Iniziamo con questo intervento una lunga e complessa dissertazione su questo argomento.
In primis: cosa è il karma?
In pratica (parola in Indiano-pali che significa semplicemente azione) si intende un estensione della terza legge della dinamica la quale enuncia che ad ogni azione si oppone sempre una reazione uguale e contraria: cioè le azioni reciproche tra due corpi sono sempre uguali tra loro e dirette in versi opposti.
Questa estensione è riferita al mondo Astrale, Mentale e Spirituale.
In pratica ad ogni emozione, pensiero o atto che compiamo corrisponde una reazione di euguale intensità e di euguale natura proporzionale alla forza con la quale è stata attuata-emessa.
Questa reazione accade con ritmi ben precisi e ha due fini principali: il ristabilirsi di un equilibrio e la comprensione di un fatto, di un dramma, di una situazione.
Esistono Karma a tutti i livelli: Karma individuali, di gruppo, di popolo, di mondi e Karma galattici. Pensate a persone che periscono contemporaneamente in un incidente ed avrete l'idea di un Karma di gruppo, pensate al Karma del popolo ebraico e avrete un esempio di Karma di popolo.
In realtà nel Cosmo tutto è Karma. Tutto è un continuo scambio dei energie positive-maschili e negative-femminili, il quale moto produce i Karma a tutti i livelli.
Karma è anche un raffreddore contratto per non essersi coperti bene dai rigori del freddo. Karma è lo stato di veglia accentuato dopo aver bevuto un caffè e così via.
Tuttavia si intende per Karma o situazione Karmica aspetti più complessi legati all avita di un individuo.
Tutte le religioni sono univoche ad identificare l'esistenza del Karma nella vita di un individuo. Si pensi all'"Occhio per occhio e dente per dente" e al "Chi di spada ferisce di spada perisce" di derivazione biblica e al "Le colpe dei padri ricadono sui figli", dell'Ebraismo. Quest'ultima un poco più oscura ma in seguito ne comprendere il significato.
La prima obiezione che viene mossa da un pensatore logico è l'osservare come esistano individui che tutto compiono e nulla pagano di ciò che hanno commesso, e al contrario, una stuola di individui miti e tranquilli al quale sembra che capiti di tutto a dispetto dei loro comportamenti.
La soluzione di questa apparente contraddizione sta in questi due principi fondamentali.
Il primo è uno delle tre Leggi che sorreggono un Cosmo e cioè la Legge della reincarnazione degli esseri. Quindi le cause, i germi che generano un determinato Karma possono essere ricercate in esistenze precedenti a quella attuale.
Il secondo principio è quello legato alla Legge del Karma, ovvero questa Legge non è solo un meccanismo automatico di equilibrio, ma una legge che ha come fine principe l'evolversi della Coscienza dell'individuo.
Quindi la Legge del Karma fà giungere gli effetti di cause precedentemente mosse SOLO quando l'individuo è giunto ad una tale maturazione, ad una tale evoluzione la quale gli consente di comprendere e SUPERARE gli atteggiamenti che avevano concorso a muovere quelle cause.
Ciò significa che esiste un momento "attivo" del Karma in cui si muovono le cause ed è il periodo in cui un essere non è evoluto o non sufficientemente evoluto per evitare quelle azioni, quindi il ricadere immediato degli effetti su quell'individuo non gli farebbe superare quell'atteggiamento, ma lo renderebbe solamente pauroso e paralizzato in quanto timoroso di una "punizione".
In seconda istanza c'è il periodo "attivo" del Karma, momento più innanzi nell'evoluzione dell'individuo in cui si ha una certa capacità intellettuale e morale per elaborare le proprie situazioni vissute al fine di farlo giungere ad un primo importante stadio dell'evoluzione, ovvero il "non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te"
Le situazioni karmiche più importanti possono già essere elaborate e superate nel piano fisico ma generalmente vengono risolte in quel periodo trascorso nell'Aldilà, più precisamente nel piano astrale, chiamato in Occultismo "Il riposo dell'Ego".
In questo stadio l'individuo prende una consapevolezza delle sue vite precedenti e con una visione aerea di queste comprende come certi suoi atti passati abbiano portato alle situazioni dell'ultima vita appena trascorsa.
In questa consapevolezza allargata e non più schiava di un corpo fisico a limitare la lucidità di pensiero, l'individuo comprende e fà suo PER SEMPRE, trascrivendo l'esperienza nel suo corpo Akasico, ovvero quella parte di se che mai muore che è il punto in comune di tutte le vite di un individuo, ovvero allargando la sua coscienza.
Accade allora, che per esempio, un omicida, sperimentando più volte l'omicidio e venendo a sua volta ucciso più volte, superi finalmente questo atteggiamento comprendendo la sacralità della vita.
A questo punto, ad esperienza compresa, fatta sua, l'individuo MAI PIU' ucciderà nelle vite successive, anche se avrà perso completamente il ricordo di quelle esperienze che hanno portato quell'arricchimento di coscienza.
Mai più e in nessuna condizione ucciderà, altrimenti, se per esempio uccide in una situazione di paura, significa che l'atteggiamento è solo represso a livello inconscio e si ripresenta quando le occasione ne permettono l'insorgere.
Quando un uomo scrive davvero nella sua coscienza il non uccidere sentirà intimamente come una forza incorruttibile che non bisogna uccidere e lo farà fino all'olocausto finale di se stesso.
non ucciderà perchè glielo vieta un comandamento religioso, il Cristo, il Buddha o chiunque altra figura spirituale, e nemmeno nessun codice di Hammurabi, o di qualsiasi legislatore umano.
Egli non uccide perchè sente intimamente che non è giusto uccidere e quanto sia abominevole e ingiusto il contrario.
Egli cioè è diventato UNO con quella Legge. Egli è UNO con la Legge.
Egli non uccide perchè Lui stesso è la Legge.
E questo vale per ogni altra conquista spirituale.
Per oggi basta.
Pace e Bene