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Discussione: Gesù e le donne.

  1. #421
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Siamo fatti per incontrarci, ragazzi!:Per entrare in relazione....per cose grandi! E riduciamo il tutto a una cosa misera....a cavarsela, a non avere problemi....a non dover rendere conto a niente e a nessuno.
    Vorrei tanto che Crozza venisse una volta su questo forum a leggerti. Ne ricaverebbe un personaggio con cui campare per anni. A volte ho davvero la sensazione che tu ci stia prendendo tutti per i fondelli. Non è possibile che un personaggio così esista davvero.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  2. #422
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Le lasciamo tutte volentieri a te queste "cose grandi"!
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  3. #423
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    Tipo il cuoco vegano?
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  4. #424
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Tipo il cuoco vegano?
    Più come il Tarcisio di Pisu...
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  5. #425
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    Vorrei tanto che Crozza venisse una volta su questo forum a leggerti. Ne ricaverebbe un personaggio con cui campare per anni. A volte ho davvero la sensazione che tu ci stia prendendo tutti per i fondelli. Non è possibile che un personaggio così esista davvero.
    Questa è la sezione più visitata e commentata del Forum. Di gran lunga. Secondo te perchè? Le Persone Reali forse non vi parlano di cose reali? Importanti? Decisive per le loro esistenze?

    "E’ importante chiedersi se è possibile amarsi “per sempre”. Questa è una domanda che dobbiamo fare: è possibile amarsi “per sempre”? Oggi tante persone hanno paura di fare scelte definitive. Ma è una paura generale, propria della nostra cultura. Fare scelte per tutta la vita, sembra impossibile. Oggi tutto cambia rapidamente, niente dura a lungo… E questa mentalità porta tanti che si preparano al matrimonio a dire: “stiamo insieme finché dura l’amore”, e poi? Tanti saluti e ci vediamo… E finisce così il matrimonio. Ma cosa intendiamo per “amore”? Solo un sentimento, uno stato psicofisico? Certo, se è questo, non si può costruirci sopra qualcosa di solido. Ma se invece l’amore è una relazione, allora è una realtà che cresce, e possiamo anche dire a modo di esempio che si costruisce come una casa. E la casa si costruisce assieme, non da soli! Costruire qui significa favorire e aiutare la crescita. Cari fidanzati, voi vi state preparando a crescere insieme, a costruire questa casa, per vivere insieme per sempre. Non volete fondarla sulla sabbia dei sentimenti che vanno e vengono, ma sulla roccia dell’amore vero, l’amore che viene da Dio. La famiglia nasce da questo progetto d’amore che vuole crescere come si costruisce una casa che sia luogo di affetto, di aiuto, di speranza, di sostegno. Come l’amore di Dio è stabile e per sempre, così anche l’amore che fonda la famiglia vogliamo che sia stabile e per sempre. Per favore, non dobbiamo lasciarci vincere dalla “cultura del provvisorio”! Questa cultura che oggi ci invade tutti, questa cultura del provvisorio. Questo non va!"

    PAPA FRANCESCO (non conogelato)

    https://w2.vatican.va/content/france...fidanzati.html
    amate i vostri nemici

  6. #426
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    Vedi cono, vista dal tuo punto di vista di credente in un dio e proprio questo dio che ha creato i sentimenti mutevoli e non potrebbe essere altrimenti dato che sono funzionali alla,sopravvivenza e devono modularsi a seconda delle circostanze.
    Quello su cui tu come pure la tua chiesa siete fissati è una mera sciocchezza, una pretesa assurda, un lavaggio del cervello, una sorta di imposizione.
    Che poi il rischio è che si scambi per amore il farsi bastare la minestra, perché tanto l'idea da far passare è che quella c'è e quella deve bastare.
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  7. #427
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    Nell'affermazione: " Dio è amore" è appunto l'amore la realtà sconosciuta.
    Ebbene Gesù non parla di quell'amore che da solo non basta. Nel sua amore c'è la premura verso l'altro. Anzi nel suo tratto essenziale, esso è premura per l'altro al massimo grado.
    Nella concezione dell'amore di Gesù, così come dell'immagine di Dio,è determinata la scala dei valori femminili. E questo si manifesta in ciò, che è abolita ogni traccia di ordine giuridico. Gesù non ama con un perché, il Dio di Gesù non ama con un perché. Piuttosto qui si tratta di una creatività spontanea che con ovvia naturalezza cerca o rende possibile lo scambio della parola, il contatto, la reciproca accettazione nella comunità "non fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette".
    Secondo il modo di pensare di Gesù, Dio non cerca più nessuna soddisfazione per la sua maestà offesa, non cerca né sacrifici né alcuna riparazione legale. In che consiste, infatti, la sua maestà e la sua gloria, più ancora la sua gioia?
    Consiste in questo: che l'uomo, curvo su se stesso, isolato e intristito, si possa aprire alla creatività della potenza eterna. La maestà di Dio consiste in ciò, che la propria creatività raggiunga la sua meta risanatrice, che il figliol prodigo torni a casa, che la dramma perduta si lasci raccogliere e che la pecorella smarrita si faccia portare all'ovile. La grande "gioia in cielo" è per il peccatore che cambia vita.
    Quest'agape è "premura" che non si stanca, è la premura in generale, la pura gioia della premura che è creatività.
    Lutero ha penetrato nel modo più geniale questo tratto fondamentale dell'amore di Gesù. Infatti la iustitia Dei, la giustizia di Dio della quale egli parla, non consiste nell'esigere qualcosa a cui in pratica non si può corrispondere, ma consiste invece nel dare a cui ci si può aprire. Questa intuizione ha rappresentatoper lui la porta paradisi, come dice all'inizio della sua Opera Latina; ha rappresentato l'accesso alla comprensione del Vangelo in generale.
    Nel suo primo commento alla lettera ai romani, egli spiega in che consiste la gioia di Dio, quale grande artefice. Essa consiste non nel lasciare gelosamente per sé il suo essere artefice e maestro, ma nel fare dei suoi apprendisti e lavoranti dei maestri, sui similis facit, li fa simili a sé, li innalza a sé. Dio è creazione riparatrice , nel cui principio sta il provvedere ed il custodire.
    Dunque l'immagine di Dio è coniata secondo l'ordine dei valori femminili.
    Ma la scala dei valori maschili non manca, e solo così questa immagine di Dio è,per la prima volta "integra".
    L'agape, l'amore o la buona novella si risolvono in un'unica esigenza: tu dovresti lasciarti fare dei doni! Ma effettivamente "dovresti"! Dovresti in modo incondizionato, assoluto. Qui non si può tergiversare o discutere, perché è questione di vita o di morte. Questa è una chance assoluta: colui che la esclude viene eliminato come l'albero di fico che non porta frutto; più precisamente costui causa a sé stesso un'assoluta regressione. Nessun kantiano imperativo categorico può competere con l'estremo "tu dovresti" che è insito nell'amore di Gesù. Infatti, qui non si tratta di una parola che ha a che fare con la semplice dignità umana. Si tratta piuttosto del fatto che l'uomo voglia o non voglia essere quel che può essere, o meglio, che voglia o non voglia essere quel che deve essere: immagine di Dio e suo collaboratore, aperto ai valori di quella creatività che oltrepassa ogni realizzazione finora raggiunta, aperto insomma eternamente alla trascendenza di sé. Perché così è "l'uomo", "solo" così. Perciò egli dovrebbe rispondere in modo incondizionato ed assoluto. Ed in quanto questo amore è "rendimento" l'intera scala dei valori di realizzazione maschili vi è contenuta: è assunta nell'uno-unico rendimento che assolutamente conta.

    Brano quasi di conclusione tratto dal libro "Gesù, la maschilità esemplare - La figura di Gesù secondo la psicologia del profondo" di Hanna Wolff
    Ultima modifica di crepuscolo; 21-11-2017 alle 14:51

  8. #428
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    Dunque l'immagine di Dio è coniata secondo l'ordine dei valori femminili.
    Ma la scala dei valori maschili non manca,
    che sarebbero ?
    perché è nella procedura che si capisce la legge;

    Nessun kantiano imperativo categorico può competere con l'estremo "tu dovresti" che è insito nell'amore di Gesù. Infatti, qui non si tratta di una parola che ha a che fare con la semplice dignità umana. Si tratta piuttosto del fatto che l'uomo voglia o non voglia essere quel che può essere, o meglio, che voglia o non voglia essere quel che deve essere: immagine di Dio e suo collaboratore
    eh, non è che basta dire così; bisogna spiegare, argomentare, altrimenti è fuffa;
    perché il fatto che Kant faccia della libertà un marcatore di dignità umana non esclude la sostanziale divinità dell'imperativo categorico, come elemento che si impone e determina l'essere, proprio in continuità con Lutero, la cui posizione è descritta abbastanza bene, fedelmente.
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #429
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    che sarebbero ?


    Il rendimento è il valore della maschile, sottratto al legalismo sterile. La ricettività è il valore del femminile, infatti il padre che aspetta il ritorno del figlio assomiglia più ad una madre, anche il pastore che lascia le 99 e va alla ricerca della pecora perduta è un valore della femminilità.
    Questi valori o caratteri in Gesù si fondono a perfetta integrazione.
    Che cos'è l'essere uomo nel modo della femminilità? Senza dubbio in contrapposizione al rendimento sarà dominante la parole "ricettività". Il modo caratteristico di essere non sarà duro, angoloso, tutto teso all'obbiettivo, ma sarà tenero, arrotondato, fluente, liquido, flessibile. Qui il tratto sessuale si manifesta come lo stringersi affettuosamente , che deriva da uno stare-sempre-vicino-all'essere-. Di contro al maschile progettarsi fuori e confermarsi attraverso il suo rendimento, sta qui il motivo dominante del riferirsi ad un interno, a qualcosa di essenzialmente interiore, al di dentro delle cose, infine al mistero dell'essere. ladesione all'essere, i valori dell'essere, la vicinanza dell'essere stesso, tutto ciò addirittura circonda il femminile, avvolgente, custodente, provvidente, alla stessa maniera di come le vesti della donna fluttuano intorno alla sua figura.

  10. #430
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    perché è nella procedura che si capisce la legge;

    spiegati meglio, non capisco che vuoi dire.

  11. #431
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    eh, non è che basta dire così; bisogna spiegare, argomentare, altrimenti è fuffa;
    perché il fatto che Kant faccia della libertà un marcatore di dignità umana non esclude la sostanziale divinità dell'imperativo categorico, come elemento che si impone e determina l'essere
    Prova a spiegare tu, ne sarei contento, io non mi ricordo molto di Kant, mi faresti fare una grossa ricerca. L'ho preso per buono, mi sono fidato di Hanna

  12. #432
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    spiegati meglio, non capisco che vuoi dire.
    quello che segue: tu citi due termini, ma solo quando spieghi le conseguenze e le implicazioni del disposto dove ci sono quei termini, si capisce il senso del disposto stesso; come una legge che preveda due parti potenzialmente paritarie, ma in cui l'onere procedurale di rivendicare quella parità spetta ad una delle due parti, che se non si attiva, invece, resta menomata; succede spesso;
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    Il rendimento è il valore della maschile, sottratto al legalismo sterile. La ricettività è il valore del femminile
    dove starebbe scritto ? e cosa sono, cosa implicano questi presunti valori associati al genere;
    perché qui puoi anche riferirli a circostanze neutre, ma chi aderisce a questa concezione poi ne trae del suo, pensando che effettivamente quelli sono "i" valori di quel genere, accetta il postulato;
    puoi dire innocuamente che il pastore agisce in modalità femminile, ma poi potresti anche interpretare il postulato nel senso di dire che la donna deve attenersi al suo valore e non essere "di rendimento", ma attenersi alla "ricettività"; soprattutto se attribuisci a Gesù l'idea, in modo da legittimarla, con tutti i "carismi".
    c'� del lardo in Garfagnana

  13. #433
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    Prova a spiegare tu, ne sarei contento, io non mi ricordo molto di Kant, mi faresti fare una grossa ricerca. L'ho preso per buono, mi sono fidato di Hanna
    beh, come dire brevi cenni sull'universo

    che ti posso dire ? in modo alquanto inopportuno, perché riduttivo, ti dirò che Kant è la traduzione filosofica di Lutero; e cioè una rarefazione estrema e spersonalizzazione della divinità, spiegata in termini logici; una cosa che è in nuce in Lutero, ma che quello ovviamente non poteva esprimere, e nemmeno voleva; in questa cosa c'è la radice della modernità formalizzata, della religiosità moderna e della stessa etica laica;

    siccome Hanna deve fare la predicatrice, non può riconoscere l'identità dell'Imperativo categorico con la coscienza luterana, perché ciò equivarrebbe a riconoscere una parità tra etica laica e etica religiosa; ma non argomenta, citando una celebre frase di Kant che non c'entra nulla con ciò che vorrebbe affermare.
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #434
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    dove starebbe scritto ?
    Lo scrive lei, ma spesso si rifà a Frued, Jung, ed a pensatori di scuola orientale. Purtroppo sono qui da mia moglie e sono di passaggio comunque ho intenzione di chiarire, e mi ci vuole un po' di tempo, altrimenti potrei sintetizzare. Secondo gli psichiatri che sopra ho citato, in tutti gli uomini ed in tutte le donne risiedono valori maschili e femminili soprattutto nell'inconscio che viene definita zona d'ombra. Quando questi valori arrivano al nostro conscio possono integrarsi trovandone ragione oppure possono essere rigettati causando regressioni che spesso sfociano in patologie regressive portando il più delle volte ad infantilismo.
    L'integrazione di queste due componenti non è facilmente raggiungibile portando ad esempio nei maschi ad autoritarismo e sopraffazione mentre nelle donne spesso conduce all'imitazione dell'uomo, sfociando nel femminismo, il che per una donna è assai deleterio; come scusante c'è da dire che la donna nella lunga storia umana è stata sempre sottomessa dall'uomo soprattutto se maschilista ed autoritario, come è successo nelle religioni, specialmente in quella Ebraica ed in quella Cristiana dove è vissuta sempre ai margini quando non è stata considerata addirittura diabolica, vedi la caccia alle streghe.
    Ebbene in Gesù questi valori che tutti ereditiamo della mascolinità e della femminilità hanno avuto una superba integrazione, e poiché, essendo egli di genere maschile, vuol dire che è stato un perfetto uomo con gli uomini come è stato un perfetto uomo con le donne. Di conseguenza anche le sue parabole riflesso del suo pensiero fanno intravvedere un Dio Padre con quelle caratteristiche di integrazione perfetta.
    Questo detto di getto su ciò che ho letto, ma se vuoi possiamo approfondirlo domani.
    Buona notte.
    Ultima modifica di crepuscolo; 21-11-2017 alle 19:55

  15. #435
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    Lo scrive lei, ma spesso si rifà a Frued, Jung, ed a pensatori di scuola orientale.
    appunto, opinione sua; non dato di fatto;

    Secondo gli psichiatri che sopra ho citato, in tutti gli uomini ed in tutte le donne risiedono valori maschili e femminili soprattutto nell'inconscio che viene definita zona d'ombra. Quando questi valori arrivano al nostro conscio possono integrarsi trovandone ragione oppure possono essere rigettati causando regressioni che spesso sfociano in patologie regressive portando il più delle volte ad infantilismo.
    a parte che psicanalisi non è psichiatria e non è riconosciuta come scienza, Freud e Jung parlano di quelle componenti come culturali, non naturali e necessarie; i modelli con cui il soggetto si relaziona, i "valori", sono acquisiti culturalmente;

    Ebbene in Gesù questi valori che tutti ereditiamo della mascolinità e della femminilità hanno avuto una superba integrazione, e poiché, essendo egli di genere maschile, vuol dire che è stato un perfetto uomo con gli uomini come è stato un perfetto uomo con le donne. Di conseguenza anche le sue parabole riflesso del suo pensiero fanno intravvedere un Dio Padre con quelle caratteristiche di integrazione perfetta.
    mah... non capisco da dove venga fuori questa considerazione; ma il punto essenziale è l'altro:

    L'integrazione di queste due componenti non è facilmente raggiungibile portando ad esempio nei maschi ad autoritarismo e sopraffazione mentre nelle donne spesso conduce all'imitazione dell'uomo, sfociando nel femminismo, il che per una donna è assai deleterio; come scusante c'è da dire che la donna nella lunga storia umana è stata sempre sottomessa dall'uomo soprattutto se maschilista ed autoritario
    ancora non spieghi cosa implichi "di rendimento" e "ricettivo;
    poi, come vedi, dovendo citare il femminismo "deleterio per la donna" - secondo te - si mostra bene il lato politico della religione, e il perché poi si chieda conto su qualcosa che non si limita affatto al sentimento personale, ma diventa morale pubblica;

    "ricettivo" evoca passività e subordinazione; mentre il "rendimento" evoca il lavoro, il comando;
    non è troppo difficile riconoscere l'evocazione dei famosi "carismi", ai quali così si attribuisce l'associazione con l'autorevolezza di Gesù per il cristiano;

    in buona sostanza, si fornisce una base ideologica sacralizzata ad un assetto di potere che configura ruoli, autorizza l'uomo a rivendicare il "suo" in nome di Dio, e ammonisce la donna ad essere "ricettiva", e non "di rendimento";

    per questo dico che la religione diventa un'arma, con la sig.ra Wolff che contribuisce ad armare coloro che sono convinti o trovano utile pensare che la donna abbia un suo ruolo, suoi "valori", cui dovrebbe attenersi;
    tu sei una brava persona, ragionevole;
    ma le idee vanno per conto loro, e legittimarle arma la mano a chiunque.
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