Originariamente Scritto da
crepuscolo
A questo punto io direi di parlare dell'Apocalisse in toto.
Nell'Apocalisse, il cui autore non � certamente identico a quello del vangelo di Giovanni, come si riteneva un tempo, Cristo figura nel simbolo dell' "agnello adirato", che a ragione C.G. Jung definisce una "grottesca paradossia" , cio� una contraddizione paradossale con ci� che Ges� � in realt� e che come si desume con sufficiente chiarezza dalla tradizione, in realt� vuole essere. Nell'Apocalisse si parla del Giudizio finale, e si dichiara: "E' giunto il grande giorno della sua ira", vale a dire dell'agnello suddetto. " E chi vi pu� resistere?". Questo giudizio assume inimmaginabili dimensioni di sterminio. I re della terra, i potenti, cos� come i liberi ed i servi si nascondono negli abissi delle montagne e supplicano che le rocce cadano su di loro per sottrarli all'ira terribile dell'agnello. E fanno bene. Perch� ci� che avviene ora supera ogni immaginabile misura di orrore e di furia distruttrice. I terremoti devastano la terra, il sole si fa nero, la luna come sangue, le stelle cadono dal cielo, isole e continenti girano vorticosamente, tuoni e lampi infuriano e guizzano, grandine e fuoco si riversano, la terra brucia, un terzo di tutte le creature perisce, e sopra questa devastazione cosmica, che viene ripetutamente dipinta con toni terrificanti, risuona un triplice lamento! "Una vera orgia di odio, ira, vendetta e cieca furia distruttrice, che non ne ha mai abbastanza di fantastiche immagini di terrore, prorompe ed inonda di sangue e fuoco un mondo, che ci si � appena impegnato a redimere per una comunione d'amore con Dio" : questo � il commento di C.G. Jung che constata: "L'immagine di Cristo offuscata da sentimenti negativi ( dell'autore) � comunque diventata quella di un crudele vendicatore, che in realt� non ha proprio niente a che vedere col Salvatore". Comunque sia l'autore di questo sfogo di tendenze aggressive e distruttive, Jung ritiene che in ogni caso il suo elaborato rispecchi molto delle sue proprie ombre e poco del divino Redentore. E dopo un'approfondita disamina egli aggiunge anche questo: "Che si girino le cose come si vuole, alla luce del Vangelo dell'amore il vendicatore e giudice � e resta una figura tenebrosa".
Evidentemente � cos� perch� il gesuanico "non giudicate" e l'irato agnello dell'Apocalisse, giudice devastatore, sono e restano in totale contraddizione. Cos� � la stessa tradizione canonica neotestamentaria, che stravolge parzialmente la figura di Ges� nel perfetto contrario di ci� che essa � in realt�. Ed ora facciamo qui un'osservazione grave. Noi infatti ci accorgiamo che il canone stesso � percorso da tensioni che in sostanza si escludono a vicenda. Come � possibile giungere, su una base di cos� forti contrasti ad un vero senso d'identit� dei cristiani? Evidentemente ci� � possibile soltanto se si impara a distinguere criticamente fra ci� che � genuinamente gesuanico e le concezioni e proiezioni, assolutamente non conformi, di quanti hanno tramandato e interpretato. Lo si pu� fare? Lo si vuole?
A queste domande si deve rispondere: no! Per una gran parte non lo si vuole e neppure lo si pu� perch� mancano le necessarie premesse obbiettive e psicologiche. Infatti proprio negli ambienti ecclesiastici l'Apocalisse ha recuperato un ruolo particolare.