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Discussione: Piccoli paragrafi di libri amati...

  1. #421
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    dipende da cosa ti chiede di fare, o cosa ti chiede di essere quel dio, del quale apprendi da altri, i quali a loro volta presumono di sapere o interpretare;

    infatti i dii - come dice il Gatto - sono tanti, e anche sullo stesso le interpretazioni diverse;
    alla fine, quello che incide - come scrive anche Nahui - � l'educazione concreta che ricevi assieme alla cultura a farti sentire "amato da Dio", oppure in difetto e timoroso del giudizio;

    pertanto, quel dio di cui parli - a prescindere dalle inutili discussioni sulla sua esistenza - � solo nella testa delle persone.
    Finch� rimane nella testa delle persone, non incide sulla loro vita concreta: Quando dalla testa passa al cuore, Dio opera meraviglie nella loro esistenza....
    amate i vostri nemici

  2. #422
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Gi� l�Aurora, levandosi a Titone
    D�allato, abbandonava il croceo letto,
    E ai Dei portava, ed ai mortali il giorno;
    E gi� tutti a concilio i Dei beati
    Sedean con Giove altitonante in mezzo,5
    Cui di possanza cede ogni altro Nume.
    Memore Palla dell�egregio Ulisse,
    Che mal suo grado appo la ninfa scorge,
    I molti ritesseane acerbi casi.
    O Giove, disse, e voi tutti d�Olimpo10
    Concittadini, che in eterno siete,
    Spoglisi di giustizia, e di pietade,
    E iniquitate, e crudelt� si vesta
    D�ora innanzi ogni Re, quando l�imago
    D�Ulisse pi� non vive in un sol core15
    Di quella gente, ch�ei reggea da padre.
    Ei nell�isola intanto, ove Calipso
    In cave grotte ripugnante il tiene,
    [p. 128 modifica]

    Giorni oz�osi, e travagliosi mena;
    E del tornare alla sua patria � nulla,20
    Poich� navi non ha, non ha compagni,
    Che il carreggin del mar su l�ampio tergo.
    Che pi�? Il figliuol, che all�arenosa Pilo
    Mosse, ed a Sparta, onde saver di lui,
    Tor di vita si brama al suo ritorno.25
    Figlia, qual ti sentii fuggir parola
    Dal recinto de� denti? a lei rispose
    L�adunator di nubi Olimpio Giove.
    Tu stessa in te non divisavi, come
    Rieda Ulisse alla patria, e di que� tristi30
    Vendetta faccia? In Itaca il figliuolo
    Per opra tua, chi tel contende? salvo
    Rientri, e l�onde navigate indarno
    Rinavighi de� Proci il reo naviglio.

    ODISSEA CAP. 5
    amate i vostri nemici

  3. #423
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    .."Le decisioni sono soltanto l�inizio di qualcosa. Quando si prende una decisione, in realt� si comincia a scivolare in una forte corrente che ti porta verso un luogo mai neppure sognato al momento di decidere.."

    L'ALCHIMISTA-Paulo Coelho

  4. #424
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Stupenda!
    amate i vostri nemici

  5. #425
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    "...niente come un fuoco quando un uomo � gelato, riscaldarsi le mani alle fiamme alte, il cuoio dei piedi scalzi accanto alla brace, e il freddo che se ne va dalle ossa, lentamente, come neve che si scioglie al sole. A dire il vero, meglio di questo che c'�, solo una donna a letto, e se la donna � quella che si vuole, ci manca solo che compaia sulla strada, come ora vediamo Blimunda, � venuta a condividere lo stesso freddo e la stessa pioggia, e porta una delle sue gonne che mette sulla testa dell'uomo, quest'odore di donna che fa venire le lacrime agli occhi, Sei stanco, ha chiesto lei, quanto basta perch� il mondo diventi sopportabile, una falda della gonna copre le due teste, con un brutto paragone � un cielo, magari vivesse cos� Dio con i nostri angeli".
    Jos� Saramago
    Memoriale del convento
    Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
    (George Bernard Shaw)

  6. #426
    Astensionista L'avatar di nahui
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    "L'unica ossessione che vogliono tutti: l'"amore". Cosa crede, la gente, che basti innamorarsi per sentirsi completi? La platonica unione delle anime? Io la penso diversamente. Io credo che tu sia completo prima di cominciare. E l'amore ti spezza. Tu sei intero, e poi ti apri in due."
    (Philip Roth, da L'animale morente)
    Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
    (George Bernard Shaw)

  7. #427
    Astensionista L'avatar di nahui
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    "S� crea sempre questa situazione, dove stai l� a guatare una persona aspettando che si dimostri diversa da come �, e ogni volta che questo non succede la guardi con pi� risentimento. Sono stata con mio marito quindici anni, e tutto il tempo ho continuato a considerarlo responsabile del fatto che la mia vita non mi piaceva, e che lui non mi piaceva, e poi di colpo ho visto la situazione dal di fuori e mi � sembrata abbastanza ridicola. All'inizio quando sono venuta via ero abbastanza stranita, perch� non potevo pi� dare la colpa di niente a nessuno".
    Andrea De Carlo, Uccelli da gabbia e da voliera.
    Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
    (George Bernard Shaw)

  8. #428
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    L'ho letto tanti anni fa.
    Da adolescente avr� letto almeno quattro dei suoi romanzi.
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  9. #429
    Astensionista L'avatar di nahui
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    Per me � il primo. Non � male, pensavo peggio.
    Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
    (George Bernard Shaw)

  10. #430
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Vorrei dirvi: Sono nato in carso, in una casupola col tetto di paglia annerita dalle piove e dal fumo. C'era un cane spelacchiato e rauco, due oche infanghite sotto il ventre, una zappa, una vanga, e dal mucchio di concio quasi senza strame scolavano, dopo la piova, canaletti di succo brunastro.

    Vorrei dirvi: Sono nato in Croazia, nella grande foresta di roveri. D'inverno tutto era bianco di neve, la porta non si poteva aprire che a pertugio, e la notte sentivo urlare i lupi. Mamma m'infagottava con cenci le mani gonfie e rosse, e io mi buttavo sul focolaio frignando per il freddo.

    Vorrei dirvi: Sono nato nella pianura morava e correvo come una lepre per i lunghi solchi, levando le cornacchie crocidanti. Mi buttavo a pancia a terra, sradicavo una barbabietola e la rosicavo terrosa.
    Poi son venuto qui, ho tentato di addomesticarmi, ho imparato l'italiano, ho scelto gli amici fra i giovani piú colti; ma presto devo tornare in patria perché qui sto molto male.

    Vorrei ingannarvi, ma non mi credereste. Voi siete scaltri e sagaci. Voi capireste subito che sono un povero italiano che cerca d'imbarbarire le sue solitarie preoccupazioni. È meglio ch'io confessi d'esservi fratello, anche se talvolta io vi guardi trasognato e lontano e mi senta timido davanti alla vostra coltura e ai vostri ragionamenti. Io ho, forse, paura di voi. Le vostre obiezioni mi chiudono a poco a poco in gabbia, mentre v'ascolto disinteressato e contento, e non m'accorgo che voi state gustando la vostra intelligente bravura. E allora divento rosso e zitto, nell'angolo del tavolino; e penso alla consolazione dei grandi alberi aperti al vento. Penso avidamente al sole sui colli, e alla prosperosa libertà; ai veri amici miei che m'amano e mi riconoscono in una stretta di mano, in una risata calma e piena. Essi sono sani e buoni.



    L’incipit de Il mio Carso (1912) del triestino Scipio Slataper (che si rivolge ai suoi amici intellettuali fiorentini de La Voce)

  11. #431
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    Le donne romantiche (…) non pensano mai al male che fanno in quella loro forsennata ricerca di esperienze forti. In quella loro infatuazione per la libertà.

    Patrick Mc Grath, Follia

  12. #432
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    «Simile a un osso antico, scarnito e levigato dalla pioggia e dal vento, stava il Vesuvio solitario e nudo nell’immenso cielo senza nubi, a poco a poco illuminandosi di un roseo lume segreto, come se l’intimo fuoco del suo grembo trasparisse fuor della sua dura crosta di lava, pallida e lucente come avorio: finché la luna ruppe l’orlo del cratere come guscio d’uovo, e si levò estatica, meravigliosamente remota, nell’azzurro abisso della sera. Salivano dall’estremo orizzonte, quasi portate dal vento, le prime ombre della notte. E fosse per la magica trasparenza lunare, o per la fredda crudeltà di quell’astratto, spettrale paesaggio, una delicata e labile tristezza era nell’ora, quasi il sospetto di una morte felice.»


    C. Malaparte, La pelle



    Divino , anche se non ho dormito la notte per alcune scene...

  13. #433
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Ho osservato e catalogato, con ribrezzo, ogni tipo di eritemi, cheratinosi, lesioni pre-melanoma, macchie da mal di fegato, eczemi, verruche, cisti papulari, pancioni, celluliti femorali, vene varicose, trattamenti al collagene e al silicone, tinture orribili, trapianti di capelli malriusciti – insomma, ho visto un sacco di gente seminuda che avrei preferito non vedere seminuda. Mi sono sentito depresso come non mi sentivo dalla pubertà e ho riempito quasi tre taccuini per capire se era un Problema Mio o un Problema Loro.
    (Una cosa divertente che non farò mai più, D.F. Wallace)
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  14. #434
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Chi non sa mettersi a sedere sulla soglia dell’attimo dimenticando tutte le cose passate, chi non è capace di star ritto su un punto senza vertigine e paura come una dea della vittoria, non saprà mai cos’è la felicità, e ancor peggio, non farà mai alcunché che renda felici gli altri.
    (Sull'utilità e il danno della storia per la vita - Nietsche)
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  15. #435
    Opinionista L'avatar di Monia
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    Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.

    (Haruki Murakami, "Kafka sulla spiaggia")

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