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Risultati da 46 a 60 di 61

Discussione: La parabola del figliol prodigo

  1. #46
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    No, Dio non viola la giustizia con i miracoli, semmai la giustizia è violata quando capitano disgrazie a chi non le meriterebbe.
    Quindi, quando Dio con un miracolo aiuta qualcuno che non sia un mascalzone, fa la cosa giusta.
    Diremo, allora, che Dio di regola è ingiusto perché non rimedia immediatamente ai crimini dei mascalzoni?
    Potremmo dirlo, se non sapessimo che c'è in atto una guerra con Lucifero e i suoi seguaci che IMPEDISCE all'onnipotente Dio l'esercizio immediato della giustizia, secondo i patti e il rispetto del libero arbitrio stabiliti tra le parti. Ci devono essere necessariamente delle regole in quella guerra.
    Dio l'ha già vinta questa guerra, amico Arcobaleno! Cristo ha vinto il Male, il Peccato e la Morte una volta per sempre....
    Ecco qual è ciò che tu definisci come "l'esercizio immediato della Sua Giustizia". Quaggiù, sotto le stelle, siamo solo di passaggio: Un breve sbatter di ciglia. Il dolore, l'ingiustizia e la sofferenza del mondo hanno un tempo limitato. Breve.
    amate i vostri nemici

  2. #47
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    Se supponiamo che il padre della parabola ritenga sufficiente punizione per il figliol prodigo le esperienze negative vissute, allora quel padre può essere Dio, che non aggiunge ulteriori punizioni.

    Quanto alla mia tesi sul fatto che Dio sia obbligato a comportarsi in un certo modo, credo che vada nella direzione del riuscire a capire Dio, mio penultimo post. Dio, attualmente, non fa ciò che vuole, ma ciò che è obbligato a fare per ottenere i risultati finali promessi.

  3. #48
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    Beh, allora non è onni-potente. È uno scacchista qualunque. E che vinca il migliore!
    Il paragone può calzare. Dio non può buttare a terra con una manata tutti i pezzi neri di Lucifero perchè è onnipotente: deve stare alle regole del gioco. Quindi autolimita la sua onnipotenza.

  4. #49
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    Cono, quando c'è il perdono c'è pure la condanna, si ritorna all'idea del padre patriarcale del Vecchio Testamento che Gesù con questa parabola ha rifiutato.
    Sono più vicino alla tesi di dietrologo, in fondo il figlio voleva conoscere il mondo e l'ha conosciuto.
    Dovremmo porci la domanda se Dio, padre patriarcale del Vecchio Testamento, avrebbe potuto manifestarsi diversamente all'epoca. Il materiale umano che aveva a disposizione, gli ebrei, vengono definiti a più riprese un popolo di dura cervice, che perseguita e uccide i suoi inviati. Avrebbe potuto maniferstarsi come padre comprensivo e libertario o fu costretto, a scopo educativo, a fare il padre padrone?
    Se avete dei figli minorenni disobbedienti, li lasciate fare e siete comprensivi o cercate di imporre delle regole per educarli e li punite se continuano a ribellarsi alle regole?

  5. #50
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    Dovremmo porci la domanda se Dio, padre patriarcale del Vecchio Testamento, avrebbe potuto manifestarsi diversamente all'epoca. Il materiale umano che aveva a disposizione, gli ebrei, vengono definiti a più riprese un popolo di dura cervice, che perseguita e uccide i suoi inviati. Avrebbe potuto maniferstarsi come padre comprensivo e libertario o fu costretto, a scopo educativo, a fare il padre padrone?
    Se avete dei figli minorenni disobbedienti, li lasciate fare e siete comprensivi o cercate di imporre delle regole per educarli e li punite se continuano a ribellarsi alle regole?
    Interessante la tua questione, provo a rifletterci poi ti risponderò, a primo acchito penso che sul piatto della bilancia l'egoismo personale o di gruppo, che si rivela attraverso la proiezione, conscia od inconscia, di noi stessi nella realtà, influisca molto.
    Ultima modifica di crepuscolo; 24-03-2017 alle 10:42

  6. #51
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Se supponiamo che il padre della parabola ritenga sufficiente punizione per il figliol prodigo le esperienze negative vissute, allora quel padre può essere Dio, che non aggiunge ulteriori punizioni.

    Quanto alla mia tesi sul fatto che Dio sia obbligato a comportarsi in un certo modo, credo che vada nella direzione del riuscire a capire Dio, mio penultimo post. Dio, attualmente, non fa ciò che vuole, ma ciò che è obbligato a fare per ottenere i risultati finali promessi.
    Sei un Mormone…conosci a menadito la Parola: Definiamo Dio l’Onnipotente perché stà sopra al Bene e al Male. Perché sulla Croce Redentrice ha ridotto il Male in polvere….

    “Con Cristo Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti per i vostri peccati e per l'incirconcisione della vostra carne, perdonandoci tutti i peccati, annullando il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli. Egli lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla Croce! Avendo privato della loro forza i Principati e le Potestà del Male ne ha fatto pubblico spettacolo dietro al corteo trionfale di Cristo”. (Colossesi 2)

    L’unica “regola” che impone il Signore è l’Amore, Arcobaleno. La Misericordia. Che permette di andare oltre il Male. Il Padre, col figliol prodigo, si comporta così.
    Dio, con noi, si comporta così.
    amate i vostri nemici

  7. #52
    Opinionista L'avatar di Ter
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    Il paragone può calzare. Dio non può buttare a terra con una manata tutti i pezzi neri di Lucifero perchè è onnipotente: deve stare alle regole del gioco. Quindi autolimita la sua onnipotenza.
    Ma lo vedi allora che Dio gioca a dadi con il Mondo, insieme con Lucifero, Satana e Belzebù, e altri ancora?
    Che razza di dio-padre sarebbe questo? Che non solo non guida, ma crea i casini d'accordo con gli altri amichetti, o se li creano questi ultimi, lui si limita a guardare? Perché non interviene a fermare la mano dell'assassino? Perché ha "creato" quella noiose formichine belligeranti che sarebbero l'esatto opposto di lui?

    Ma quali pezzi neri di Lucifero? Che è più di sostegno di questo presunto Dio ritardato che avete inventato? Dio, Lucifero. Due entità, due morali diverse.

    E dire che il primo è così annoiato che si diverte anche a mettere ossa fossili di dinosauro nelle rocce, per mettere alla prova la fede dei suoi seguaci.
    Ultima modifica di Ter; 24-03-2017 alle 14:14

  8. #53
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Dovremmo porci la domanda se Dio, padre patriarcale del Vecchio Testamento, avrebbe potuto manifestarsi diversamente all'epoca. Il materiale umano che aveva a disposizione, gli ebrei, vengono definiti a più riprese un popolo di dura cervice, che perseguita e uccide i suoi inviati. Avrebbe potuto maniferstarsi come padre comprensivo e libertario o fu costretto, a scopo educativo, a fare il padre padrone?
    Se avete dei figli minorenni disobbedienti, li lasciate fare e siete comprensivi o cercate di imporre delle regole per educarli e li punite se continuano a ribellarsi alle regole?
    Le cose stanno dunque così: la concezione dell'onnipotenza nella concreta figura dell'onnipotente patriarca impronta di sé, in senso monistico unilaterale, la fede in Dio dell'Antico Testamento. E così nell'Antico Testamento ci vengono incontro soprattutto due padri, che sul Dio patriarca, come anche sul padre- patriarca, hanno da dire qualcosa di fondamentale, ma anche di terribile.
    Il primo è Abramo. Gli giunge l'ordine divino di offrire in olocausto il suo unico figlio. Egli si mette per via, raccoglie legna in abbondanza, evidentemente per un grande olocausto - ma dov'è l'agnello per l'olocausto? domanda il figlio. L'interrogativo rimane senza risposta; Abramo allunga la mano ed afferra il coltello per immolare il figlio. All'ultimo secondo interviene un angelo, e un ariete può essere sacrificato al posto del figlio. Abramo è stato sottoposto ad una prova di fede, e l'ha superata. La posizione che si prende nei confronti di questo racconto è ciò che qui ha rilevanza per noi. Lo studioso dell'Antico Testamento L. Perlitt, si richiama a questo proposito ad un commento di un altro studioso di primo piano G. v. Rad che si esprime così: " Se egli compiva il sacrificio, si spegneva per lui la luce accesa da Dio nella sua vita. Se non lo compiva, era fallito presso Dio. Il luogo a cui Dio l'aveva condotto era quello dell'abbandono di Dio". Questa parafrasi va respinta come impropria. Essa è addirittura un tipico esempio della nebulosità di sentimenti, con cui anche grandi teologi cercano di farci comprendere fonti che stanno alla base del Nuovo Testamento o che sono fondamentali per il cristianesimo. Riferire e spiegare un testo come quello ora citato e un fatto, è scienza. Ma poi all'improvviso cambia il punto di vista , "quei tempi" diventano "oggi", lo studioso diventa un predicatore , mentre con affettività esistenziale si cerca di ottenere la nostra comprensione di oggi per l'evento di allora. Ma proprio questo è intollerabile, perché non può esserci una comprensione di oggi per l'evento di allora - naturalmente può esserci quella scientifica , storica o di storia della religione, ma non quella esistenziale, la quale presume che con una giusta capacità d'immedesimazione anche l'uomo di oggi possa raggiungere una certa comprensione per il comportamento di Abramo. Già soltanto aspettarci questo comporta le fine di qualsiasi discussione. Quando Hermann Gunkel nel suo grandioso commento alla Genesi spiega questo passo su Abramo dicendo che esso risale ad un'epoca di distacco dal sacrificio umano, questo ha un senso. Con ciò viene allo stesso tempo caratterizzato il rapporto del fatto col momento di evoluzione storica che lo condiziona.
    Ma l'uomo del presente come reagirà a quell'episodio di Abramo, se proprio dovrà farlo? Se è onesto egli dirà: Io non lo faccio! E se malgrado tutto il sacrificio gli fosse richiesto con una dura imposizione reagirebbe dicendo: Al prezzo della mia stessa vita io mi rifiuto di compiere in nome della religione una cosa non umana e non divina. E con ciò, mio Dio, non sono io che fallisco presso di te, sei tu piuttosto che fallisci presso di me, lo fai già col darmi un simile comando, che del resto può portarmi soltanto dal giudice penale. Di fatto noi oggi dobbiamo reagire ancora, o di nuovo, chiaramente in questo modo. Infatti proprio questo testo è ancora oggi usato nella chiesa come testo di predicazione, e Abramo viene elogiato come eroe della fede. Questo avviene di fatto, ed è un segno particolarmente significativo del fatto che noi non sappiamo proprio che cosa, in quanto cristiani, dobbiamo veramente credere. Quel testo non ha in sé il diritto obiettivo di essere presentato, in un servizio divino cristiano,come parola di Dio. Perché questo non avvenga, i cristiani dovrebbero rendersi responsabili, se vogliono trovare il loro senso d'identità cristiana.
    Che cosa dunque caratterizza Abramo come un patriarca dal punto di vista psicologico?
    Anche il patriarca Abramo è convinto: " Tutto viene da Dio". Perciò non esiste alcun dibattito sulla giustificazione etica e religiosa di quanto gli viene richiesto.
    In sostanza ed innanzi tutto il patriarca si preoccupa di se stesso, è fondamentalmente un egoista di fronte a Dio e di fronte agli uomini. La sua giustizia deve restare immacolata; per metterla alla prova egli farà qualsiasi cosa.
    Ed egli può fare qualsiasi cosa. A questo corrisponde infatti la sua posizione sociale. Persino di fronte ad una richiesta estrema, l'imbarazzo non consiste nel fatto che gli sarebbe impossibile soddisfare la pretesa. Egli può persino immolare suo figlio.
    Dei possessi a disposizione del patriarca fanno parte campi, bestiame e tutti gli altri beni, ma non soltanto cose, bensì anche gli uomini della famiglia patriarcale. Anche la moglie, anche il figlio sono di sua proprietà. Il diritto di disporre di loro ha la massima estensione immaginabile.
    Il potere di disposizione è illimitato. Esistono relazioni personali, naturalmente. Abramo amava suo figlio, si narra. Ma i rapporti personali non sono ancora divenuti così sostanzialmente costruttivi, da poter impedire un'azione rivolta direttamente contro di loro. Non dobbiamo perciò dotare un racconto così primordiale di sentimenti, che esso non giustifica affatto.
    Ciò che più colpisce è che dall'inizio alla fine Abramo tace, che egli ubbidisce tacendo. La sua propria umanità o la sua psiche non entra proprio in causa. Ma questo è, tanto più in una situazione così estrema, un comportamento pre-psichico. Non esiste comportamento umano senza coinvolgimento psichico. La figura di Abramo si muove pertanto attraverso la scena come una larva, è una figura arcaica ad un livello d'evoluzione pre-psichico. Questo è il suo limite fondamentale.
    Questo "padre Abramo", come spesso viene chiamato, è allo stesso tempo l'esempio classico di ciò che noi intendiamo per monismo nell'Antico Testamento. Egli è una sola cosa, è cioè servitore dell'Onnipotente, e perciò lui stesso,in quanto padre ed uomo pio, è qualificato soltanto per mezzo dell'autorità, della potenza e dell'ubbidienza.
    Ultima modifica di crepuscolo; 24-03-2017 alle 14:37

  9. #54
    whatever.. L'avatar di Misterikx
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    Ma lo vedi allora che Dio gioca a dadi con il Mondo, insieme con Lucifero, Satana e Belzebù, e altri ancora?
    é tutto un gioco anyway
    " Non siamo in un salotto borbonico col mignolo sollevato e l'inchino obbligatorio. Qui siamo tutti uguali. Non ti aspettare in un forum cose difficili da trovare pure tra amici e parenti." Nahui

  10. #55
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    Il più furbo punta sul 7, non certo sugli occhi del serpente
    Ultima modifica di crepuscolo; 28-03-2017 alle 18:50

  11. #56
    Opinionista L'avatar di Ter
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    é tutto un gioco anyway
    Embè, mi pare sia abbastanza scandaloso, soprattutto per un credente, sminuire così la propria divinità. Allora vuol dire che non è tanto onnipotente come vuole far credere. Ed in più i diavoli gliela fanno sotto al naso. Ma allora sono tutti quanti una manica di str****. Dire che molte cose succedono per caso, senza una qualsivoglia volontà celeste, è troppo normale, vero?

    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    Il più furbo punta sul 7, non cero sugli occhi del serpente
    Anche il superenalotto ormai è truccato, non trasmettono più le estrazioni in diretta video.

  12. #57
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    Non è questione di truccato ma di probabilità; infatti con due dadi per fare sette lo puoi fare con: 6 e 1; 5 e 2; 4 e 3; mentre per l'occhio di serpente, tanto per rimanere in tema diavolesco, lo puoi fare solo con 1 e 1.
    E chi gioca al superenalotto è un po' toccato avendo 1 probabilità su 600.000.000

  13. #58
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    Non è questione di truccato ma di probabilità; infatti con due dadi per fare sette lo puoi fare con: 6 e 1; 5 e 2; 4 e 3; mentre per l'occhio di serpente, tanto per rimanere in tema diavolesco, lo puoi fare solo con 1 e 1.
    E chi gioca al superenalotto è un po' toccato avendo 1 probabilità su 600.000.000
    Vabe, "picchiato", dipende da quanto ci gioca. Se non mostrano più le estrazioni in diretta, c'è qualcosa che non va. Io mi ricordo che fino ad un po' di anni fa le trasmettevano ancora, e guarda caso mi pare che il sei uscisse con maggiore frequenza. Comunque si può fare, truccare il gioco. Aspettano che vengano giocate le ultime schedine. Nel lasso di tempo che va dalle 19:30 alle 20:00 con un sistema ad hoc fanno in modo che esca la combinazione per loro più conveniente. Altrimenti detto, il 6 lo farebbero "uscire" quando vogliono loro. Così il jackpot sale e la gente gioca di più perché incalzata dalla cifra. Il gioco meno iniquo sarebbe il 10 e lotto. Io avrei escogitato un sistemino per raddoppiare solo la cifra puntata. Ma non è detto. E varrebbe meglio per poche riproposizioni del sistema suddetto. Sul lungo periodo, o per tanti rilanci, la statistica tenderà a livellare i risultati verso lo 0. Fattore q, nel mezzo, escluso.

  14. #59
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    Si, mi sembra che diverso tempo fa il bambino che estraeva le palline, su suggerimento dell'adulto, cercasse quelle più lisce, e per giunta lo facevano vedere anche in Tv. Se qualcuno vuol fregare il sistema lo trova.
    Con il sistema del raddoppio fino ad un certo punto ho vinto due volte al casinò di Venezia. Puntavo sui colori; dopo un certo livellamento aspettavo che fossero usciti due colori identici allora puntavo sull'opposto raddoppiando in caso di perdita, con ritiro ad un certo punto per non imbarcarmi. In sostanza coprivo fino a 6 volte, ossia una sfilza di otto colori identici.
    Per fortuna non abitavo a Venezia poiché per il piacere del gioco sarei prima o poi andato per e pezze.
    Per il sistema del raddoppio è meglio cercare almeno la probabilità del 50 %
    Ultima modifica di crepuscolo; 28-03-2017 alle 19:42

  15. #60
    Opinionista L'avatar di Ter
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    Le slot e i casinò su me non hanno presa. Perché è un metodo di gioco puramente adrenalico, ma alla fin fine, sai che adrenalina e adrenalina! Fregarsi così, con le proprie stesse mani? Però i furboni hanno intuito la disperazione della gente (penso a chi ci gioca tutto, se ci butti 1/1000 di quel che hai è un altro conto) e il potenziale di dipendenza innescato da quei suoni/effetti video.
    Beh, se hai notato, secondo una tua statistica ricorrente, che il gioco del raddoppio con la scelta del rosso o nero puoi condurlo a tuo vantaggio ben venga. Finché dura, o ti fermi, con un malloppino.
    Entri con pochi euro e provi ogni volta a scommettere poco. Così non puoi avere grosse perdite.

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