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Discussione: Alcune spiegazioni sul libro dell�Apocalisse.

  1. #1
    Opinionista L'avatar di Arcobaleno
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    Alcune spiegazioni sul libro dell�Apocalisse.

    Da �Dottrina e Alleanze� 77 (sezione completa):

    1 Domanda: Che cosa � il mare di cristallo di cui parla Giovanni nel quarto capitolo e sesto versetto dell�Apocalisse?
    Risposta: E� la terra nel suo stato santificato, immortale ed eterno.
    2 D.: Che dobbiamo intendere con le quattro bestie di cui � parlato nello stesso versetto?
    R.: Sono espressioni figurative, usate dal Rivelatore, Giovanni, per descrivere il cielo, il paradiso di Dio, la felicit� dell�uomo, degli animali e dei rettili, come pure degli uccelli dell�aria; ci� che � spirituale essendo all�immagine di ci� che � temporale, ed il temporale a somiglianza di ci� che � spirituale; lo spirito dell�uomo essendo all�immagine della sua persona, come pure lo spirito delle bestie e di ogni altra creatura che Iddio ha creato.
    3 D.: Le quattro bestie si limitano a rappresentare bestie singole oppure rappresentano classi e ordini?
    R.: Sono quattro singole bestie che furono mostrate a Giovanni per rappresentare la gloria delle classi di esseri godenti la loro felicit� eterna, il loro ordine predestinato o la loro sfera di creazione.
    4 D.: Che dobbiamo intendere con gli occhi e le ali che avevano le bestie?
    R.: Gli occhi sono l�immagine della luce e della conoscenza, cio� essi sono pieni di conoscenza; e le loro ali sono l�immagine del potere di muoversi, di agire, ecc.
    5 D.: Che cosa dobbiamo intendere con i ventiquattro anziani, di cui parla Giovanni?
    R.: Questi anziani, che vide Giovanni, erano anziani che erano stati fedeli nell�opera del ministero ed erano morti, che appartenevano alle sette chiese ed erano allora nel paradiso di Dio.
    6 D.: Che cosa dobbiamo intendere con il libro che vide Giovanni e che era suggellato con sette sigilli?
    R.: Dobbiamo comprendere che esso contiene la volont� rivelata, i misteri e le opere di Dio, le cose celate del suo piano per tutto quanto riguarda questa terra, durante i settemila anni della sua durata o della sua esistenza temporale.
    7 D.: Come dobbiamo interpretare i sette sigilli con cui � stato sigillato?
    R.: Dobbiamo comprendere che il primo sigillo contiene le cose dei primi mille anni, il secondo pure dei secondi mille anni, e cos� via fino al settimo.
    8 D.: Che cosa significano i quattro angeli di cui si parla nel settimo capitolo e nel primo versetto dell�Apocalisse?
    R.: Si tratta di quattro angeli mandati da Dio, ai quali � dato il potere sulle quattro parti della terra, per salvare le vite o per distruggerle; sono quelli che hanno il Vangelo eterno da trasmettere ad ogni nazione, trib�, lingua e popolo, ed hanno il potere di chiudere i cieli, di suggellare alla vita o di precipitare nelle regioni tenebrose.
    9 D.: Che cosa dobbiamo intendere della descrizione dell�angelo che ascende da levante, settimo capitolo e secondo versetto dell�Apocalisse?
    R.: L�angelo ascendente da levante � colui al quale � dato il sigillo dell�Iddio vivente sulle dodici trib� d�Israele, pertanto egli grida ai quattro angeli che detengono il Vangelo eterno, dicendo: - Non arrecare danno alla terra, n� al mare, n� agli alberi fino a che abbiamo sigillato i servitori del nostro Iddio sulle loro fronti. -
    E se voi volete riceverlo, questo � Elias, che doveva venire per radunare le trib� d�Israele e restaurare ogni cosa.
    10 D.: In che epoca dovranno compiersi le cose di cui si parla in questo capitolo?
    R.: Dovranno compiersi nel sesto millennio o all�apertura del sesto sigillo.
    11 D.: Che cosa dobbiamo intendere con il suggellamento dei centoquarantaquattromila componenti di tutte le trib� d�Israele, dodicimila di ogni trib�?
    R.: Dobbiamo intendere che coloro che sono suggellati sono sommi sacerdoti, ordinati al santo ordine di Dio per amministrare il Vangelo eterno; poich� sono quelli che sono ordinati da ogni nazione, trib�, lingua e popolo dagli angeli a cui � dato potere sulle nazioni della terra per condurre quanti vorranno alla chiesa del Primogenito.
    12 D.: Come dobbiamo intendere il suonar delle trombe, menzionato nell�ottavo capitolo dell�Apocalisse?
    R.: Dobbiamo intendere che, come Iddio cre� il mondo in sei giorni e nel settimo termin� la sua opera e la santific� e form� anche l�uomo dalla polvere della terra, cos�, al principio del settimo millennio il Signore Iddio santificher� la terra, compir� la salvezza dell�uomo e giudicher� ogni cosa e riscatter� ogni cosa, eccetto quelle che non ha soggiogate sotto il suo potere, quando avr� sigillato ogni cosa alla fine di tutte le cose; ed il suono delle trombe dei sette angeli � la preparazione e il compimento della sua opera, all�inizio del settimo millennio, la preparazione della via prima del tempo della sua venuta.
    13 D.: Quando si produrranno le cose che sono menzionate nel nono capitolo dell�Apocalisse?
    R.: Debbono compiersi dopo l�apertura del settimo sigillo, prima della venuta di Cristo.
    14 D.: Come dobbiamo intendere il piccolo libro che fu ingoiato da Giovanni, come � detto nel decimo capitolo dell�Apocalisse?
    R.: Dobbiamo intendere che si trattava di una missione, di un�ordinanza per radunare le trib� d�Israele; ecco, questo � Elias che, come � scritto, deve venire a restaurare ogni cosa.
    15 D.: Come dobbiamo intendere con i due testimoni nell�undicesimo capitolo dell�Apocalisse?
    R.: Essi sono due profeti che debbono essere suscitati alla nazione ebraica negli ultimi giorni, all�epoca della restaurazione, per profetizzare agli Ebrei, dopo che saranno stati radunati ed avranno costruito la citt� di Gerusalemme nella terra dei loro avi.

    Al versetto 14 si parla del libriccino ingoiato da Giovanni, che io ho identificato col mio libro �Religioni a confronto � Il Vangelo del 2000�. L� � sicuramente contenuta un�ordinanza per radunare tutti i credenti, non solo le trib� d�Israele. Ma sappiamo che anche i Gentili credenti saranno annoverati tra i figli d�Israele... Elias prender� spunto da quel libriccino?

  2. #2
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Cominciamo dall'inizio e un po' alla volta visto che la carne al fuoco � molta e rischia di bruciarsi.
    1) Il mare di cristallo � l'oceano celeste, le "acque sopra il firmamento". Esso si estende proprio come ghiaccio scintillante ai raggi del sole ( krystallos = ghiaccio o cristallo).
    Nell'Apocryphon di Giovanni, un documento gnostico-giudaico scritto circa nel 120 d.C. e recentemente scoperto nelle vicinanze di Nag Hammadi, si asserisce che Dio riflette se stesso nell'"acqua chiara" e vede la sua riflessione.
    In entrambi i casi si implica che Dio � un abisso inaccessibile di luce.
    Per la seconda devo fare una ricerca.

  3. #3
    whatever.. L'avatar di Misterikx
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    .. si asserisce che Dio riflette se stesso nell'"acqua chiara" e vede la sua riflessione.
    .
    se non altro Carlos Castaneta,malgrado tutto il pejote che si pippava,NON ha mai nominato il nome di Dio invano..
    " Non siamo in un salotto borbonico col mignolo sollevato e l'inchino obbligatorio. Qui siamo tutti uguali. Non ti aspettare in un forum cose difficili da trovare pure tra amici e parenti." Nahui

  4. #4
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    Bisognerebbe dirlo a chi l'ha scritto, al massimo io ho fatto qualche canna

  5. #5
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    Secondo te Mister ..qui si nomina Dio ogni tre per due ..saranno castigati ??

  6. #6
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    Dio � tutto e non � niente, speriamo di no

  7. #7
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    Miei commenti a 2)3)4)5)
    I quattro esseri viventi stanno intorno al trono ed in mezzo ad esso. In due posti allo stesso tempo? Ci� che s'intende qui � che i vegliardi si trovano in un ampio circolo intorno al trono e che le bestie, o meglio gli esseri viventi, stanno ai quattro punti cardinali tra il trono e i vegliardi. Insieme essi formano una "mandala" ( o un circolo), un simbolo ben noto d'interezza ( C.G. Jung).
    Qui Giovanni � nuovamente ispirato dalla visione inaugurale del profeta Ezechiele, come nella prima visione. Non vi � nulla di speciale in questo poich� tutti i mistici giudaici alludevano a questa particolare descrizione del trono e delle bestie. La differenza sta in ci�, che Giovanni ( come Paolo in II Corinzi) ascende in estasi al terzo cielo e al paradiso, mentre i mistici giudaici parlavano di un paradiso al settimo cielo. Quest'ultimo � derivato dall'ellenismo.
    La differenza tra Ezechiele e gli Apocalittici, che nel primo ogni bestia o essere vivente ha quattro teste, mentre nell'opera di Giovanni ciascuna ha una sola testa. I primi padri della chiesa vedevano in questo un'allegoria dei 4 Evangelisti: Matteo=uomo, Marco=leone, Luca=vitello e Giovanni= aquila. In realt�, le quattro creature viventi sono simboli che hanno origine nell'inconscio. La tetrarchia (quaternio) occorre frequentemente nei sogni. Ancor oggi la gente ha visioni di Dio nella forma di un animale. Nei tempi antichi gli uomini adoravano gli dei in forma di animali, per esempio in Egitto e nel Medio Oriente, ma anche in Grecia. Il Tempo era di solito raffigurato come un mostro a tre teste ( passato, presente e futuro). Al tempo degli Apocalisti, gli Alessandrini rappresentavano la deit� cosmica Abraxas con testa di gallo (= sole, cielo), corpo d'uomo e gambe di rettile(=terra).
    I serafini nella visione inaugurale del profeta Isaia hanno sei ali e gridano l'uno all'altro. " Santo, santo, santo � il signore degli eserciti ( celesti).

  8. #8
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    E' bellissimo il punto 11: i 144.000 salvati rappresentano la Pienezza. Essendo un multiplo di 12 si pu� evincervi il numero delle trib� di Israele e il numero degli Apostoli moltiplicato. A significare che Cristo � morto per tutti. Nessuno escluso!
    amate i vostri nemici

  9. #9
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    Cerchiamo di ragionare come ragionavano gli antichi, anche le costellazioni dello Zodiaco erano 12.

  10. #10
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    Secondo te Mister ..qui si nomina Dio ogni tre per due ..saranno castigati ??
    se il mondo � stato creato ,come nel racconto cristiano,non pu� esserci evoluzione,perch� l�evoluzione implica una creazione continua
    "l �ntera creazione fu completata in sei giorni" che possibilit� restano per l�evoluzione?

    non fidarti mai delle piccole conoscenze di terza mano,meno senti di sapere pi� si aprono nuove porte,non pensare mai di essere arrivato

    il Divino � una presenza non una persona come ce la vogliono far credere nelle loro favole..
    adognibuonconto io rispetto la difficolta di un�altro essere umano che su questo pianeta ha paura della morte
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  11. #11
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    A questo punto io direi di parlare dell'Apocalisse in toto.
    Nell'Apocalisse, il cui autore non � certamente identico a quello del vangelo di Giovanni, come si riteneva un tempo, Cristo figura nel simbolo dell' "agnello adirato", che a ragione C.G. Jung definisce una "grottesca paradossia" , cio� una contraddizione paradossale con ci� che Ges� � in realt� e che come si desume con sufficiente chiarezza dalla tradizione, in realt� vuole essere. Nell'Apocalisse si parla del Giudizio finale, e si dichiara: "E' giunto il grande giorno della sua ira", vale a dire dell'agnello suddetto. " E chi vi pu� resistere?". Questo giudizio assume inimmaginabili dimensioni di sterminio. I re della terra, i potenti, cos� come i liberi ed i servi si nascondono negli abissi delle montagne e supplicano che le rocce cadano su di loro per sottrarli all'ira terribile dell'agnello. E fanno bene. Perch� ci� che avviene ora supera ogni immaginabile misura di orrore e di furia distruttrice. I terremoti devastano la terra, il sole si fa nero, la luna come sangue, le stelle cadono dal cielo, isole e continenti girano vorticosamente, tuoni e lampi infuriano e guizzano, grandine e fuoco si riversano, la terra brucia, un terzo di tutte le creature perisce, e sopra questa devastazione cosmica, che viene ripetutamente dipinta con toni terrificanti, risuona un triplice lamento! "Una vera orgia di odio, ira, vendetta e cieca furia distruttrice, che non ne ha mai abbastanza di fantastiche immagini di terrore, prorompe ed inonda di sangue e fuoco un mondo, che ci si � appena impegnato a redimere per una comunione d'amore con Dio" : questo � il commento di C.G. Jung che constata: "L'immagine di Cristo offuscata da sentimenti negativi ( dell'autore) � comunque diventata quella di un crudele vendicatore, che in realt� non ha proprio niente a che vedere col Salvatore". Comunque sia l'autore di questo sfogo di tendenze aggressive e distruttive, Jung ritiene che in ogni caso il suo elaborato rispecchi molto delle sue proprie ombre e poco del divino Redentore. E dopo un'approfondita disamina egli aggiunge anche questo: "Che si girino le cose come si vuole, alla luce del Vangelo dell'amore il vendicatore e giudice � e resta una figura tenebrosa".
    Evidentemente � cos� perch� il gesuanico "non giudicate" e l'irato agnello dell'Apocalisse, giudice devastatore, sono e restano in totale contraddizione. Cos� � la stessa tradizione canonica neotestamentaria, che stravolge parzialmente la figura di Ges� nel perfetto contrario di ci� che essa � in realt�. Ed ora facciamo qui un'osservazione grave. Noi infatti ci accorgiamo che il canone stesso � percorso da tensioni che in sostanza si escludono a vicenda. Come � possibile giungere, su una base di cos� forti contrasti ad un vero senso d'identit� dei cristiani? Evidentemente ci� � possibile soltanto se si impara a distinguere criticamente fra ci� che � genuinamente gesuanico e le concezioni e proiezioni, assolutamente non conformi, di quanti hanno tramandato e interpretato. Lo si pu� fare? Lo si vuole?
    A queste domande si deve rispondere: no! Per una gran parte non lo si vuole e neppure lo si pu� perch� mancano le necessarie premesse obbiettive e psicologiche. Infatti proprio negli ambienti ecclesiastici l'Apocalisse ha recuperato un ruolo particolare.
    Ultima modifica di crepuscolo; 07-03-2017 alle 08:08

  12. #12
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    .. Infatti proprio negli ambienti ecclesiastici l'Apocalisse ha recuperato un ruolo particolare.
    toh
    hanno fatto capolino dalle catacombe e notando che il mondo sta andando a catasfascio..
    di sicuro � l�ultima carta che giocheranno
    " Non siamo in un salotto borbonico col mignolo sollevato e l'inchino obbligatorio. Qui siamo tutti uguali. Non ti aspettare in un forum cose difficili da trovare pure tra amici e parenti." Nahui

  13. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da Misterikx Visualizza Messaggio
    se il mondo � stato creato ,come nel racconto cristiano,non pu� esserci evoluzione,perch� l�evoluzione implica una creazione continua
    "l �ntera creazione fu completata in sei giorni" che possibilit� restano per l�evoluzione?

    non fidarti mai delle piccole conoscenze di terza mano,meno senti di sapere pi� si aprono nuove porte,non pensare mai di essere arrivato

    il Divino � una presenza non una persona come ce la vogliono far credere nelle loro favole..
    adognibuonconto io rispetto la difficolta di un�altro essere umano che su questo pianeta ha paura della morte
    Il Divino � proprio una Persona, Giuseppe: S'� reso visibile in Cristo Ges� Signore nostro! Presenza viva e reale in mezzo a noi....

    "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi:
    Dio nessuno l'ha mai visto. Proprio il Figlio unigenito,
    che � nel seno del Padre,
    lui lo ha rivelato!" (Giovanni 1)
    amate i vostri nemici

  14. #14
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    A questo punto io direi di parlare dell'Apocalisse in toto.
    Nell'Apocalisse, il cui autore non � certamente identico a quello del vangelo di Giovanni, come si riteneva un tempo, Cristo figura nel simbolo dell' "agnello adirato", che a ragione C.G. Jung definisce una "grottesca paradossia" , cio� una contraddizione paradossale con ci� che Ges� � in realt� e che come si desume con sufficiente chiarezza dalla tradizione, in realt� vuole essere. Nell'Apocalisse si parla del Giudizio finale, e si dichiara: "E' giunto il grande giorno della sua ira", vale a dire dell'agnello suddetto. " E chi vi pu� resistere?". Questo giudizio assume inimmaginabili dimensioni di sterminio. I re della terra, i potenti, cos� come i liberi ed i servi si nascondono negli abissi delle montagne e supplicano che le rocce cadano su di loro per sottrarli all'ira terribile dell'agnello. E fanno bene. Perch� ci� che avviene ora supera ogni immaginabile misura di orrore e di furia distruttrice. I terremoti devastano la terra, il sole si fa nero, la luna come sangue, le stelle cadono dal cielo, isole e continenti girano vorticosamente, tuoni e lampi infuriano e guizzano, grandine e fuoco si riversano, la terra brucia, un terzo di tutte le creature perisce, e sopra questa devastazione cosmica, che viene ripetutamente dipinta con toni terrificanti, risuona un triplice lamento! "Una vera orgia di odio, ira, vendetta e cieca furia distruttrice, che non ne ha mai abbastanza di fantastiche immagini di terrore, prorompe ed inonda di sangue e fuoco un mondo, che ci si � appena impegnato a redimere per una comunione d'amore con Dio" : questo � il commento di C.G. Jung che constata: "L'immagine di Cristo offuscata da sentimenti negativi ( dell'autore) � comunque diventata quella di un crudele vendicatore, che in realt� non ha proprio niente a che vedere col Salvatore". Comunque sia l'autore di questo sfogo di tendenze aggressive e distruttive, Jung ritiene che in ogni caso il suo elaborato rispecchi molto delle sue proprie ombre e poco del divino Redentore. E dopo un'approfondita disamina egli aggiunge anche questo: "Che si girino le cose come si vuole, alla luce del Vangelo dell'amore il vendicatore e giudice � e resta una figura tenebrosa".
    Evidentemente � cos� perch� il gesuanico "non giudicate" e l'irato agnello dell'Apocalisse, giudice devastatore, sono e restano in totale contraddizione. Cos� � la stessa tradizione canonica neotestamentaria, che stravolge parzialmente la figura di Ges� nel perfetto contrario di ci� che essa � in realt�. Ed ora facciamo qui un'osservazione grave. Noi infatti ci accorgiamo che il canone stesso � percorso da tensioni che in sostanza si escludono a vicenda. Come � possibile giungere, su una base di cos� forti contrasti ad un vero senso d'identit� dei cristiani? Evidentemente ci� � possibile soltanto se si impara a distinguere criticamente fra ci� che � genuinamente gesuanico e le concezioni e proiezioni, assolutamente non conformi, di quanti hanno tramandato e interpretato. Lo si pu� fare? Lo si vuole?
    A queste domande si deve rispondere: no! Per una gran parte non lo si vuole e neppure lo si pu� perch� mancano le necessarie premesse obbiettive e psicologiche. Infatti proprio negli ambienti ecclesiastici l'Apocalisse ha recuperato un ruolo particolare.
    Se c'è un libro della Bibbia dove sia possibile escludere un intervento manipolativo da parte dello scrivente è proprio l'Apocalisse.
    Essa consiste in una serie di visioni: che può c'entrare lo stato d'animo dell'autore umano o le sue convinzioni personali?
    Con ciò viene confermato che l'autore umano è lo stesso evangelista Giovanni.
    In altri libri della Bibbia qualche influenza delle convinzioni personali o dello stato d'animo dell'autore umano può esserci stata, ma non nei libri profetici.
    Sto pensando al libro "Ecclesiaste", scritto da Salomone, dove si dice, tra l'altro, alla fine del primo capitolo:

    Io, Kohelet, sono stato re di Israele a Gerusalemme. Ho applicato il cuore a condurre ricerche e indagini sapienti su tutto ciò che si fa sotto il sole: affare gramo Dio ha imposto agli uomini, perché in esso si tormentino. Ho visto tutte le opere che si svolgono sotto il sole ed ecco: tutto è vano, fiato sprecato.
    Ciò che è piegato si può raddrizzare; quanto alle perdite, non si possono contare.
    Ho detto nel mio cuore: - Io sono molto più grande e apprezzato come sapiente di quanti furono prima di me a Gerusalemme e il mio cuore ha visto molta sapienza e scienza. - Allora ho applicato il cuore a raffrontare sapienza e scienza con stoltezza e insipienza, ma ho capito che anche questo è fiato sprecato. Infatti dove è molta saggezza c’è molto fastidio1, e chi aumenta il sapere aumenta il dolore2.

    Mie note:

    1 Troppa saggezza rende la vita dell’uomo innaturale. Bisogna essere spontanei, non schiavi della saggezza, che pure è utile.

    2 Si parla del sapere umano, di cui sono piene le scuole che torturano bambini e ragazzi.

    Lo stato d'animo dell'autore ha sicuramente influito sulla stesura di questo libro, intriso di pessimismo riguardo all'utilità delle attività umane. Il messaggio che ne risulta è: tutto è vanità, a che serve affaticarsi?
    Tuttavia il libro è pure intriso di saggezza e a buon diritto è inserito nel "canone". Contiene delle verità, pure se induce al "non agire", se non in caso di necessità, come molte religioni orientali (induismo, buddhismo, taoismo).

    Nello stesso testo e in altri libri vetero testamentari viene espresso il concetto di morte, di cui si fanno forti i Testimoni di Geova per affermare che l'anima è mortale, muore assieme al corpo.
    In Ecclesiaste 9:10 si legge che “non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol [ovvero la tomba], il luogo al quale vai”.
    In Ecclesiaste 3:20: “Tutti vanno a un solo luogo. Tutti sono venuti dalla polvere, e tutti tornano alla polvere”.
    Nel Salmo 146:4 "Il suo spirito se ne esce, egli torna al suo suolo; in quel giorno periscono in effetti i suoi pensieri”.
    In Ecclesiaste 9:5, 6: “i viventi sono consci che moriranno; ma in quanto ai morti, non sono consci di nulla [...] Inoltre, il loro amore e il loro odio e la loro gelosia son già periti, ed essi non hanno più alcuna porzione a tempo indefinito in nessuna cosa che si deve fare sotto il sole”.

    E' evidente che in quei casi Dio ha lasciato che l'autore umano si esprimesse secondo le convinzioni ebraiche dell'epoca.
    Perché non diede le stesse informazioni chiare sull'anima date in testi contemporanei delle religioni orientali?
    Io sono convinto che fu una punizione lasciare gli ebrei nell'ignoranza a questo riguardo.
    Dio più volte afferma che il suo è un popolo di dura cervice. Afferma pure che i suoi inviati furono perseguitati e molti uccisi da questo suo popolo. Inoltre, nei libri veterotestamentari rifiutati è certamente presente il concetto di anima immortale. Sto parlando degli "apocrifi" del Vecchio Testamento. Se, dunque, gli ebrei hanno rifiutato testi validi, perchè Dio avrebbe dovuto insistere presso di loro? Che rimangano nella loro ignoranza! Questo il ragionamento di Dio, a mio parere.

    Attribuire a Cristo tutte le catastrofi dell'Apocalisse è errato. Cristo non ha questo potere, ha solo il potere di giudicare. E' Dio stesso che procede a una punizione. Tant'è che a un certo punto viene detto che quando Dio avrà messo sotto i piedi di Cristo tutte le cose, Cristo stesso si sottometterà a Dio.
    Cristo apre i sigilli del Libro che è nelle mani di Dio, ma le conseguenze pratiche sono da attribuire a Dio. Questo non significa che Cristo si dissocia dall'opera di Dio o che Cristo non sia adirato per tutto il male che c'è sulla Terra e per quello che deve subire lui stesso. E' solo che non ha quel potere.
    Tutto ciò a prescindere dall'interpretazione simbolica dell'Apocalisse.

    Vedere Cristo solo come un materasso su cui Lucifero e i suoi seguaci possono scaricare la loro violenza gratuitamente all'infinito e aspettarsi in cambio il suo perdono perpetuo è assurdo.

  15. #15
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    Come ha reagito Gesù al motto: "Tutto viene da Dio"?
    Lui ha protestato. In modo distinto,inequivocabile. Teologi, filosofi e chiese hanno reso questa protesta una voce molto nebulosa o indistinta ed in alcuni sistemi di pensiero della chiesa o di filosofi occidentali essa è stata addirittura totalmente negata. Ma ancora essa può essere colta dai Vangeli.

    Un uomo seminò del buon seme nel suo campo, racconta Gesù, ma di notte venne il suo nemico e seminò zizzania fra il grano. Quando la semente crebbe, gli operai furono sorpresi e dissero al padrone: " Non ci si può quasi credere, da dove viene tutta questa zizzania?". Il padrone rispose: " Deve averlo fatto uno che ci è nemico".
    Il padrone non dice: Sì, era proprio fra i semi che abbiamo seminato. Come scusante, avrebbe potuto aggiungere: Può capitare, a volte tra i semi si mescola qualcosa di estraneo. Ma egli non fa per nulla questi mezzi discorsi, un po' evasivi. Sa bene quello che ha seminato, qualità buona, e perciò da una risposta del tutto diversa.
    A quei tempi un modo molto diffuso di colpire un avversario era quello di mescolare nascostamente al fresco seminato delle erbacce. Si deve dunque pensare soltanto al nemico personale, si è quindi concluso. Ma questa è una limitazione assolutamente non necessaria, perché in ogni caso l'affermazione decisiva punta in una direzione ben chiara.
    Gesù narra la parabola in modo che noi viviamo così la successione degli eventi, in tutta chiarezza: il seminatore è ben certo di non avere seminato la molta zizzania; è stato un altro. Quest'altro ha provocato un danno, e questo è un chiaro segno di che tipo di persona sia quest'altro che ha cercato di distruggere un lavoro solido, ben fatto. " Deve averlo fatto uno che ci è nemico". Vediamo che Gesù non tende neppure lontanamente alla supposizione che tutto, semente e zizzania, provengano dalla stessa mano. Egli dice piuttosto che qui ci si è intromessi nell'opera di Dio, da parte di una potenza distruttiva. Questa non è una semplificazione monistica: Gesù postula un dualismo carico di tensione, parla di una parte avversa, di una potenza contraria. In primo luogo egli non si mostra affatto preoccupato che l'onnipotenza di Dio possa essere pregiudicata. In partenza non fa proprio nessuno sforzo per superare questo dualismo, per limitarlo o ritoccarlo. Lasciateli tranquillamente crescere insieme, dice nel seguito della parabola, poi si distinguerà bene il grano dalla zizzania.

    Possiamo citare allo stesso modo un altro passo.
    Viene riferito a Gesù un misfatto di Pilato. In Galilea egli ha fatto uccidere alcuni uomini, proprio mentre stavano compiendo un sacrificio. Il pensiero contemporaneo si basava sulla legge della corrispondenza fra colpa ed eventi. Dunque nel caso di quegli uomini deve esserci stata sullo sfondo una colpa segreta. No, dice Gesù, non potete semplicemente indicare come motivo del fatto la loro colpa presunta. E questo discorso lo porta a quei diciotto uomini uccisi a Siloe dal crollo di una torre. " Non è certamente dimostrato", commenta Gesù , " che essi fossero peggiori degli altri abitanti". Ciò che Gesù respinge dunque decisamente è la presunta corrispondenza tra colpa e patimento, questo dogma etico del contraccambio. Se questo fosse vero, quel primo evento e questo secondo andrebbero presi come un giudizio di Dio. Gesù, respingendo categoricamente quella legge della corrispondenza, dice immediatamente ed allo stesso tempo: il giudizio di Dio non va certamente cercato qui. Noi non sappiamo proprio niente della loro colpa, noi non possiamo certo dire: l'ha fatto Dio. Tutto questo sarebbe per lui una semplificazione monistica, che egli respinge. La reazione di Gesù corrisponde esattamente alla tendenza dualistica constatata in precedenza.
    L'Antico Testamento dice: " Tutto viene da Dio, bene e male "
    Gesù dice, soprattutto in relazione alla sventura ed al male: " Questo l'ha fatto un nemico".
    Entrambi i casi citati mostrano come prima di Gesù venivano giudicate simili tragiche vicende. maggiore importanza ha però il suo modo di trattare in pratica tali catastrofi umane. Sofferenza, malattia, sventura e morte non sono per lui espressioni della volontà di Dio. Esse rappresentano piuttosto aggressioni dei demoni, del male e della potenza delle tenebre, vale a dire di quelle assurdità distruttrici della vita, contro cui egli conduce la sua lotta in nome di Dio. Per lui dunque esse non sono affatto punizioni , prove o mezzi di purificazione inviati da Dio, come la pastorale cristiana di ogni tempo fa presto a dire, presumibilmente per confortare, certamente non in accordo con Gesù, ma piuttosto accogliendo esplicitamente e con scarsa capacità di convincimento dei motivi veterotestamentari.
    Riassumendo dunque, quando noi vediamo che Gesù si oppone in via di principio al " tutto viene da Dio" , e lo respinge come non convincente, allora sembra quasi come se egli avesse già anticipato lo scandalo che noi oggi siamo costretti a denunciare per amore di verità, sollecitati dai problemi esistenziali. Così stanno effettivamente le cose. In ogni caso Gesù è molto più moderno, cioè più consapevole nei confronti dei veri interrogativi dell'esistenza, di quanto generalmente si supponga. Ciò diviene ancora più chiaro se ci domandiamo quali siano le motivazioni della psicologia del profondo che si celano dietro quel contrasto fra dualismo e monismo.
    Ultima modifica di crepuscolo; 19-03-2017 alle 14:49

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