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Risultati da 76 a 90 di 113

Discussione: gli immigrati pagano le pensioni

  1. #76
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Il che tradotto in risorse sarebbe la disponibilita' al volo di circa 600.000 alloggi, con una emergenza abitativa in corso
    non c'è nessuna emergenza abitativa in corso, anzi, è il contrario: ci sono 38 vani per ogni abitante; c'è un problema di scarsa tutela giudiziaria e fiscale dei proprietari, che induce a non affittare, ma soprattutto un problema di capitalizzazione bancaria che morde il freno a qualsiasi mobilitazione del patrimonio immobiliare;

    avere la mappatura di dettaglio dei posti e delle professionalita' messe a disposizione, vedere chi ritiene uno stipendio operaio preferibile ad reddito "artistico", dare una collocazione sociale a questa massa, con circa 10 milioni di indigeni, a questo punto, in poverta' assoluta o a rischio di entrarci.
    vedi, il desiderio di confortare certe diffidenze e pregiudizi, pure comprensibili per un verso, ti induce a vedere le cose in una prospettiva sbagliata:
    l'emergenza l'avresti davvero se ipotizzassi una scomparsa degli immigrati censiti, ora circa l'11% della popolazione; quasi tutti gente attiva e genitori di buona parte dei minori che vedi raffigurati nella colonna in basso;
    questi, al netto del loro lavoro:
    a) abitano in case e lavorano in fondi affittate loro da italiani, quasi sempre in zone di poco pregio, proprietà di un ceto medio-basso che con quell'entrata sostiene il proprio reddito e quello di figli precari o disoccupati; immobili altrimenti destinati a deperire, diventare un costo, svalutarsi e trascinare tutto il mercato immobiliare al ribasso;

    b) consumano, fanno la spesa, alimentano produzione, commercio e addetti, mandano i figli a scuola; la metà degli insegnanti sarebbe disoccupata senza di loro e verrebbero meno quei consumi di beni e servizi, e il relativo lavoro di italiani;

    gli attuali italiani occupati ora, la "pancia" di quella figura, ti garantiscono ancora la vivibilità di tutte le aree marginali - tante in Italia - lontane dai grandi centri;
    ma se non rimpolpi abbondantemente e per tempo l'organigramma sociale con una demografia compatibile, avrai tutti i servizi compressi e, per dire, paesi come Offida o Ripatransone di soli anziani, con necessità di medicalizzazione, che devono andare in Ancona o Ascoli per farsi visitare o fare le analisi, o forse anche per fare la spesa, perché il sistema non può permettersi il costo di servizi decentrati;
    quando la coperta è così corta, rischi che un incendio sul S. Vicino si mangia mezzo bosco appenninico fino a Bologna e paesi inclusi, perché non hai più vigili del fuoco in zona di prontezza;

    pensa a tutta la manutenzione edilizia, del territorio, altri casi di emergenza come i terremoti, che dovresti affrontare con una popolazione composta da metà ultra60enni e un quarto minori...

    per non parlare dell'effetto sul PIL, a fronte di un debito pubblico che comincerebbe a ridursi solo con la morte dei pensionati nati nel 1965, al picco.
    c'� del lardo in Garfagnana

  2. #77
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    A me c'è una cosa che non torna. Se abbiamo bisogno di gente che lavori, per quale motivo ci sono così tanti disoccupati (immigrati compresi)?
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  3. #78
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    Perche' i posti non ci sono e una demografia non li genera e ancor meno ci sono i soldi per pagare quei posti che potrebbero esserci.
    Spesso infatti si dice che il lavoro si rifiuta, in realta' si rifiuta un compenso che, forse, a malapena paga le spese da sostenere per lavorare.

    Comunque aumentando le bocche aperte la torta per riempirle non aumenta.

    Renzi approva

    Aiutiamo i migranti a casa loro". Il post del Pd (poi cancellato) che somiglia agli slogan della Lega
    La "nuova linea" dei democratici, estratta dal nuovo libro di Matteo Renzi, postata sui canali social del partito. "Non abbiamo il dovere morale dell'accoglienza: sarebbe un disastro etico, politico e sociale.

    Migranti. "Noi non abbiamo il dovere morale di accoglierli, ripetiamocelo. Ma abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli davvero a casa loro". Chi l'ha scritto? Il primo Umberto Bossi? L'ultimo Matteo Salvini? Un qualunque esponente della destra vecchia e nuova? No. Lo slogan è stato postato sui canali social del Partito democratico con tanto di firma del segretario Matteo Renzi. E se non bastasse: postato e poi cancellato. Ma la rete ne conserva, come sempre accade, la memoria. Soprattutto in questo caso, trattandosi di parole che evidenziano un corto circuito di valori di quella che dovrebbe essere la sinistra di governo.
    http://www.repubblica.it/politica/20...-C8-P2-S1.8-T1

  4. #79
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    Perche' i posti non ci sono e una demografia non li genera e ancor meno ci sono i soldi per pagare quei posti che potrebbero esserci.
    Spesso infatti si dice che il lavoro si rifiuta, in realta' si rifiuta un compenso che, forse, a malapena paga le spese da sostenere per lavorare.

    Comunque aumentando le bocche aperte la torta per riempirle non aumenta.

    Renzi approva

    Aiutiamo i migranti a casa loro". Il post del Pd (poi cancellato) che somiglia agli slogan della Lega
    La "nuova linea" dei democratici, estratta dal nuovo libro di Matteo Renzi, postata sui canali social del partito. "Non abbiamo il dovere morale dell'accoglienza: sarebbe un disastro etico, politico e sociale.

    Migranti. "Noi non abbiamo il dovere morale di accoglierli, ripetiamocelo. Ma abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli davvero a casa loro". Chi l'ha scritto? Il primo Umberto Bossi? L'ultimo Matteo Salvini? Un qualunque esponente della destra vecchia e nuova? No. Lo slogan è stato postato sui canali social del Partito democratico con tanto di firma del segretario Matteo Renzi. E se non bastasse: postato e poi cancellato. Ma la rete ne conserva, come sempre accade, la memoria. Soprattutto in questo caso, trattandosi di parole che evidenziano un corto circuito di valori di quella che dovrebbe essere la sinistra di governo.
    http://www.repubblica.it/politica/20...-C8-P2-S1.8-T1

  5. #80
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    A me c'è una cosa che non torna. Se abbiamo bisogno di gente che lavori, per quale motivo ci sono così tanti disoccupati (immigrati compresi)?
    se guardi la figura, lo capisci subito:



    ora ci sono i disoccupati perché nella forza lavoro figurano i nati tra il 1952 e il 1992, circa;

    man mano che la fascia 1952 -1965 va in pensione, si libereranno posti, ma in misura maggiore di quelli che i rincalzi potranno coprire; e la cosa è chiara per la differenza di ampiezza delle linee in basso; se, per ognuna di quelle fasce di età vai a calcolare il differenziale col picco, puoi calcolare l'ammanco nell'organigramma; risulta una cifra superiore ai 12 milioni; tanta gente...

    probabilmente non mancherebbero i dipendenti pubblici di vario grado, sostituibili da italiani;
    ma avresti intere aree del paese priva di servizi essenziali e attività fondamentali, se non ci hai pensato per tempo; nel giro di 10 anni avresti dieci milioni di persone che passano dalla vita attiva alla pensione, con effetto doppio, di percettori di reddito, dove prima lo producevano e contribuivano, e di ammanco di quei ruoli.
    c'� del lardo in Garfagnana

  6. #81
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    Fra 10 anni, sempre che una ipotetica previsione, lineare come quella fatta, sia confermata, mi richiede uno stuolo di attuali bambini per allora diplomati e circa ventenni da arruolare.
    Con i trentenni di ora, formati e consolidati nella loro arte, non ci facciamo niente.

  7. #82
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    se guardi la figura, lo capisci subito:



    ora ci sono i disoccupati perché nella forza lavoro figurano i nati tra il 1952 e il 1992, circa;

    man mano che la fascia 1952 -1965 va in pensione, si libereranno posti, ma in misura maggiore di quelli che i rincalzi potranno coprire; e la cosa è chiara per la differenza di ampiezza delle linee in basso; se, per ognuna di quelle fasce di età vai a calcolare il differenziale col picco, puoi calcolare l'ammanco nell'organigramma; risulta una cifra superiore ai 12 milioni; tanta gente...

    probabilmente non mancherebbero i dipendenti pubblici di vario grado, sostituibili da italiani;
    ma avresti intere aree del paese priva di servizi essenziali e attività fondamentali, se non ci hai pensato per tempo; nel giro di 10 anni avresti dieci milioni di persone che passano dalla vita attiva alla pensione, con effetto doppio, di percettori di reddito, dove prima lo producevano e contribuivano, e di ammanco di quei ruoli.
    Quindi è presumibile che passeremo da una crisi occupazionale a una crisi per carenza di forza lavoro? Insomma, i 30enni di adesso sono una generazione sfigata, in poche parole Non tanto io che ormai i 30 anni li ho superati da un po', quanto molti miei conoscenti tra i 30 e i 40 che dalla laurea si arrabattano con lavori saltuari senza concludere. E non parliamo dei 50enni che restano senza lavoro e che non sanno che fare.
    Ma poi mi chiedo: questo continuo innalzare l'età pensionabile non rischierà di prolungare ulteriormente lo status quo di crisi occupazionale?
    E' che se da un lato non puoi mandarli in pensione prima perché non hai i soldi per pagare le pensioni, dall'altro non liberi posti di lavoro per i giovani... è un po' un serpente che si morde la coda...
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  8. #83
    abstract L'avatar di Yele
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    Quindi è presumibile che passeremo da una crisi occupazionale a una crisi per carenza di forza lavoro? Insomma, i 30enni di adesso sono una generazione sfigata, in poche parole Non tanto io che ormai i 30 anni li ho superati da un po', quanto molti miei conoscenti tra i 30 e i 40 che dalla laurea si arrabattano con lavori saltuari senza concludere. E non parliamo dei 50enni che restano senza lavoro e che non sanno che fare.
    Ma poi mi chiedo: questo continuo innalzare l'età pensionabile non rischierà di prolungare ulteriormente lo status quo di crisi occupazionale?
    E' che se da un lato non puoi mandarli in pensione prima perché non hai i soldi per pagare le pensioni, dall'altro non liberi posti di lavoro per i giovani... è un po' un serpente che si morde la coda...
    un po' sì, infatti è per quello che servirebbe gente giovane per riequilibrare quella "piramide sbagliata"....

    e poi ci vorrebbero anche delle politiche per incentivare la gente a distribuirsi un po' tra le diverse carriere lavorative... non è che possiamo fare tutti gli ingegneri informatici o gli avvocati...

  9. #84
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    un po' sì, infatti è per quello che servirebbe gente giovane per riequilibrare quella "piramide sbagliata"....

    e poi ci vorrebbero anche delle politiche per incentivare la gente a distribuirsi un po' tra le diverse carriere lavorative... non è che possiamo fare tutti gli ingegneri informatici o gli avvocati...
    Ma il problema è che la gente giovane c'è. Ed è disoccupata. Il discorso sulle politiche del lavoro lo condivido. Più che altro dovrebbero meglio indirizzare i corsi di studi. In realtà di ingegneri informatici ne cercano a valanghe, quelli trovano lavoro ancora prima di laurearsi. Se invece studi lettere, o altre cose umanistiche, te ne stai a spasso. Sotto questo aspetto i giovani dovrebbero essere indirizzati meglio nella scelta degli studi.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

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  10. #85
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    Una volta erano tutti sociologi, una laurea semplice che non si negava a nessuno.
    Ovviamente non serviva nemmeno a nessuno, ma faceva dire laureato e pure intellighente, aspirante ad una carriera politica.
    Una laurea che vale, vale perche', oltre ad essere produttiva, e' pure difficile da ottenere.
    Se tutti gli scarrafoni fossero buoni, il valore calerebbe a 0.

    Comunque ci sarebbero diverse attivita' artigianali, solo che, oltre a seper fare, serve l'investimento congruo di impresa e, come tenti, ti tassano.

  11. #86
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    Tornando al discorso penso che servirebbe una immigrazione imprenditoriale che arriva con capitali al seguito come i cinesini che riciclano in attivita' legali soldi delle triadi e dei nuovi ricchissimi evitandogli il rischio politico interno.
    Anche i russi arrivano mediamente attrezzati con il giusto bagaglio.

  12. #87
    whatever.. L'avatar di Misterikx
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    Tornando al discorso penso che servirebbe una immigrazione imprenditoriale che arriva con capitali al seguito come i cinesini che riciclano in attivita' legali soldi delle triadi e dei nuovi ricchissimi evitandogli il rischio politico interno.
    Anche i russi arrivano mediamente attrezzati con il giusto bagaglio.
    si qualche pollo straniero che butta soldi in un buco nero capita poeraccio...(<"Dopo tre aste fallimentari andate deserte, alla quarta..>")
    ma ora stanno moolto piu attenti con schieere di consulenti prima di buttare soldi nel soistema Italia


    http://www.laprovinciadivarese.it/st...so_1242169_11/
    http://milano.corriere.it/notizie/cr...329eb765.shtml

    e stanno parlando del Como! sapete dove si trova Como?
    Ultima modifica di Misterikx; 09-07-2017 alle 12:44
    " Non siamo in un salotto borbonico col mignolo sollevato e l'inchino obbligatorio. Qui siamo tutti uguali. Non ti aspettare in un forum cose difficili da trovare pure tra amici e parenti." Nahui

  13. #88
    Eufonista L'avatar di BiO-dEiStA
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    se guardi la figura, lo capisci subito:



    ora ci sono i disoccupati perché nella forza lavoro figurano i nati tra il 1952 e il 1992, circa;

    man mano che la fascia 1952 -1965 va in pensione, si libereranno posti, ma in misura maggiore di quelli che i rincalzi potranno coprire; e la cosa è chiara per la differenza di ampiezza delle linee in basso; se, per ognuna di quelle fasce di età vai a calcolare il differenziale col picco, puoi calcolare l'ammanco nell'organigramma; risulta una cifra superiore ai 12 milioni; tanta gente...

    probabilmente non mancherebbero i dipendenti pubblici di vario grado, sostituibili da italiani;
    ma avresti intere aree del paese priva di servizi essenziali e attività fondamentali, se non ci hai pensato per tempo; nel giro di 10 anni avresti dieci milioni di persone che passano dalla vita attiva alla pensione, con effetto doppio, di percettori di reddito, dove prima lo producevano e contribuivano, e di ammanco di quei ruoli.
    Perfetto. E siccome in Italia uno straccio di politica di incentivazione delle nascite non c'è più dai tempi di Mussolini allora, lungi dal cercare di porre rimedio, perché mancano sempre i soldi ma chissà come riescono a spuntare dal cilindro ogni volta che la classe politica si coalizza attorno a interessi suoi propri, continuiamo a rendere il paese un colabrodo. Dove entra chiunque senza permesso, sforna figli a raffica tirati su chissà come, ritrovandosi ad avere diritti che chi è nato e ha sempre vissuto e lavorato in Italia non ha, se per caso la fonte dovesse prosciugarsi se ne va altrove, e questa sarebbe la manodopera di cui il paese ha bisogno.

    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Ma il problema è che la gente giovane c'è. Ed è disoccupata. Il discorso sulle politiche del lavoro lo condivido. Più che altro dovrebbero meglio indirizzare i corsi di studi. In realtà di ingegneri informatici ne cercano a valanghe, quelli trovano lavoro ancora prima di laurearsi. Se invece studi lettere, o altre cose umanistiche, te ne stai a spasso. Sotto questo aspetto i giovani dovrebbero essere indirizzati meglio nella scelta degli studi.
    Quando passare del tempo davanti a un computer era una passione ma non una necessità, conoscevo allievi ingegneri informatici che a tre esami dalla fine non sapevano che tesi scegliere, per aver passato tutti i (pochissimi) esami d'indirizzo scrivendo pezzi di codice su pezzi di carta. Per non parlare poi della vecchia facoltà di scienze dell'informazione.
    Oggi gli ingegneri informatici hanno la formazione dei buoni smanettoni del passato, ma ignorano completamente i campi elettromagnetici e quasi completamente le buone pratiche dell'architettura software. Del resto il time-to-market si riduce ogni giorno di più, ed è inutile imparare a sfruttare bene le risorse hardware quando ce ne sono in abbondanza. E siccome le aziende non hanno più soldi da spendere in formazione, pretendono di avere gente dotata di laurea specialistica a 25 anni, col massimo dei voti, che sappia già lavorare in autonomia, e di pagarla meno di uno spazzino.
    E se qualcuno di loro al giorno d'oggi ha già il lavoro assicurato prima di laurearsi, vuol dire che conosce le persone giuste.
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    i miei post in media sono di una dozzina di righe, al più;
    Citazione Originariamente Scritto da Ned Flanders Visualizza Messaggio
    Sono stato tanto...ma tanto Laurina, lontano dal Signore: Ne ho combinate di cotte e di crude. Ti basti sapere soltanto questo....

  14. #89
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Perfetto. E siccome in Italia uno straccio di politica di incentivazione delle nascite non c'è più dai tempi di Mussolini allora, lungi dal cercare di porre rimedio, perché mancano sempre i soldi ma chissà come riescono a spuntare dal cilindro ogni volta che la classe politica si coalizza attorno a interessi suoi propri, continuiamo a rendere il paese un colabrodo. Dove entra chiunque senza permesso, sforna figli a raffica tirati su chissà come, ritrovandosi ad avere diritti che chi è nato e ha sempre vissuto e lavorato in Italia non ha, se per caso la fonte dovesse prosciugarsi se ne va altrove, e questa sarebbe la manodopera di cui il paese ha bisogno.
    sicuramente non hai l'età per aver visto in diretta le circostanze su cui argomenti, ma se avessi voluto osservare la figura con più attenzione, facendo lavorare qualche neurone, avresti risposto diversamente;
    il calo demografico lo puoi veder iniziare proprio nel momento in cui - primi anni 70 - la politica a cominciato ad elargire urbi et orbi in risposta ad una domanda diffusa e trasversale di opportunità sociali e di reddito, a tamponare un conflitto altrimenti ingovernabile;

    e quello, guarda caso, è esattamente il periodo della crescita incontrollata del debito pubblico, col sistema pensionistico che garantiva il retributivo ad ex-occupati il cui reddito da lavoratori era già in buona misura sussidiato, esplicitamente o implicitamente;
    nessuno biasimava i politici per le assunzioni a pioggia nella PA, per gli incentivi al comparto auto e indotto, per la tolleranza all'evasione e all'abusivismo edilizio...

    la denatalità è il risultato di quel nuovo benessere, che ha reso lo standard dei 60 e 70 improponibile; una cosa di cui sono responsabili le persone, quelle della mia generazione, se mai; per le quali l'idea tradizionale di famiglia da costituire giovani, con figli avuti prima dei 30, non era più un automatismo, dato che negli anni prima si sono affermate le pressi di contraccezione, divorzio, ecc...

    tutta la società nel complesso era immatura per amministrare alla francese, laicamente, la frattura tra idea tradizionale di famiglia e questione demografica, senza rimandarla al conflitto tra morale laica e religiosa;

    sul colabrodo, è questione distinta, se osservi i numeri;
    gli stranieri censiti lavorano praticamente tutti, anche se molti contribuiscono ad economie in nero o grigie, gestite da italiani; ma fanno reddito e consumano;

    i numeri che puoi desumere da quella colonna sono talmente grossi che impongono un approccio completamente diverso;
    solo che se si risponde in base alle sensazioni epidermiche non ci si accorge, come la rana che finirà bollita quando l'acqua è appena tiepida.
    c'� del lardo in Garfagnana

  15. #90
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    sicuramente non hai l'età per aver visto in diretta le circostanze su cui argomenti, ma se avessi voluto osservare la figura con più attenzione, facendo lavorare qualche neurone, avresti risposto diversamente;
    il calo demografico lo puoi veder iniziare proprio nel momento in cui - primi anni 70 - la politica a cominciato ad elargire urbi et orbi in risposta ad una domanda diffusa e trasversale di opportunità sociali e di reddito, a tamponare un conflitto altrimenti ingovernabile;

    e quello, guarda caso, è esattamente il periodo della crescita incontrollata del debito pubblico, col sistema pensionistico che garantiva il retributivo ad ex-occupati il cui reddito da lavoratori era già in buona misura sussidiato, esplicitamente o implicitamente;
    nessuno biasimava i politici per le assunzioni a pioggia nella PA, per gli incentivi al comparto auto e indotto, per la tolleranza all'evasione e all'abusivismo edilizio...

    la denatalità è il risultato di quel nuovo benessere, che ha reso lo standard dei 60 e 70 improponibile; una cosa di cui sono responsabili le persone, quelle della mia generazione, se mai; per le quali l'idea tradizionale di famiglia da costituire giovani, con figli avuti prima dei 30, non era più un automatismo, dato che negli anni prima si sono affermate le pressi di contraccezione, divorzio, ecc...

    tutta la società nel complesso era immatura per amministrare alla francese, laicamente, la frattura tra idea tradizionale di famiglia e questione demografica, senza rimandarla al conflitto tra morale laica e religiosa;

    sul colabrodo, è questione distinta, se osservi i numeri;
    gli stranieri censiti lavorano praticamente tutti, anche se molti contribuiscono ad economie in nero o grigie, gestite da italiani; ma fanno reddito e consumano;

    i numeri che puoi desumere da quella colonna sono talmente grossi che impongono un approccio completamente diverso;
    solo che se si risponde in base alle sensazioni epidermiche non ci si accorge, come la rana che finirà bollita quando l'acqua è appena tiepida.
    Guarda che la storiella la conosco anch'io, e non ti sto mica dando torto, almeno stavolta. L'epoca che stiamo vivendo si traduce in una perdita di competitività a livello europeo, con contemporanea invasione degli stranieri, nonché dei mercati da parte dei paesi che possono ancora tenere basso il costo della manodopera.
    La differenza della solita italietta rispetto a paesi più seri sta nell'accoglienza indiscriminata delle masse, sulle quali i nostri non trovano di meglio che lucrare; probabilmente gli stessi che hanno fatto altrettanto nel trasformare il debito interno in debito estero, perché tanto a coprire i buchi ci pensa sempre Pantalone. La Francia molto più della Gran Bretagna ha fatto qualcosa di simile, ma almeno entrambe erano piene di colonie fino a ieri; la Germania preme per accollarsi gli immigrati più istruiti, e non è così tenera con chi arriva lì e pretende di fare come fosse a casa sua. Lo stesso vale per altri paesi altamente civilizzati quali Svezia, Norvegia e Danimarca.
    L'Italia paga le scelte pluridecennali di una politica miope, che nel tentativo di accontentare tutti a cominciare da se stessa ha fatto crescere a dismisura il bubbone della burocrazia, col risultato che come al solito non sa cosa fare; oggi oltretutto è meno che mai padrona a casa propria, e per una cronica mancanza di alternative ovvero di idee di lungo periodo non trova di meglio che passare dalla padella alla brace.
    Poiché qui si sta facendo un'analisi ex post, cioè quando le vacche sono scappate dal recinto da un bel pezzo, tutto questo può apparire giustificabile, agli occhi tuoi come a quelli di tanti altri. Ai miei la cosa più importante è quella di imparare la lezione e cercare di gettare delle basi per il futuro, ma temo che siamo e saremo destinati a sbattere il naso contro i muri come sonnambuli, finché non ci risveglieremo in condizioni da paese del terzo mondo, quale a tutti gli effetti siamo e meritiamo di essere.
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