loro. Qualcuna poi dice pure che è giusto. De gustibus...

    Conino, apri un po' gli occhiucci belli, che dietro i tentativi di abbellimento di quello che tu vuoi farci digerire, ci son secoli di ingiustizia e sottomissione ed anche nel tuo piccolo fai la tua parte, cona compresa.
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  8. #683
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Nessuno inventa niente: Siamo chiamati ad essere il + naturali possibile. Secondo la Parola di Dio. E nel libro di Risè tutto questo è spiegato senza enfasi e senza presunzioni di superiorità morale: Se lo leggi, arricchirai il tuo bagaglio di conoscenze e magari ti spoglierai di certi pregiudizi. Costa solo 10 Euro e lo trovi ovunque. Non solo nelle librerie cattoliche.
    amate i vostri nemici

  9. #684
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    Ma tu non puoi basare tutto su un cazzino di libro che ti sei letto, del quale per altro pari aver travisato in parte il messaggio, e su un libro vecchio e retrogrado come la bibbia, dove poi non trovi certo scritto che sei solo tu che devi dire ai figli quando rientrare dalla pizza con gli amici.
    Parli di naturale ma tutto questo è un copione messo su, quando naturale è per una persona, in questo caso una donna, una mamma, poter parlare, normalmente e liberamente, senza dover prima fare la seduta plenaria per far sentire il proprio pensiero per interposta persona, "l'Omo" di casa!

    Questo che proponi sa tanto di un teatrino, dove tu reciti la parte, lo stereotipo, la maschera del padre di famiglia, che gestisve e regola la casa e chi ci sta e lo stesso immagino la moglie, che deve fare la parte della mamma remissiva, consolatrice, consigliera in segreto, perché così deve essere, così recita il copione, il tutto ammantato di (presunta) naturalità.

    Anche se non fosse proprio così come dico, da come ti esprimi fai intendere questo, dai questa immagine.
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  10. #685
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    Abbiamo appena festeggiato le Nozze d'Argento: Si tratta di essere naturali, Laura. Non di recitare una parte.....
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  11. #686
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    E invece tu stai proponendo, o così sembra, due macchiette, due stereotipi.
    Di naturale c'è l'inclinazione del maschio a fare lui, a gestire lui.
    Son secoli che ci mettete da parte con varie scuse e fino a meno di un secolo fa nemmeno votavano.
    Fai un po' tu. Poi se a voi il vostro menage familiare e di coppia calza a pennello buon per voi, ma il principio che tu vuoi valido e universale è cacca.
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  12. #687
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    Dio propone. Non impone. Da parte nostra possiamo solo testimoniare che fidandosi di Lui, nel Matrimonio ci si può veramente realizzare come Persone: Siamo dei supereroi? Gente fuori dal comune? Particolare? Niente di tutto questo. Siam solo spettatori di un'opera di Dio...
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  13. #688
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    Andrà bene per voi che siete registrati su questa la lunghezza d'onda ma se prendi ad esempio il forum, ti è stato sempre risposto picche.
    Sei ancora promotore di una visione che castra le persone, noi donne soprattutto, facendo diventare tutti delle macchiette, dei personaggi tipo di un teatrino.
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  14. #689
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    poi c'è da vedere se quel Dio che tanto si riempiono la bocca è d'accordo con le loro visioni e azioni distorte e fanatiche , già sta bestemmiando

  15. #690
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    Vorrei dare un altro contributo sui ruoli di uomini e donne da "Tesori delle Testimonianze" (Vol. II), testo avventista:

    Uomini e donne che siano, debbono imparare a rammendare, a lavare, a tenere in ordine i propri indumenti. Devono essere capaci di preparare i propri pasti e avere dimestichezza con l’agricoltura e con la meccanica. In tal modo potranno alleggerire le proprie spese e, con l’esempio personale, inculcare i princìpi della economia e del risparmio. Queste lezioni possono essere più efficacemente insegnate là dove viene praticata in modo coscienzioso l’economia in ogni cosa.*{TT2 307.3}
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

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