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Risultati da 46 a 60 di 116

Discussione: Le conseguenze del rifiuto della religione in nome della ragione.

  1. #46
    Opinionista L'avatar di Arcobaleno
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    capisco, ma la tua affermazione era che il non-credente ateo, per questo stesso motivo, sarebbe intrinsecamente più criminale del credente, mentre è evidente come la quasi totalità dei crimini commessi dagli esseri umani sia stata compiuta da credenti; non importa per quale motivo;
    Io mi riferivo a credenti che cercano di mettere in pratica gli insegnamenti della loro religione, non ai credenti che fanno ciò che gli pare. La differenza tra loro viene stabilita dalla storia, non da Crep.
    Fate l'amore, non la guerra.
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  2. #47
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    , la finzione di un fideismo antico, inconsapevole e autenticamente sprovvisto di alternative per interpretare le circostanze naturali.
    Il metodo del fideismo antico difficilmente potrai toglierlo di mezzo in quanto c'è sempre un modo per far entrare Dio, se prima era nelle calamità naturali o negli animali, poi si è nelle stelle , ora prima del Big Bang, passando per i buchi neri o per l'oscurità dell'energia e della materia; mi sembra di capire che come la scienza distrugge erronee credenze la fede ricostruisce sempre con nuovi scenari, in sostanza ci si ritrova in un circolo vizioso dove né la scienza e né la fede ci guadagnano. Il dramma, a mio avviso, risiede nel fatto che vogliamo sempre ricreare Dio collocandolo nei misteri ancora inrisolti perché risulta difficile, parlo per i cristiani, imitare un Gesù uomo, tralasciando il fatto di crederlo un'invenzione poiché anche lì posso intravedere una certa vigliaccheria umana riguardo all'impegno.

  3. #48
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    Io mi riferivo a credenti che cercano di mettere in pratica gli insegnamenti della loro religione, non ai credenti che fanno ciò che gli pare. La differenza tra loro viene stabilita dalla storia, non da Crep.
    eh, ma in questo modo rendi insensato l'assunto di partenza, in base al quale il credente e l'ateo si distinguerebbero in base a ciò che dichiarano di credere, e non alle loro azioni conseguenti, a posteriori;
    se, invece, adotti questo criterio, siamo tutti uguali, sulla linea di partenza, e ciò che diciamo diventa irrilevante, dato che è solo per le azioni che saremo giudicati;

    resta che poi, se gli insegnamenti delle rispettive religioni son discussi, puoi avere un padre credente che lapida la figlia adultera perché lo ritiene in buona fede doveroso in base a quegli insegnamenti, dal momento che non c'è un'autorità esegetica che glielo vieta, e magari ce n'è una che glielo prescrive;
    qual è l'insegnamento della religione, occhio per occhio, o porgi l'altra guancia ? se da credente posso disporre di entrambi, come dovrei essere giudicato ?
    c'� del lardo in Garfagnana

  4. #49
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    Il metodo del fideismo antico difficilmente potrai toglierlo di mezzo in quanto c'è sempre un modo per far entrare Dio, se prima era nelle calamità naturali o negli animali, poi si è nelle stelle , ora prima del Big Bang...
    non è più antico, perché la coscienza ha assunto altro, definitivamente; è questo il nodo storico che volevo evidenziare;

    per l'analfabeta medievale l'intervento divino era LA spiegazione naturale e ovvia degli accadimenti; non doveva fare uno sforzo per credere alla dinamica del miracolo, della punizione, ecc... così come per il guerriero pagano era naturale uccidere il prigioniero o le donne e i bambini;

    una volta divenuta nozione comune l'autonomia della natura - o la morale della pietà - nessuno può ricreare lo stato psicologico genuino, e serve una mediazione concettuale per rapportarsi alla fede, soprattutto nel caso limite evocato da Yale;
    qualche secolo fa, la sciagura naturale che colpiva innocenti non imponeva una riflessione e una spiegazione; oggi ti impone di fare teologia e non hai modo di tornare indietro; o meglio, lo puoi fare, ma per farlo devi superfetare sempre nuovi piani concettuali e ottieni l'effetto contrario, di mediare sempre di più.
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #50
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    eh, ma in questo modo rendi insensato l'assunto di partenza, in base al quale il credente e l'ateo si distinguerebbero in base a ciò che dichiarano di credere, e non alle loro azioni conseguenti, a posteriori;
    se, invece, adotti questo criterio, siamo tutti uguali, sulla linea di partenza, e ciò che diciamo diventa irrilevante, dato che è solo per le azioni che saremo giudicati;
    L'ateo e il credente iniziano a distinguersi dalla dichiarazione di partenza, ma questa è solo una prima distinzione superficiale.
    “Non chiunque mi dice: - Signore! Signore! - entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli.” (Matteo 7:21)
    Dunque l'agire coerente con la fede è indispensabile per essere considerato vero credente.
    Il giudizio verte sulle azioni, ma è evidente che uno che ha negato l'esistenza di Dio per tutta la sua vita, non tributandogli nessun riconoscimento, non potrà beneficiare dei doni di Dio nel paradiso terrestre: è per questo che sono previste alternative oltre l'inferno, come abbiamo visto in Dottrina e Alleanze. Alla fine tutte le novità di Dio hanno una loro logica.

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    resta che poi, se gli insegnamenti delle rispettive religioni son discussi, puoi avere un padre credente che lapida la figlia adultera perché lo ritiene in buona fede doveroso in base a quegli insegnamenti, dal momento che non c'è un'autorità esegetica che glielo vieta, e magari ce n'è una che glielo prescrive;
    qual è l'insegnamento della religione, occhio per occhio, o porgi l'altra guancia ? se da credente posso disporre di entrambi, come dovrei essere giudicato ?
    Quando sono previste alternative di comportamento, bisognerebbe scegliere quello che si reputa migliore in quell'occasione, ma non si verrà condannati per la scelta di uno piuttosto che dell'altro.
    Resta il fatto che Dio non apprezza le ritorsioni immediate, ma come lui è paziente vorrebbe che anche noi lo fossimo. Chi subisce un torto, quindi, magari non porgerà l'altra guancia, ma non si vendicherà subito. Se l'altro insisterà a fargli torti, cercherà di evitarlo e di reagire in qualche modo, soprattutto per fargli capire che non ha a che fare con un materasso.
    Se vogliamo imdulgenza, noi per primi dovremmo essere indulgenti, altrimenti Dio non ci farà sconti.
    Fate l'amore, non la guerra.
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  6. #51
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    L'ateo e il credente iniziano a distinguersi dalla dichiarazione di partenza, ma questa è solo una prima distinzione superficiale.
    “Non chiunque mi dice: - Signore! Signore! - entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli.” (Matteo 7:21)
    Dunque l'agire coerente con la fede è indispensabile per essere considerato vero credente.
    Il giudizio verte sulle azioni, ma è evidente che uno che ha negato l'esistenza di Dio per tutta la sua vita, non tributandogli nessun riconoscimento, non potrà beneficiare dei doni di Dio nel paradiso terrestre
    è evidente ? se dici che la distinzione è superficiale, come può essere evidente la conseguenza ?

    Quando sono previste alternative di comportamento, bisognerebbe scegliere quello che si reputa migliore in quell'occasione, ma non si verrà condannati per la scelta di uno piuttosto che dell'altro.
    per questo ti ho chiesto cosa tu pensassi di determinate circostanze concrete; e la tua risposta liberale è stata la stessa che ti avrebbe dato la quasi totalità degli "atei", per il semplice motivo che chi non asserisce di essere portatore di una verità morale superiore e assoluta difficilmente si sente autorizzato ad imporre la propria; e il fatto di non seguire una morale religiosa non comporta praticamente mai il fatto di non seguire alcuna morale, dato che chiunque viene educato a seguire principi, nel rapporto con gli altri, con gli animali, l'ambiente, ecc...
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #52
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    è evidente ? se dici che la distinzione è superficiale, come può essere evidente la conseguenza ?
    La distinzione credente/ateo sulla base di una dichiarazione è condizione necessaria, ma non sufficiente, per il dichiarato credente. La fede senza le opere è lettera morta.
    Dio è un essere vivente e sensibile: gli atei gli negano l'esistenza nella loro vita. Come potrebbero ricevere un apprezzamento da Dio, quand'anche avessero compiuto buone opere verso il prossimo?
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  8. #53
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    La distinzione credente/ateo sulla base di una dichiarazione è condizione necessaria, ma non sufficiente, per il dichiarato credente. La fede senza le opere è lettera morta.
    Dio è un essere vivente e sensibile: gli atei gli negano l'esistenza nella loro vita. Come potrebbero ricevere un apprezzamento da Dio, quand'anche avessero compiuto buone opere verso il prossimo?
    forse per questo motivo:
    “Non chiunque mi dice: - Signore! Signore! - entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli.” (Matteo 7:21)

    il papa ultimamente ha dichiarato - non è una cosa nuovissima, comunque - "Dio perdona il non credente che obbedisce alla propria coscienza", che è una cosa da prendere con le molle per infiniti motivi;

    ti resta il problema del credente che in buona fede compie il male, poiché questo è il risultato di una tra le possibili interpretazioni delle scritture, visto che si interpretano;
    un inquisitore obbediente poteva benissimo essere in buona fede mandando al rogo l'eretico; il Ku Klux Klan è un'associazione di estremisti evangelici; odiano gli ebrei perché non si sono convertiti, i cattolici perché papisti, e predicano la segregazione razziale dei neri perché è scritto nella Bibbia; ma sono certamente credenti;

    ora, se ammettessimo la tua bipartizione morale di default credenti/non credenti, quelli, assieme ai kamikaze islamici, avrebbero tutto il diritto di sentirsi in prima fila per il paradiso;
    evidentemente, nessuno in terra può arrogarsi il diritto di giudicare, a prescindere dalle dichiarazioni delle persone; anche perché poi ci si azzufferebbe su chi abbia il diritto di giudicare e saremmo al punto di prima.
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #54
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Credo che qua abbia ragione Axe, Arcobaleno: Saremo giudicati esclusivamente sulla Misericordia, quel giorno. Sull'Amore che avremo vissuto e donato nella nostra esistenza. Non sull'appartenenza religiosa. Ricordiamoci sempre che, alla fine di tutto, la Fede rimane un Dono. Non un mèrito.
    amate i vostri nemici

  10. #55
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    Sai è facile metter sempre la parola amore e pensare di risolvere tutto. Ma decadono tante norme, sacramenti e burocrazie varie, tanto basta metterci l'ammmmore!
    Diventa inutile da parte tua insistere sul matrimonio, il sesso entri certi confini se conta quanto amore uno ci mette dentro.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  11. #56
    Opinionista L'avatar di Arcobaleno
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Credo che qua abbia ragione Axe, Arcobaleno: Saremo giudicati esclusivamente sulla Misericordia, quel giorno. Sull'Amore che avremo vissuto e donato nella nostra esistenza. Non sull'appartenenza religiosa. Ricordiamoci sempre che, alla fine di tutto, la Fede rimane un Dono. Non un mèrito.
    La questione non è semplice e i criteri di giudizio li stabilisce Dio, non noi né il Papa. Dio non ci sta ad essere ignorato e tutta la creazione è opera sua.
    Cercherò di dare una risposta più argomentata ad Axe appena avrò tempo.
    Fate l'amore, non la guerra.
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  12. #57
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    Non credo che possa esistere a priori differenza tra credente e non, non è una dichiarazione sull'esistenza o meno di Dio che a Dio possa interessare. Come è stato detto non conta dire "Signore signore" e quindi dichiarare di credere, ma è il seguire Gesù che per il cristiano fa la differenza. E seguire Gesù è seguire il suo amore, che non è l'ammore, ma il sentimento per eccellenza, quello verso il prossimo.
    I Vangeli sono pieni di espressioni in cui si dice che egli 'si struggeva', 'aveva compassione', che era 'mosso a pietà',o che turbato si 'lamentò' di coloro che non volevano né sentirlo né seguirlo, si che 'pianse' su di loro. Il suo atteggiamento risulta da un confronto.
    Gli scritti Upanisad dicono che colui che è veramente saggio, di colui che si è staccato da ogni intrigo del mondo: " Egli è freddo, passa accanto al mondo", non tentato più da nulla, e non toccato da nulla.
    Al contrario Gesù non passa 'freddamente' accanto a nessuna cosa. Non si comporta così, né dinnanzi alla fame, né dinnanzi alla malattia, o al bisogno e alla morte, o alla colpa e all'abiezione, né dinnanzi ai molti e neppure dinnanzi ai singoli che non hanno alcun pastore. Davanti a nessuna cosa passa freddo e impartecipe, ed in modo particolare no di certo dinnanzi a coloro che sono calpestati e disprezzati e non osano neppure più alzarsi da terra.. Il suo sentimento è sempre impegnato: egli è l'uomo della prontezza del sentimento e della partecipazione del sentimento.

  13. #58
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    La questione non è semplice e i criteri di giudizio li stabilisce Dio, non noi né il Papa.
    fin quei, bene; ma poi:
    Dio non ci sta ad essere ignorato...
    non stai stabilendo un criterio di giudizio che affermi dovrebbe essere esclusiva pertinenza di Dio, cioè la valutazione di chi effettivamente lo ignori ?

    se discrimini la moralità necessaria delle persone in base alla loro collocazione dichiarata tra credenti e atei, stai esattamente procedendo a quell'usurpazione di prerogativa giudicante che condanni;
    e lo stesso avviene nel caso della presunzione di individuare chi sia un vero credente tra coloro che si dichiarano tali, sulla base della transitoria condizione umana;
    per quest'ultima, c'è la legge laica, che contempla i reati, e non i peccati, anche se a volte le due cose coincidono.
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #59
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    nun gna fà , sembrava evoluto ma poi mi casca sul Dio non ci sta

  15. #60
    Opinionista L'avatar di Arcobaleno
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    forse per questo motivo:
    “Non chiunque mi dice: - Signore! Signore! - entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli.” (Matteo 7:21)

    il papa ultimamente ha dichiarato - non è una cosa nuovissima, comunque - "Dio perdona il non credente che obbedisce alla propria coscienza", che è una cosa da prendere con le molle per infiniti motivi;

    Al primo comandamento abbiamo:

    Tu non avrai altri dèi all’infuori di me.

    E' evidente che Dio si mette al primo posto e pretende qualcosa dalle sue creature.

    In Deuteronomio (6:4-9):

    Ascolta, o Israele: Jahve è il nostro Dio, Jahve è uno solo. Ama Jahve tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la forza. Le parole che oggi ti ordino siano sul tuo cuore. Le inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti trovi in casa, quando cammini per strada, quando sei coricato e quando sei in piedi. Le legherai quale segno sulla tua mano, saranno come pendenti tra i tuoi occhi. Le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.

    Pretende questo da noi, non l'indifferenza.
    Nella discussione "È’ di fondamentale importanza accogliere gli inviati di Dio", ho citato il seguente passo.
    Da Gli inviti del Signore degli eserciti, Ṣúriy-i-haykal (Sura del tempio):

    85 Dì: O manifestazioni dei Miei Nomi! Se offriste tutto quello che possedete, anzi la
    vita stessa, sulla via di Dio e Lo invocaste tante volte quante sono i granelli di sabbia,
    le gocce di pioggia e le onde del mare, ma nel momento della Sua apparizione vi opponeste
    alla manifestazione della Sua Causa, le vostre azioni non sarebbero in alcun
    modo menzionate davanti a Dio. Se, invece, aveste trascurato le buone azioni, ma aveste
    deciso di credere in Lui in questi giorni, Dio forse perdonerebbe i vostri peccati.

    Questa è la risposta illuminante a quanti credono che ignorare Dio importi poco ai fini del giudizio.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    ti resta il problema del credente che in buona fede compie il male, poiché questo è il risultato di una tra le possibili interpretazioni delle scritture, visto che si interpretano;
    un inquisitore obbediente poteva benissimo essere in buona fede mandando al rogo l'eretico; il Ku Klux Klan è un'associazione di estremisti evangelici; odiano gli ebrei perché non si sono convertiti, i cattolici perché papisti, e predicano la segregazione razziale dei neri perché è scritto nella Bibbia; ma sono certamente credenti;

    ora, se ammettessimo la tua bipartizione morale di default credenti/non credenti, quelli, assieme ai kamikaze islamici, avrebbero tutto il diritto di sentirsi in prima fila per il paradiso;
    evidentemente, nessuno in terra può arrogarsi il diritto di giudicare, a prescindere dalle dichiarazioni delle persone; anche perché poi ci si azzufferebbe su chi abbia il diritto di giudicare e saremmo al punto di prima.
    Nel Corano:

    Certo Dio è tenuto ad essere propizio [e perdonare solo] a coloro che operano il male per ignoranza, indi si ravvedano ben presto; Dio ad essi perdonerà, poiché Dio è sapiente [e] saggio. Il perdono [di Dio], infatti, non esiste per coloro che commettano azioni malvage fino a che, quando la morte si sia presentata ad uno di essi, [egli] dica: - Ecco, ora mi pento. -; né per coloro che muoiano miscredenti; per essi abbiamo preparato un castigo doloroso. (4:21, 22)

    Quanto ai credenti che compiono crimini e stragi in nome di Dio, scegliendo solo una parte della rivelazione e interpretandola male, essi sono definiti da Gesù figli di Satana. C'è oggi qualche ebreo che lapida gli adulteri? No, perché hanno capito che quella legge era utile 3000 anni fa o più, ma oggi c'è stata un'evoluzione delle coscienze.
    Tra i musulmani, invece, c'è chi lo fa, essendo rimasti bloccati al 600 d.C.
    Siccome i musulmani credono anche nella Bibbia, come potrebbero risultare innocenti con crimini come l'omicidio, il rapimento, il ricatto, ecc.
    Se sono accecati dall'odio, non possono essere considerati non solo credenti, ma nemmeno esseri umani.
    I crimini fanno diventare bestie.
    Dio ordinò ai musulmani di difendersi dagli invasori, non di assassinare a caso chiunque gli capitasse a tiro di un'altra nazione o di un'altra fede.
    Dio, comunque, ha dato dei criteri per giudicare e tiene aggiornate le sue comunicazioni, quindi non possiamo affermare di essere ignoranti su ciò che vuole Dio.
    L'inquisitore obbediente non poteva essere in buona fede, perché mai Gesù ordinò di cercare e bruciare sul rogo eventuali eretici e eventuali streghe. Dobbiamo supporre che almeno i carnefici dell'inquisizione conoscessero i Vangeli, visto che i Papi li avevano sottratti al popolo.
    Nè valgono le tue argomentazioni per evitare i giudizi di Dio e farla franca.
    Sembra che ci trovi un gran gusto a fare l'avvocato del diavolo. Chissà cosa ti avrà promesso in cambio...

    Resta, comunque, il fatto che ognuno di noi può perdonare i misfatti subiti e non quelli subiti dagli altri.
    Tanto meno qualcuno può perdonare i misfatti subiti da Dio. Lui solo può farlo.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

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