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Risultati da 46 a 60 di 120

Discussione: effetto Trump

  1. #46
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Certo ogni gruppo difende se stesso e certe controparti attirano piu' simpatie di altre e hanno la precedenza.
    qQualche cento mila ciondolanti non costano niente e, quanto meno gli stessi servizi potrebbero essere destinati all'interno.
    se fai i conti cos�, rischi di capire poco la realt�:
    nei paesi di origine di quelli che chiami ciondolanti, hai tuoi connazionali che lavorano e fanno profitti italiani, imprese di estrazione e commerciali che importano materie prime essenziali per mandare avanti la baracca di tutti; anche volendo irridere i samaritani idealisti, non � egoisticamente intelligentissimo farti nemici i parenti di chi in loco ti autorizza, concede, magari protegge;

    Salvini e altre scimmie urlatrici possono permettersi di aprire bocca e dar fiato;
    ma se devi prendere decisioni intese ad avere un ritorno positivo, devi tener conto di tante cose e, prima ancora, conoscerle; ma quelle, appunto, sono scimmie, talmente ignoranti da pensarsi superiori a quelli che considerano zulu.
    c'� del lardo in Garfagnana

  2. #47
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    Non puoi pigliarti i loro residui per questo e comunque almeno la classe dirigente del posto ci guadagna abbastanza da tenerseli cari.
    Mandarci il surplus che da fastidio e' un di piu' che solo un governo scellerato poteva costringere a subire.

  3. #48
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    Non puoi pigliarti i loro residui per questo e comunque almeno la classe dirigente del posto ci guadagna abbastanza da tenerseli cari.
    Mandarci il surplus che da fastidio e' un di piu' che solo un governo scellerato poteva costringere a subire.
    � una parte del pacchetto che trattano i diplomatici, quelli istituzionali e quelli delle imprese;
    puoi anche non gradire, ma da persona adulta e pensante ti si chiede solo un minimo di dubbio sull'eventualit� che alcune grandezze e problemi ti sfuggano;

    molti sarebbero anche cinicamente disposti a risolvere il problema con le maniere brusche, se ci fosse un tornaconto politico concreto, al netto dei costi;
    poi, la realt� d'insieme li costringe a consigli diversi e pi� prudenti, sulla base di circostanze ignote alle masse.
    c'� del lardo in Garfagnana

  4. #49
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    Se a talli soggetti di scienza e coscienza non sfuggisse niente tanto da delegargli tutto non stavamo messi come stiamo messi, cosa per cui preferisco le manchevolezze mie che subire quelle altrui.

  5. #50
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    Se a talli soggetti di scienza e coscienza non sfuggisse niente tanto da delegargli tutto non stavamo messi come stiamo messi, cosa per cui preferisco le manchevolezze mie che subire quelle altrui.
    magari stavamo messi peggio; oppure avremmo affrontato conflitti, in modi pi� o meno cruenti;

    � evidente che il debito - una ricchezza spesa a buffo - � un ammortizzatore di conflitti sociali che si produrrebbero dovendo fare a meno di quella ricchezza;
    tu ti stai lamentando - da relativamente privilegiato, come in parte pure io - della prevedibile circostanza per cui i creditori chiedono indietro i soldi serviti ad alimentare i nostri privilegi, e quelli della maggioranza delle famiglie, quasi la totalit�, anche se in misura diversa;

    se spendi con la carta di credito al ristorante e in quel momento sei contento e godi per quella spesa, non puoi dare la colpa alla banca che il mese dopo ti preleva l'importo e ti costringe a pane e cicoria;
    e stiamo parlando di almeno 4 decenni, in cui la gente ha avuto impieghi statali e parastatali, commesse, tolleranza all'evasione, pensioni regalate, anche baby generose e retributive, sussidi alle imprese private;
    al famoso popolo, che vedi contrapposto alle �lites, tutto questo stava bene e pochissimi obiettavano, tipo Ugo la Malfa o Visentini, sempre sbertucciati; poi arriva il redde rationem e il popolo si ribella, dopo aver evitato di denunciare il cugino evasore per timore che quello lo denunciasse perch� in orario d'ufficio andava a zappare l'orto come ritorsione;

    i politici gestiscono questa coperta corta e raccontano le bugie che tutti vogliono sentirsi dire, che la colpa � di qualcun altro, ecc...
    se ci fossero soluzioni come pare a te, qualcuno le avrebbe avanzate in modo credibile, come proposta; qui urlano tutti, ma giocano per non vincere e dover poi governare.
    c'� del lardo in Garfagnana

  6. #51
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    Visto che e' stretta e' da irresponsabili aggiungerci centinaia di migliaglia di bocche da nutrire a ufo e mettere a ciondolare 'mbricandosi e facendo danni.
    Poi ci si si domanda perche' arriva trump, chieditelo prima a cosa porta tanta fantasia benefica.

  7. #52
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    Visto che e' stretta e' da irresponsabili aggiungerci centinaia di migliaglia di bocche da nutrire a ufo e mettere a ciondolare 'mbricandosi e facendo danni.
    Poi ci si si domanda perche' arriva trump, chieditelo prima a cosa porta tanta fantasia benefica.
    tu sei fissato con questa cosa, ma quelli che "nutri a ufo" sono poche migliaia, e transitori;
    sono mille volte di pi� i nutriti a ufo nostrani, quelli che fanno debito;
    ma tanto, � inutile che uno ti ricordi lavoro, demografia, conti...

    a te importa trovare argomenti per confermare la fissazione degli immigrati, fossero su Topolino, sulla gazzetta dello sport o nei fondi del caff�; riusciresti a portare il discorso su quelli anche a partire da un discorso sulle ricette dei dolcetti di natale

    intanto, il paesano tuo, per aver ammazzato il negro, si � preso 4 anni ai domiciliari, con permesso di 8 ore al giorno; praticamente, una vita normale;
    la moglie nemmeno ha voluto il risarcimento;

    chiss� quanto avrebbero urlato le scimmie a parti invertite.
    c'� del lardo in Garfagnana

  8. #53
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    Hanno fatto 4 miliardi di debito, un terremoto, pure quelli.
    I nostri ci sono, ma sommarvenene altri aumenta il problema, non lo sostituisce.

    Il "negro" sembra facesse parte della mafia senegalese venuta a rendergli omaggio con insegne e stendardi, per questo la cosa e' scomparsa e alla moglie sono state ritirate le facilitazioni regionali.

  9. #54
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    Hanno fatto 4 miliardi di debito, un terremoto, pure quelli.
    I nostri ci sono, ma sommarvenene altri aumenta il problema, non lo sostituisce.
    comodo per far dimenticare gli italianissimi 350 l'anno di maleconomia;

    Il "negro" sembra facesse parte della mafia senegalese venuta a rendergli omaggio con insegne e stendardi, per questo la cosa e' scomparsa e alla moglie sono state ritirate le facilitazioni regionali.
    dove l'hai letta 'sta storia, sul Monitore della razza bianca ? da subito hanno cercato di mescolare le carte con calunnie, falsi testimoni poi sbugiardati; poi la scientifica ha chiarito;
    la moglie ha rinunciato al risarcimento di legge, che niente poteva toglierle; le facilitazioni non c'entrano niente, e tantomeno possono essere decise sulla base del "pare che"...

    resta che se un africano avesse ucciso un italiano e gli avessero dato 4 anni di domiciliari e permesso quotidiano di 8 ore avremmo avuto rivoluzioni in tv e titoloni iperbolici per 6 mesi ogni giorno;
    questo, giustamente, � un paese che pu� essere comandato solo da delinquenti di livello pari all'indegnit� dei suoi abitanti, visto il sentimento di giustizia cos� labile.
    c'� del lardo in Garfagnana

  10. #55
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    Su telepania marche ovviamente

  11. #56
    mi chiedo se � diventata una regola mandare a puttane un thread

    Ecco perch� ad un certo punto non intervengo pi� in un tema, e come me altri.

    Come perch�? Il titolo del thread E' effetto Trump non sarebbe, � e dove sono finiti i post che parlano di questo effetto?

    Avete minimamente accennato alle ritorsioni degli altri stati alle nuove disposizioni emanate dal Tycoon? A cominciare dall'Iran?

    Vabb� continuiamo a parlare del terremoto e dei politici nostrani..
    P�nta rh�i h?s potam�s

    arecata � il 2� nick-name di Blasel

  12. #57
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    Citazione Originariamente Scritto da arecata Visualizza Messaggio
    mi chiedo se � diventata una regola mandare a puttane un thread

    Ecco perch� ad un certo punto non intervengo pi� in un tema, e come me altri.

    Come perch�? Il titolo del thread E' effetto Trump non sarebbe, � e dove sono finiti i post che parlano di questo effetto?

    Avete minimamente accennato alle ritorsioni degli altri stati alle nuove disposizioni emanate dal Tycoon? A cominciare dall'Iran?
    io s�, tu avessi la pazienza di leggere;
    ho scritto esattamente dell'opportunit� e del senso del protezionismo e della chiusura delle frontiere, di come negli USA la presenza di Trump sia divisiva e ritenuta non-americana da una gran parte degli stessi ambienti repubblicani e ho anche spiegato la ratio per cui nella teoria dell'economia internazionale le politiche di Trump sono tendenzialmente propense ad impoverire;

    devo fare un numero di nuoto sincronizzato con le bandierine a stelle e strisce tra le dita dei piedi ?
    c'� del lardo in Garfagnana

  13. #58
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    http://stradeonline.it/monografica/2...ioni-nazionali


    Scritto da Emanuela Banfi

    A fronte di prospettive di crescita limitate, le misure protezionistiche vengono invocate come soluzione per deviare la domanda da beni esteri verso beni prodotti internamente nell�illusione di sostenere il PIL domestico. Ma lo spezzettamento delle produzioni all�interno delle Global Value Chain fa s� che molte importazioni risultino vitali per le imprese nazionali: il protezionismo finirebbe per colpire proprio le industrie italiane e far perdere loro competitivit�.

    Globalizzazione e integrazione dei commerci internazionali vanno di pari passo e sono fortemente correlate; il 2016 � destinato a essere ricordato come un punto di minimo nella crescita del commercio internazionale; siamo dinanzi a un fenomeno epocale (la ritirata della globalizzazione) o passeggero (un mero rallentamento in un percorso di crescita a lungo termine)?

    Con la globalizzazione le catene del valore sono diventate globali, attraverso nuovi circuiti di approvvigionamento dei fattori produttivi e mediante una scomposizione e rilocalizzazione internazionale di parte dei processi produttivi in paesi a basso costo del lavoro, con nuovi circuiti per approvvigionarsi dei fattori produttivi. In tale quadro assumono, pertanto, sempre maggiore rilevanza le scelte di medio-lungo termine relative al posizionamento strategico delle imprese nella catena del valore, e le dinamiche all�interno delle filiere globali, le cosiddette Global Value Chain o GVC.

    Esistono minacce nel porre limiti, nella forma di misure protezionistiche, a questo processo? Fenomeni come "Brexit" e "Back to America" potranno avere un impatto, e di che segno, sulla globalizzazione secolare? E che effetti ci saranno per i settori maggiormente integrati a livello globale?

    Il processo di integrazione dei commerci internazionali si sta esaurendo?
    Il 2016 ha visto un punto di minimo nella crescita del commercio internazionale. La frenata dei Paesi emergenti, la minor spinta delle GVC, un ciclo degli investimenti debole, oltre che fattori accidentali e derive protezionistiche, hanno progressivamente abbassato la stima sulla crescita degli scambi mondiali all�1,7% su base annua, la met� circa di quanto sperimentato dal 2010 e addirittura una frazione (circa 1?4) di quello che � stato il ritmo medio nel corso degli anni Novanta. Si tratta della crescita pi� bassa dopo la crisi del 2009 e, soprattutto, di un livello di sviluppo inferiore all�incremento del PIL mondiale nello stesso anno, come a segnalare un passo indietro del processo di integrazione globale, misurato dalla crescita relativa, pari all�elasticit� tra tassi di crescita del commercio e del PIL mondiale. Scambi pi� dinamici (un�evenienza verificatasi 17 volte negli ultimi vent�anni) riflettono infatti un�integrazione internazionale crescente. Al contrario, valori di elasticit� inferiori all�unit� (nel 2016 l�indicatore si assesta su 0,8) sono l�evidenza di un passo indietro della globalizzazione.

    Le Global Value Chains e il posizionamento delle imprese italiane
    Il processo di creazione delle GVC a livello globale ha visto due fasi distinte: scomponendo i flussi di commercio per fase di filiera e confrontando i periodi pre- e post-crisi, tra il 1996 e il 2007 si � assistito al progressivo ampliamento dei mercati internazionali nelle fasi sia di approvvigionamento che di sbocco, mentre, negli anni successivi alla crisi del 2007-2008, si � sofferto un rallentamento soprattutto nelle fasi di sourcing e prime lavorazioni (2).

    La partecipazione delle imprese italiane alle GVC � elevata. La quota di committenza internazionale risultava pi� elevata per Francia e Italia (oltre il 40%) rispetto a quella di Spagna e Germania (23%) (6).

    Le imprese italiane partecipano alle filiere globali soprattutto come fornitrici di produzioni intermedie a medio-bassa tecnologia (59% dei casi), nonch� come venditori finali (41%), mentre le imprese tedesche partecipano per il 35% nelle fasi intermedie e per il 65% in quelle finali. Come illustra il grafico sulle dinamiche pre- e post-crisi delle macrofasi delle GVC, appare pi� favorevole un posizionamento strategico delle imprese all�interno delle GVC � pi� favorevole nelle fasi finali, il cui potenziale di export � meno influenzato da questo cambiamento strutturale. Pertanto la dinamica in atto risulta generalmente pi� favorevole per il sistema delle imprese tedesche rispetto a quello italiano.

    � chiaro che il posizionamento delle imprese italiane all'interno delle filiere globali migliorer� quanto pi� esse riusciranno ad avanzare all'interno delle catene del valore, occupando segmenti finali, che tendenzialmente hanno pi� alto valore aggiunto e godono di maggiori barriere all'ingresso.

    Le imprese italiane vivono bene sui mercati aperti: nel 2015 l�Italia ha beneficiato di export per �413mld e registrato importazioni per �370mld, con un saldo commerciale positivo di �43mld (il quinto al mondo). E tale dinamica dovrebbe confermarsi anche per il 2016 (1). L'export ha rappresentato la parte pi� dinamica del nostro PIL: dal primo trimestre del 2009 (il punto pi� basso della crisi globale) il fatturato delle imprese italiane con l�estero � aumentato del 45% (dati ISTAT a luglio 2016); quello rivolto alla domanda interna � invece rimasto sostanzialmente invariato (2).

    La minaccia di un nuovo protezionismo per l�economia globale e per le imprese italiane
    Dopo due decenni di progressiva apertura e abbattimento delle barriere agli scambi, dal 2010 si � assistito al moltiplicarsi di tentazioni protezionistiche e azioni distorsive del libero mercato. Secondo le misurazioni indipendenti di Global Trade Alert, dal 2009 sono oltre 6000 le iniziative nei diversi mercati che hanno discriminato i produttori esteri in favore di imprese domestiche. Ci sono poi comportamenti scorretti (ultimo per rilevanza � il caso del dumping cinese sull�acciaio) che favoriscono necessariamente azioni di difesa commerciale (2).

    L�ultimo anno, in particolare, ha evidenziato la crescente sfiducia delle opinioni pubbliche e anche di parti rilevanti delle classi dirigenti verso processi di apertura e liberalizzazione dei mercati internazionali. Il Presidente eletto degli Stati Uniti ha fatto del nazionalismo economico uno dei cardini della propria proposta politica, si sono fermati i progetti per un�apertura dei grandi mercati (TTIP e il TPP) e Brexit � l'emblema di come un'ideologia politica fondata su paure e chiusure possa mettere a repentaglio pi� di quarant�anni di libero commercio tra i principali Paesi europei. A fronte di prospettive di crescita economica limitate, le misure protezionistiche vengono invocate come soluzione per deviare la domanda da beni esteri verso beni �nazionali�, nell�illusione di sostenere il PIL domestico.

    Nella realt�, nel medio-lungo termine questo pu� non realizzarsi per via di due effetti. Innanzitutto, ad azioni protezionistiche introdotte da un governo viene tipicamente risposto dai governi di altri Paesi con contro-azioni protezionistiche. Inoltre, come abbiamo rilevato, l�allocazione delle diverse fasi produttive all�interno delle GVC fa s� che molte importazioni provenienti da altri Paesi (per esempio materie prime o semilavorati in acciaio, componenti automotive o plastiche industriali provenienti da Paesi come la Cina) rappresentano input per le fasi successive. Quindi barriere protezionistiche, quali i dazi doganali sulle importazioni, equivalgono ad incrementi di costi per la produzione dei beni finali. Il risultato complessivo sono prezzi pi� elevati e perdita di competitivit� per tutti i partecipanti alla filiera globale. Il Fondo Monetario Internazionale ha stimato che un aumento generalizzato dei dazi del 10% porterebbe ad una riduzione del PIL globale del 2% (7).

    In conclusione, le tensioni protezionistiche rappresentano, in prospettiva, pi� una minaccia che un�opportunit� per l�economia globale, ma ci� vale in particolare per le numerose imprese italiane che operano nelle fasi intermedie delle Global Value Chain, e che si troveranno a dover ripensare le proprie scelte strategiche in relazione all�evoluzione della globalizzazione, se possibile.
    Ultima modifica di axeUgene; 29-01-2017 alle 13:18
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #59
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    A me sembra che la questione sia un po diversa, ovvero il centro degli interessi sono quelli americani, in particolare di chi ti ha eletto sulla base di una piattaforma che ha incontrato il loro interesse.
    In tale ottica e' riportare all'interno la produzione delocalizzata, a cui devi fornire pure uno sbocco, piu' che ridurre gli scambi se non a fronte di sbilanciamenti che ti costano piu' di quello che ti rendono.
    Ultima modifica di meogatto; 29-01-2017 alle 14:14

  15. #60
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    A me sembra che la questione sia un po diversa, ovvero il centro degli interessi sono quelli americani, in particolare di chi ti ha eletto sulla base di una piattaforma che ha incontrato il loro interesse.
    In tale ottica e' riportare all'interno la produzione delocalizzata, a cui devi fornire pure uno sbocco, piu' che ridurre gli scambi se non a fronte di sbilanciamenti che ti costano piu' di quello che ti rendono.
    appunto; la questione pu� essere un po' diversa per gli USA, superpotenza in grado di gestire meglio anche le importazioni, ma solo in parte; perch� poi si paga un prezzo politico, che a sua volta si trasforma in ulteriore prezzo economico, con le ritorsioni;

    intanto, il trombetta lo piazza nel posteriore a noi, che abbiamo un notevole surplus commerciale con gli USA, e questo gi� dovrebbe mostrare l'idiozia dei supporters nostrani;

    l'importante � aver ben presente gli aspetti complessi delle cose, perch� � facile che ci vengano raccontate favolette sulla base di falsit�; soprattutto dato che viviamo in un paese che importa energia, materie prime e semi-lavorati;
    tipicamente, con questo profilo le chiusure sovraniste impoveriscono, soprattutto se le dimensioni e la forza del paese non sono tali da coercire politicamente i partner, come solo in parte possono gli USA, ma non possiamo noi;

    siccome queste sono cose notissime a livello di elaborazione politica - tutti hanno uno straccio di economista che conosce questo abc; non � roba da nobel, ma da primo biennio di universit� - sorge il fondato sospetto che i sovranisti di ogni paese facciano baluginare le virt� taumaturgiche di protezionismo e monete sovrane solo per blindare le classi dirigenti nazionali inette e parassitarie a fronte della competizione internazionale;

    la riprova l'hai con l'incremento elevatissimo di produttivit� media - oltre il 20, con picchi fino al 30%, un dato enorme - che si determina quando un gruppo industriale italiano passa in mani straniere;
    puntualmente, ai legaioli e neo-fascisti pi� o meno camuffati, ieri si � aggiunto anche il rivoluzionario rosso Fassina-chi? a giocare al sovranista per lucrare sulle paure e l'ingenuit� della brava gente poco in grado di addentrarsi nelle questioni complesse.
    c'� del lardo in Garfagnana

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