Da Il Gran Conflitto:

L’opera del santuario terrestre si realizzava in due fasi: i sacerdoti officiavano ogni giorno nel luogo santo, mentre una volta all’anno il sommo*sacerdote svolgeva una speciale opera di espiazione nel luogo santissimo per la purificazione del santuario. Ogni giorno il peccatore pentito portava la sua offerta alla porta del tabernacolo e, ponendo la mano sul capo della vittima, confessava i suoi peccati, trasferendoli così, simbolicamente, da se stesso alla vittima innocente. L’animale poi veniva ucciso. “Senza spargimento di sangue” dice l’apostolo “non c’è remissione”. “...La vita della carne è nel sangue...”*Levitico 17:11. La legge di Dio che era stata infranta, esigeva la morte del trasgressore e così il sangue, simbolo della vita del peccatore di cui la vittima portava la colpa, veniva introdotto dal sacerdote nel luogo santo e spruzzato davanti al velo, dietro al quale vi era l’arca, contenente la legge trasgredita dal peccatore. Con questa cerimonia il peccato, mediante il sangue, era trasferito simbolicamente nel santuario. In certi casi il sangue non veniva portato nel luogo santo e la carne della vittima espiatoria era mangiata dal sacerdote, come Mosè aveva detto ai figli di Aaronne: “...l’Eterno ve l’ha dato perché portiate l’iniquità della radunanza...”*Levitico 10:17. Le due cerimonie erano entrambe simbolo del trasferimento del peccato dal penitente al santuario.*{GC 327.4}

Una volta all’anno, nel gran giorno dell’espiazione, il sommo sacerdote entrava nel luogo santissimo per la purificazione del santuario. Quest’opera completava il servizio dell’intero anno. In questo giorno solenne due capri venivano portati alla porta del tabernacolo e si tirava a sorte: “...per vedere quale dei due debba essere dell’Eterno e quale di Azazel”.*Levitico 16:8. Il capro sul quale era caduta la sorte per l’Eterno doveva essere ucciso come offerta per il peccato del popolo. Il sacerdote poi portava il suo sangue oltre il velo e lo spruzzava sul propiziatorio e davanti ad esso. Il sangue veniva spruzzato anche sull’altare dell’incenso che stava davanti al velo.*{GC 328.2}

“Aaronne poserà ambedue le mani sul capo del capro vivo, confesserà sopra esso tutte le iniquità dei figliuoli d’Israele, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati, e li metterà sulla testa del capro; poi, per*mano di un uomo incaricato di questo, lo manderà via nel deserto. E quel capro porterà su di sé tutte le loro iniquità in terra solitaria...”*Levitico 16:21, 22. Il capro per Azazel non ritornava più nel campo d’Israele e l’uomo che lo aveva condotto lontano doveva lavarsi e lavare le proprie vesti con acqua, prima di poter rientrare nell’accampamento.{GC 328.3}

Così coloro che camminavano nella luce della parola profetica si resero conto che il Cristo, alla fine dei 2.300 giorni, nel 1844, invece di tornare sulla terra, era entrato nel luogo santissimo del santuario celeste per svolgervi la parte conclusiva dell’espiazione, che doveva precedere il suo avvento.*{GC 331.1}

Ciò che segue è l'interpretazione di sorella White, che io non condivido:

Compresero anche che mentre l’offerta per il peccato indicava il Cristo come sacrificio, il sommo sacerdote rappresentava il Cristo come mediatore e il capro per Azazel era il simbolo di Satana, l’autore del peccato, sul quale alla fine saranno deposti i peccati degli uomini sinceramente pentiti. Quando il sommo sacerdote, in virtù del sangue dell’offerta per il peccato, rimuoveva i peccati dal santuario, li deponeva sul capro per Azazel; così Gesù, che in virtù del proprio sangue rimuove i peccati del suo popolo dal santuario celeste, alla fine del suo ministero li deporrà su Satana, che nell’esecuzione della sentenza del giudizio dovrà subire la pena finale. Il capro per Azazel veniva mandato via, in una zona deserta, e non sarebbe più ritornato nella comunità d’Israele. Così Satana sarà cacciato per sempre dalla presenza di Dio e del suo popolo e sarà poi annientato nella distruzione finale del peccato e dei peccatori.*{GC 331.2}

Io do un'altra interpretazione: al primo avvento Cristo viene sacrificato, mediante la morte, come il primo capro; al secondo avvento Cristo viene allontanato, rinnegato per sempre, da tutte le Chiese, come il secondo capro.
Viene proprio rinnegato per sempre, poiché saranno i singoli a risuscitare, non le Chiese nella loro interezza, che seguono ciecamente i loro capi. A risuscitare sono coloro che escono da Babilonia la grande.

Sorella White affermò che tutto ciò che scrisse era ispirato da Dio, attraverso visioni, e non ci sono quindi opinioni personali nei suoi scritti. Questa, però, mi pare proprio un'interpretazione personale, suggerita dall'ignoranza del rinnegamento del secondo avvento di Cristo. Tutti hanno voluto vedere solo l'aspetto glorioso del secondo avvento, ma prima c'è il rinnegamento con tutte le conseguenze, sia per il rinnegato che per i rinnegatori. Mai autodichiararsi infallibili: il rischio di qualche errore c'è sempre.
Ciò non toglie nulla al valore e all'ispirazione degli scritti di sorella White.