Originariamente Scritto da
axeUgene
non necessariamente;
ma resta un presupposto di potere che falsa il rapporto, perché un partner economicamente dipendente non è mai libero nei sentimenti, né l'altro sarà mai sicuro che quell'"amore" non sia condizionato dalla necessità;
qualcuno preferisce così, perché si sente in controllo, rassicurato da quella mancanza di libertà; ma è un'ombra che distrugge tutto, perché dove c'è un potere di fatto, non può esserci vero amore;
è un drago dormiente, che magari non si sveglia mai perché è già in coma;
appunto, col risvolto della medaglia, che fa preferire proprio il partner dipendente, che non guadagna, perciò non libero, quasi sempre la donna:
fammi vedere se sei in grado di fare a meno di me, perché in quel caso non potrò amarti, dato che non voglio correre il rischio; e se lo corro e sarò abbandonato, te la faro pagare;
perché è questo che succede, il vero dramma, un giorno sì e uno no; oggi sì, per esempio, in Friuli...
io la penso all'opposto di te, Cono, non scarto e non ho mai scartato nessuna, ricca o povera; ho sempre cercato di rispettare la volontà altrui; ma guarda, nemmeno per particolare virtù, che non credo di avere;
semplicemente, è troppo faticoso e angoscioso avere a che fare con una persona che cova il rancore latente dovuto alla cattività, al desiderio d'altro che si genera nella frustrazione del non poter comunque scegliere; perché è questa la condizione di chi non ha un reddito proprio o di chi dipende dalle scelte altrui;
è una cosa che consuma tutte le energie vitali, impedisce la spontaneità, costringe al controllo, al sospetto; un inferno.